«Spero sopra ogni altra cosa che la visita del Papa, sulla scia delle parole inaugurali così significative pronunciate ad Ankara, possa essere di grande aiuto ai cristiani della Turchia e non solo». A formulare l’auspicio è il grande teologo ortodosso Olivier Clément, più volte testimone della precaria condizione di tanti cristiani dell’Asia Minore. Gli stessi che sperimentano però al contempo, sottolinea Clément, «l’interesse sincero ma ancora necessariamente silenzioso» di tanti turchi musulmani di ogni ceto verso il cristianesimo. […]
Ankara ha spesso vantato il proprio modello politico di laicità. Siamo oggi davanti alle premesse di un nuovo dialogo possibile su questo tema fra cristianesimo e mondo islamico?
Lo spero vivamente. In Turchia, nonostante le formulazioni ufficiali, la laicità resta un problema essenziale e scottante. Basti pensare che la scuola di teologia ortodossa di Halke è stata chiusa dal governo turco fin dal 1971 e attende ancora di essere riaperta. L’esercito turco continua a vegliare su una certa laicità ereditata dal pensiero di Kemal Ataturk. Ma altri movimenti fanno oggi pressione per spingere lo Stato a prendere posizione in favore dell’islam.
C’è grande attesa per la visita del Papa alla Moschea Blu. Come interpretarla?
La Moschea Blu fronte ggia Santa Sofia e fu costruita da un grande architetto di origine cristiana. Storicamente ha rappresentato uno dei simboli della vittoria dell’islam sulla civiltà bizantina. Ma adesso, la visita del Papa a questo luogo può diventare un alto momento di riconciliazione fra cristiani e musulmani. […]
I temi della libertà religiosa e della laicità, appena affrontati dal Papa ad Ankara, meriterebbero secondo alcuni anche un crescente approfondimento fra cattolici e ortodossi. Che ne pensa?
La ricerca comune di una definizione aperta di laicità mi pare ormai indispensabile. Tanto più se si considera in Europa la persistente tentazione della politica di imporre la laicità come uno strumento di lotta anti-religiosa. È purtroppo ancora in parte il caso della Francia. Si tratta certamente di una sfida che accomuna il mondo cattolico e quello ortodosso. E occore poi dire che in quest’ultimo persiste una certa nostalgia, soprattutto in Russia, della famosa «sinfonia» fra la Chiesa e lo Stato. È un vecchio sogno bizantino, ma esso non ha oggi più alcun senso. Occorrerà che soprattutto i russi, poco a poco, si liberino di questa nostalgia che compromette la Chiesa.
Sulla base dello scenario attuale, è ottimista rispetto allo sviluppo della libertà religiosa in Paesi come la Turchia e la Russia?
Ho l’impressione che lo sviluppo di una laicità aperta e tollerante s’imponga sempre più come una necessità e che essa dovrà assecondare ogni ulteriore sviluppo della modernità. In una nazione moderna in cui coesistono religioni diverse, non si potrà avanzare a lungo senza l’apertura garantita dalla laicità e ciò mi pare, come dicevo prima, un punto chiave del messaggio del Papa. Governi come quello russo e quello turco saranno prima o poi costretti ad arrendersi a quest’evidenza, anche se ciò prenderà del tempo. […]
Clément: la sfida di una laicità aperta
Un commento
Commenti chiusi.
“Ma altri movimenti fanno oggi pressione per spingere lo Stato a prendere posizione in favore dell’islam.”
ai quali si aggiunge il papa, che in turchia ha invitato a “ricostruire per il futuro il nesso tra laicità e tradizione”…