Il calo delle vocazioni potrebbe indurre il Vaticano a ridiscutere il tema del celibato sacerdotale che in realtà non è un dogma ma solo una norma disciplinare. È quanto ha detto il cardinale Claudio Hummes, arcivescovo di San Paolo, al quotidiano brasiliano «Estrado do S. Paulo».
Il porporato è stato appena nominato da Benedetto XVI come nuovo Prefetto della Congregazione per il clero e si appresta in queste ore a raggiungere Roma dove si dovrà occupare dei problemi dei sacerdoti della Chiesa universale. «Partendo dalla considerazione che i celibi fanno parte della storia e della cultura cattolica – ha affermato il cardinale – la Chiesa può riflettere sopra questo tema, poichè il celibato non un dogma ma una forma disciplinare». Inoltre alcuni apostoli, ha spiegato il porporato, erano sposati e la proibizione del matrimonio è venuta alcuni secoli dopo l’istituzione del sacerdozio. Hummes ha affermato che la Chiesa non è una istituzione immobile ma che sa cambiare quando questo è necessario. Considerato che quella intorno al celibato non è una decisione facile che può essere presa in modo repentino, «la Chiesa dovrá in primo luogo discuterne e ridiscuterne».
Secondo il cardinale, in quest’ambito, il calo delle vocazioni in Europa è una sfida alla quale bisognerà fare fronte. In quanto al problema dei sacerdoti pedofili il nuovo Prefetto per il clero ha fatto due osservazioni: «anche se si trattasse di un solo caso sarebbe giá una grave preoccupazioni soprattutto per le vittime» allo stesso tempo è «ingiusto e ipocrita generalizzare gi scandali di pedofilia poichè più del 99% dei sacerdoti ha nulla a che vedere con questi fatti». «La pedofilia -ha aggiunto- non è un problema che riguarda solo i sacerdoti, ma tutta la societá dato che ci sono casi di abusi sessuali anche nelle famiglie». È però importante, ha aggiunto Hummes, che i vescovi investano sempre di più in una selezione rigorosa e in una formazione esigente dei candidati al sacerdozio per combattere la pedofilia.
Hummes, 72 anni, arriva domenica a Roma per prendere possesso del suo nuovo incarico, in quanto alla grande arcidiocesi di San Paolo da lui fin qui guidata due sono le soluzioni possibili come ha spiegato egli stesso. O i Papa procederá alla nomina di un amministratore apostolico subito all’inizio di questa settimana, oppure il Collegio dei consultori dell’arcidiocesi, formato da sette membri, eleggerá un amministratore diocesano.[…]
Il calo delle vocazioni, la questione del celibato, la formazione dei nuovi sacerdoti nei seminari sono tutti temi all’ordine del giorno della Chiesa e discussi in questi mesi in Vaticano. Si tratta anche di questioni che riguardano la Chiesa cattolica brasiliana, la più grande del mondo. Non a caso Benedetto XVI si recherá proprio in Brasile il prossimo maggio in occasione della V Conferenza dei vescovi di tutta l’America Latina. L’appuntamento è al Santuario mariano di Aparecida che si trova appunto nei pressi di San Paolo. Inoltre, nelle settimane passate, la Curia romana riunitasi con il Papa in seguito alla crisi determinata da mons. Emmanuel Milingo, ha ribadito la validità del celibato sacerdotale come insegnamento della Chiesa.
Hummes: «Il celibato non è un dogma della Chiesa»
31 commenti
Commenti chiusi.
Toh, così presto? Solo giovedì lo avevo detto a proposito delle donne prete anglicane, ma prevedevo un termine più lungo. Poi qualcuno mi ha assicurato che si sarebbero estinti in tempi brevi, be’, che dire… si vede che ho portato sfiga.
Ma costui non era uno dei papabili?
Si tratta di affermazioni prive di senso. La vocazione è una chiamata e se Dio non chiama, gli uomini non scelgono il sacerdozio. Hummes invece ha invertito il nesso di causa-effetto dicendo che permettendo ai sacerdoti di sposarsi aumenterebbero le vocazioni. Insomma eliminare il celibato dovrebbe indurre Dio a chiamare di più?
