Welby: ”Chiedo il distacco dalle macchine”

La battaglia di Piergiorgio Welby per vedersi riconosciuto il diritto di sottrarsi a cure che non vuole, si arricchisce di un nuovo capitolo. E cioè una richiesta scritta di farla finita con quello che lui giudica un accanimento terapeutico. Ecco il testo: “Il sottoscritto Piergiorgio Welby chiede il distacco dal ventilatore polmonare sotto sedazione terminale, se possibile orale”. E’ con queste parole, dunque, che l’uomo, co-presidente dell’associazione Coscioni, si rivolge a uno dei due medici che lo hanno in cura. Per chiedere formalmente quello che da tempo ha annunciato: l’eutanasia. Un tema delicato per eccellenza, tornato prepotentemente alla ribalta nel dibattito politico e civile, proprio per iniziativa di Welby. Che, da tempo malato di distrofia muscolare, il 22 settembre scorso scrive un videoappello al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Per mostrare la propria condizione di paziente terminale, per ottenere la dolce morte. […]

Fonte: Repubblica.it

6 commenti

gianni

è vergognoso arrivare a questo, ma in che razza di paese viviamo? ma da chi siamo rappresentati, chi abbiamo delegato a garantire i nostri diritti tra cui quello di morire con dignità?

davide

si deve proprio essere costituiti da merda se non ci si commuove di fronte a un uomo così

lotta

secondo me questa è pura tortura….non si puo lasciar vivere un uomo che non vuole vivere nelle condizioni in cui sta vivendo…..non capisco come si puo essere tanto crudeli

Daniele Gallesio

La CCAR è una delle più grandi organizzazioni sadomasochistiche del mondo.
Tutta la sua dottrina gronda sadomasochismo.
Per non parlar del suo simbolo.

Salvo

Nel caso di Welby il problema in gioco riguarda la facoltà del paziente se accettare o rifiutare un trattamento. La ventilazione artificiale è un trattamento medico e quindi può essere sospeso se non c’è il consenso del paziente.
Inoltre in base all’art. 32.2 Cost.:
a) nessuno può essere obbligato ad un trattamento sanitario se non per disposizione di legge;
b) in nessun caso la legge può ledere la dignità dell’individuo.
A tali principi si è ispirata una sentenza della Corte d’Assise di Firenze (Foro Italiano, 1991, II, sentenza n 13/1990, pag. 236ss), che ha condannato un chirurgo fiorentino il quale aveva effettuato un’operazione senza il consenso del paziente, provocandole in tal modo lesioni seguite dalla morte. La sentenza è stata confermata in appello e in Cassazione. In particolare la Corte di Cassazione: “nel diritto di ciascuno di disporre, lui e lui solo, della propria salute e integrità personale, pur nei limiti previsti dall’ordinamento, non può che essere ricompreso il diritto di rifiutare le cure mediche, lasciando che la malattia segua il suo corso anche fino alle estreme conseguenze: il che a ragione, non può essere considerato il riconoscimento di un diritto positivo al suicidio, ma è, invece, la riaffermazione che la salute è un bene che non può essere imposto coattivamente al soggetto interessato dal valore o peggio, dall’arbitrio altrui, ma deve fondarsi esclusivamente sulla volontà dell’avente diritto, trattandosi di una scelta che (…) riguarda la qualità della vita e che pertanto lui e lui solo può legittimamente fare” (Cass. 21/4/1992, n. 699). “doveva essere lasciato alla libera scelta della paziente se trascorrere i non moltissimi giorni di una vita ormai non lontana dalla fine in maniera fisicamente e psicologicamente dignitosa, ovvero subire il trauma di un intervento chirurgico cruento e devastante, con scarsissime, con scarsissime probabilità di riuscita quoad vitam, con degenza ospedaliera lunghissima, dolorose medicazioni, sconvolgimento delle funzioni naturali, con applicazioni di ano artificiale in una condizione fisicamente dolorosa e psicologicamente umiliante” . Anche la Corte Costituzionale ha escluso che una persona possa essere costretta ad un intervento sanitario indesiderato (C. Cost., sent. 9/7/1996, n. 238).
In parole povere: se Welby è considerato capace di intendere e di volere, può ottenere la sospensione della respirazione artificiale.

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