Non è la prima volta che membri del clero parlino a vanvera dimenticando persino il senso delle parole. Se fosse stato più coerente avrebbe parlato di crisi delle risposte (insomma Dio continua a chiamare ma sempre meno gente risponde).
Sinceramente non credo proprio che siano le donne a distogliere i futuri preti. Forse se oltre a togliere il celibato istituissero anche il matrimonio gay, allora…
@razionalmente
La vocazione è la chiamata specifica di Dio per la felicità dell’uomo…
Esiste per i cristiani una vocazione al matrimonio tanto quanto una vocazione al sacerdozio!
Non è quindi vero che “Dio non chiama”. Il problema è che, anche per chi è sinceramente convinto dell’esistenza di una chiamata superiore su di sè, è complesso e difficile saper leggere la propria vita quotidiana e i “segni” che il Signore metterebbe sul cammino di ciascuno per condurli alla felicità di cui sopra…
E spesso poi intervengono numerosi fattori esterni, o le debolezze e le fatiche dell’uomo (che è essere per la dottrina cristiana totalmente libero di disporre la propria vita) a complicare ulteriormente la situazione.
Se poi pensi che per i cattolici tutto questo si gioca sempre e comunque all’interno di un rapporto umano nella Chiesa, comprendi come non sia facile anche trovare maestri o compagni che sappiano aiutarti davvero a comprendere la realtà in cui ti trovi.
Il senso dell’intervento del cardinale è pertanto quello che dici tu: Dio continua a chiamare, ma sempre meno gente risponde. Questo, sostiene il cardinale, forse anche perchè la disciplina umana, i requisiti di forma che si richiedono per l’accesso al sacerdozio si presentano poco adeguati ai tempi e alla società. Se è quindi possibile trovare una soluzione ottimale per il problema nel mondo d’oggi senza toccare il “depositum fidei”, (cioè ciò che la Chiesa ritiene ordinato direttamente da Dio e quindi immodificabile nella sostanza) e cambiare i criteri esclusivamente umani e puramente formali per l’accesso al sacerdozio in modo da riuscire a “far rispondere” più persone tra quelle chiamate a tale strada, è un vantaggio per la Chiesa e per i soggetti che ne sono coinvolti…
Bisogna darsi da fare per impedire questa sciagura: se i preti cominciano a riprodursi non ce ne libereremo mai. Figuriamoci, senza condom, un’invasione di pretini mantenuti con l’ottoxmille.
Dio ce ne scampi!
Mica i preti devono generare per forza preti. Il meccanismo è molto più semplice: appunto perché sono mantenuti l’unico vero deterrente è il celibato. Se li fanno sposare diventeranno un esercito.
Lo faranno, lo faranno. Tempo al tempo.
@pappo:
Infatti è comprensibile l’incentivo. Temo tuttavia non basti.
Ma dimmi una cosa, se l’uomo risponde meno essendo distratto da cose più interessanti, Dio… non potrebbe chiamare più forte? O la sua voce non è sufficientemente (onni)potente?
Il Don Abbondio manzoniano si era fatto prete non per vocazione, ma perché era un debole, un fifone. Si sentiva come un vaso di coccio tra tanti vasi di ferro e quindi per trovare una sistemazione tranquilla si era fatto prete. Credo che molti preti abbiano avuto lo stesso tipo di “vocazione”. Eliminare il celibato potrebbe anche essere un passo falso e Ratzinger che non è certo uno stupido lo sa. Insomma i tanti gay e pedofili che si fanno preti per nascondere la loro natura non avrebbero più l’alibi del celibato religioso.
Per la redazione del BLOG:
Il link http://www.google-analytics.com produce un notevole rallentamento del sito. Il rallentamento è stato notato anche da altri utenti in rete.
Crollo delle vocazioni e fine del celibato ecclesiastico. Si vede che i numerosi casi di pedofilia dei preti e il caso Milingo hanno messo la Chiesa in allarme.
Numerosi altri indizi mi inducono a credere che la base di ghiaccio della religione cattolica ha cominciato a emettere sinistri scricchiolii.
Più lenta sarà l’agonia più disastrosa sarà la loro fine.
pubblicità pura,
vediamo cosa cambierà a breve…
@RazionalMENTE
In tutta franchezza l’alibi migliore (o peggiore? comunque più efficace) mi sembra proprio il vecchio luogo comune del prete gay. Neanche fossimo rimasti a cent’anni fa quando se non ti sposavi eri sicuramente ‘ricchione’. Oggi ci sono: convivenze, persone single, movimenti gay che riescono in parte ad ammortizzare la stigmatizzazione sociale… Nella peggiore delle ipotesi c’è sempre il buon vecchio matrimonio di copertura… e non più irreparabile grazie al divorzio.
La chiesa ha nove vite, purtroppo. È inutile che stiamo qui ad aspettare la sua fine per esaurimento della materia prima, ci evita soltanto di combatterla.
Sì, in effetti hai ragione anche se non puoi non considerare che un gay effeminato con indosso un abito da prete o da cardinale è maggiormente accettato dalla società.
Immagina ad esempio il Cardinal Ruini (che è più effeminato persino di molte donne) vestito con abiti civili che entra in un bar a chiedere un caffé. Immediatamente si leverebbe un coro di “A FROCIOOOO!!!”.
Invece metti l’abito clericale e la gayezza si trasforma in misticismo.
I gay non effeminati o poco effeminati possono cavarsela in altro modo se proprio non vogliono rendere manifesta la loro condizione. In ogni caso non sto dicendo che il celibato del clero sia l’unico modo di essere gay. So benissimo che ci sono tantissimi gay che grazie ad associazioni ed altro vivono la propria vita senza grossi problemi.
Mi viene in mente lo scrittore inglese Chesterton, il cattolicissimo autore dei racconti di Padre Brown, che nel suo libro “L’uomo che fu Giovedì” scrive la seguente frase: “con la dignità effeminata di un curato”.
Insomma il celibato del clero è sempre stato un buon “refugium peccatorum”.
Razionalmente l’hai finita con il tuo razzismo nei confronti dei gay non-effeminati?
Essere gay effeminati è difficile nell’adolescenza, ma molto più facile nella vita adulta: fingi di meno. E poi non è assolutamente vero che i preti gay siano tutti effeminati, molti sono virili e smettila con le tue teorie del c*** ci sono uomini eterosessuali effeminati e se è per questo i francesi per esempio sono visti e percepiti come effeminati dagli italiani.
Intendevo dire gay effeminati
Sì, oh, sì…
Che vigliacco Hummes, trovare la scusa del calo delle vocazioni senza dire che Ratzinger sta pensando di abolire il celibato solo perché ci sono un sacco di preti pedofili e maniaci sessuali.
Quante vergognose menzogne dice il cardinale. E chi ci crede che oltre il 99% dei preti sarebbe estraneo alla pedofilia? Ma il card. Hummes dimentica che nel suo paese, il Brasile, il paese con più cattolici al mondo, il10% dei preti è acusato di abusi sessuali? Dimentica il diario del prete pedofilo?
Vergogna, card. Hummes, vergogna!
http://www.clubclassic.net/articoli3/articolo415.htm
http://sandro.tigblog.org/post/33254
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2005/11_Novembre/21/preti.shtml
http://xoomer.alice.it/cyrano2510/chiesa.htm
http://www.bloggers.it/IricordidellaLuna/
Eh no razionalmente! i pedofili non si infiltrano nella cheisa cattolica, come dici tu! Stai avallando le ridicole scuse vaticane deil compolotto anticattolico dei pedofili infiltrati!
E’ la sessuaofobia cattolica, quella che alligna nelle parrochie, negli oratori, nei seminari, a generare queste personalità immatura, sessualemnte e affettivamente incapaci di relazioni alla pari, è questa sessuofobia a generare i preti pedofili.
Finiamolo col fornire scuse a questa associazione religiosa piena zeppa di criminali violentatori.
cooomeeee si caaaambiaaaa, per non morireeeeeeeee………
Infatti è comprensibile l’incentivo. Temo tuttavia non basti.
Ma dimmi una cosa, se l’uomo risponde meno essendo distratto da cose più interessanti, Dio… non potrebbe chiamare più forte? O la sua voce non è sufficientemente (onni)potente?
E’ un’osservazione arguta!
Io sono convinto che esistano tante cose e tante occasioni più “interessanti” della vita e della dottrina cattoliche… Sono persuaso cioè che moltissimi modi di vivere o semplicemente esperienze da fare abbiano un fascino molto maggiore a prima vista di ciò che dice la Chiesa…
Il problema è in fondo proprio questo… L’onnipotenza di Dio si ferma soltanto di fronte all’assoluta libertà di scelta che ha egli stesso donato all’uomo. E’ capitato così 2000 anni fa, per chi crede, quando Dio si è proprio lasciato uccidere a causa di una libera decisione dell’uomo!
Dio può gridare quanto vuole, ma è l’uomo che deve rispondere, e se molteplici cause (a partire dalle proprie debolezze per concludere con il fatto che certo la vita del prete oggi non è presentata come una grande e vantaggiosa alternativa) gli impediscono di ascoltare o comprendere rettamente la sua voce, allora si prova a fare in modo che tale voce giunga meglio… tutto qui.
In merito poi ai tuoi interventi sui sacerdoti omosessuali o deboli, ritengo che ci sia una certa dose di pregiudizio… Certo ci sono casi, forse anche non pochi, di sacerdoti palesemente “indegni” ma ne esistono tantissimi altri convinti della loro scelta. E poi credo anche che per scegliere davvero di diventare prete oggi, almeno in Europa, ci sono parecchi pregiudizi e stereotipi da superare… Il prete sfigato, il prete stupido, il prete bacchettone, certo anche il prete pedofilo ecc…
Con un pregiudizio sbagliato gli omosessuali sono considerati subnormali, deficienti o effeminati, ma a me sembra che per certi versi ci siano altrettanti pregiudizi nei confronti dei preti!
Perchè tante chiacchiere su cose scontate. La nostra bella chiesa si rigenera e segue i tempi non temete… Ci sono i preti e purtroppo anche pastori e predicatori a porta a porta ! Uffa che palle !!! Ma Dio ha bisogno davvero di tutto questo se esiste?
Con tanti rompipalle ci mancano anche le moglie dei preti. Certo vedere riuniti tanti uomini (preti, cardinali, vescovi, parlamentari e altre categorie) mi ha fatto sempre impressione. Sarebbe carino vedere un pò di femmine, del resto ci sono le moglie dei medici o di non so che cosa, perchè no le moglie dei preti!?
Non si tratta di infiltrarsi. Secondo me il celibato del clero è semplicemente una buona copertura per i gay. Così come certi gay si sposano per mascherare la loro natura, altri si fanno preti. Ovviamente non escludo che l’ambiente clericale e il celibato stesso inducano una effeminatezza che viene scambiata per omosessualità.
Nelle carceri la mancanza di persone dell’altro sesso induce un comportamento omosessuale. Lo stesso probabilmente avviene nel clero cattolico.
Insomma credo che sussistano entrambi i rapporti di causa-effetto. Ci sono gay che si fanno preti e preti che a causa del celibato scoprono la propria natura gay.
Queste mie considerazioni non vogliono certo essere di biasimo nei confronti dei preti o dei gay, sarei incoerente con quanto ho sempre affermato.
Per quanto riguarda il discorso del Dio che grida, dell’uomo che non risponde, ecc. sono simpatiche fantasie, ma basta un pizzico d’intelligenza per capire che un Dio simile sarebbe un paradosso della logica.
@ razionalmente
Carina anche l’osservazione sul clero effeminato, non è un aspetto essenziale dell’essere prete, della Chiesa ecc. ma non ci avevo mai pensato.
Un Dio simile sarebbe un paradosso della logica?
Beh, in effetti l’amore di Dio (e dunque Dio stesso!) per certi versi si spinge ben al di là della logica. Almeno di quella umana…
E personalmente trovo che un amore così sia l’incontro più stupendo e grande che ad una persona possa capitare.
L’osservazione sul clero effeminato non l’ho inventata io. Lo diceva già Chesterton, noto scrittore cattolico. Lo dice Paolo Villaggio. Insomma credo sia sotto gli occhi di tutti. Il loro modo di muoversi, di parlare… Sembrano tutti un po’ l’Ichabod del Mistero di Sleepy Hollow.
Cosa significa andare al di fuori della logica umana? Gli esseri umani dispongono solo della logica umana, mi sembra lapalissiano.
Voi credenti spesso dite che la logica di Dio è diversa dalla nostra e che i piani di Dio sono imperscrutabili. Il bello è che pretendete di conoscerli molto bene. Pretendete che si facciano addirittura leggi dello Stato sulla base dei piani sconosciuti di questo Dio invisibile.
Ma se il modo di ragionare di Dio è diverso dal nostro, allora perché darci tanta pena nel cercare di capire cosa vuole?
Se Dio vuole da noi qualcosa può dirlo chiaramente, è onnipotente o sbaglio?
O forse il gioco consiste nell’indovinare cosa vuole? E che senso ha tale gioco?
Questo Dio infinitamente buono crea il mondo, crea l’uomo, gli spiega molto vagamente come comportarsi poi punisce chi si comporta male. Che senso ha? A che scopo avrebbe fatto questo?
E il diavolo come me lo spieghi? Possibile che un Dio onnipotente non sia in grado di annientare il diavolo?
Forse non vuole annientarlo. Ma allora non è buono.
Insomma, caro Pappo, il tuo Dio è un paradosso.
Dici che un amore così è l’incontro più stupendo e grande che possa capitare? Io mi chiedo tu cosa abbia fumato. Dove lo vedi questo Dio? Dove lo vedi il suo amore? Non la vedi la sofferenza umana? E’ questo l’amore immenso di Dio?
O forse l’importante è vedere il bicchiere mezzo pieno? Cioè vedere solo il lato bello della vita?
Ogni cosa ha un lato bello ed uno brutto. Non mi pare che il lato bello serva a dimostrare l’amore di Dio. Altrimenti il lato brutto dovrebbe dimostrare il suo odio.
Fantasie, amico caro, fantasie!!
Io, in passato, ho studiato teologia per essere ordianto prete; ho poi lasciato il seminario perchè mi mancava la dimensione affettiva. Se papa Benedetto XVI ammette al mistero presbiterale dei “viri probati”, sarei molto felice e chiederei al mio vescovo di essere ordinato presbitero.
Carlo.
@ Razionalmente
Per la prima parte del tuo intervento ti rimando al Catechismo, ad Agostino, alla teologia oltre ovviamente alla Bibbia (interpretata, perchè sono passati 5000 anni e ciò che conta è la sostanza del messaggio più che la forma in cui viene espresso!) e alla Tradizione della Chiesa, che si è posta le tue stesse domande e ha trovato una risposta non irrazionale (insomma, non credo quia absurdum).
In particolare, qualche piccola indicazione forse posso dartela, anche se chiaramente non esaustiva per nulla… Lo faccio non perchè sono un soldato che non pensa e ripete a macchinetta, ma perchè ciò che è scritto lì è per me vero e sicuramente meglio espresso di come potrei farlo io specialmente su un forum come questo)
Su chi è Dio e che cosa vuole: CCC (Catechismo della Chiesa Cattolica, lo trovi da consultare anche sul sito del Vaticano http://www.vatican.va alla sezione “Testi fondamentali”) nn. 1-3
Sulla conoscibilità di Dio da parte della ragione, e discorsi annessi (rapporto fede/ragione ecc): CCC 31-38, Lettera Enciclica di Giovanni Paolo II “Fides et ratio” (trovi anche questa sul sito del Vaticano – Archivio dei papi – Giovanni Paolo II – Encicliche), ecc.
Sulla creazione del mondo: CCC 279 – 309
Sull’onnipotenza di Dio ecc., te l’ho già spiegato… Il limite che Dio autopone alla sua onnipotenza è la libertà dell’uomo…
Su tutto il problema del male, dell’esistenza del diavolo ecc. vedi Agostino: si Deus est, unde malum? Si Deus non est unde bonum? E le sue risposte, su un qualsiasi manuale di filosofia fatto minimamente bene, ma anche su http://www.filosofico.net/agostino.htm#n48. Idem Leibniz http://www.filosofico.net/leibniz11.htm
Per il dove vedo questo Dio, dove vedo il suo amore, la risposta è “nel quotidiano”… E anche qui è molto simile al discorso tra il card. Federigo Borromeo e l’Innominato nei Promessi Sposi (cap. XXII).
E’ proprio questo il cuore di tutto il cristianesimo… Anche qui una bella esposizione, che a me ha aiutato parecchio è l’enciclica di Benedetto XVI (anche questa sul sito del Vaticano – Benedetto XVI – Encicliche – Deus Caritas est).
Sul bicchiere mezzo vuoto e mezzo pieno, ti rispondo che la questione non è vedere solo una metà o l’altra, ma l’orientare tanto il bene quanto il male ad una trascendenza, è il vedere un senso oltre le cose che sicuramente aiuta parecchio a non appiattirsi sulle miserie umane (perchè questo è il negativo, vedi sopra sul problema del male…) e a vivere ogni giorno non a caso, ma nella consapevolezza concreta e reale di non essere solo, perchè all’interno di un progetto. Ti assicuro, non sono solo parole!
“Io, in passato, ho studiato teologia per essere ordianto prete; ho poi lasciato il seminario perchè mi mancava la dimensione affettiva….”
si alcuni la chiamano così 🙂 🙂
Naturalmente sto scherzando ma non troppo: condivido in pieno la tua scelta, tuttavia “la’utocastrazione” richiesta ai preti cattolici porta a snaturare una normale esigenza umana non solo affettiva ma anche fisica e sessuale, ovviamente è consuetudine del pensiero cristiano cattolico elevare la prima e ridimensionare, se non nascondere, la seconda, ma la realtà è che entrambe hanno un peso rilevante e pari dignità.
PS: anche io adoro la “dimensione affettiva” 🙂
@pappo:
hai scritto:
“Su chi è Dio e che cosa vuole: CCC (Catechismo della Chiesa Cattolica, lo trovi da consultare anche sul sito del Vaticano http://www.vatican.va alla sezione “Testi fondamentali”) nn. 1-3
Sulla conoscibilità di Dio da parte della ragione, e discorsi annessi (rapporto fede/ragione ecc): CCC 31-38, Lettera Enciclica di Giovanni Paolo II “Fides et ratio” (trovi anche questa sul sito del Vaticano – Archivio dei papi – Giovanni Paolo II – Encicliche), ecc.
Sulla creazione del mondo: CCC 279 – 309″
Vedi pappo non puoi citare il CCC come fonte, perchè l’attendibilità del CCC che deriva dall’esistenza o meno del dio cristiano è propro l’argomento in discussione.
Il CCC è stato scritto da uomini che TU ritieni essere autorevoli, ma se devi convincere una persona che non ha questo genere di pregiudizio su di essi allora non vai da nessuna parte.
per farla breve è come se tu dicessi “E’ vero perchè lo dice il papa” ad uno che non crede che il papa sia il rappresentante di dio in terra. La “R” di UAAR ha un significato ben preciso.
Comunque se potessi direi a Hummes di stare tranquillo: se anche si trattasse di un dogma non c’è nulla che non possa essere sistemato con un altro dogma ad hoc o con una enciclica, la chiesa ha una certa esperienza nel far cambiare idea al proprio dio.
@ Damiano
Se leggi tutti gli interventi, tanto miei quanto di RazionalMente, capirai che le cose non stanno assolutamente così!
RazionalMente mi ha fatto alcune domande in merito alla fede in cui credo e alla dottrina che professo, ed io gli ho fornito le risposte!
Ho dato quelle indicazioni perchè, come ho già scritto, sono specchio di ciò di cui sono convinto ed è inutile che io ripeta cose già dette e scritte.
Cosa dovevo fare? Le domande erano in merito a come la Chiesa vede certi problemi, ho risposto con le parole della Chiesa (e quindi indirettamente anche mie).
Se poi la Chiesa sia vera o no, se il papa sia il “rappresentante di Dio” come scrivi tu, quello è un altro discorso…
Cerca di leggere prima di parlare per favore…