Welby, anche il ministro Bonino aderisce allo sciopero della fame

Cresce la mobilitazione per sostenere la richiesta di Piergiorgio Welby di mettere fine alle proprie sofferenze. Da oggi anche il ministro per il Commercio Estero, Emma Bonino, inizierà lo sciopero della fame a sostegno dell’iniziativa. Una mobilitazione che vede già coinvolte più di 250 persone, tra le quali i radicali Marco Cappato e Rita Bernardini. Un caso, quello di Welby, che da mesi scuote le coscienze degli italiani. E divide il fronte politico. Il 2 dicembre, in un’intervista a Repubblica, il professor Ignazio Marino, di fede cattolica, eletto nelle liste dei Ds, e presidente della Commissione Sanità del Senato è intervenuto dichiarando che staccare la spina a Piergiorgio Welby “sarebbe una scelta giusta”. E motivando la sua scelta con un ragionamento chiaro: “Welby non ha alcuna possibilità di migliorare, dobbiamo rispettare la persona, altrimenti ne prolunghiamo solo le sofferenze. In questo caso, come in altri, staccare la spina non significa uccidere, ma accettare che non c’è più nulla da fare”.
Si tratta di una scelta di eutanasia camuffata? Ignazio Marino respinge l’accusa: “L’eutanasia è un atto con il quale si determina la fine della vita con l’iniezione di un veleno che arresta il cuore e determina il decesso. Per Welby la situazione è diversa: è cosciente, sopravvive solo perché è attaccato ad una macchina che gli permette di respirare, ha chiesto, anche al Presidente della Repubblica, di porre fine alle sue sofferenze”.
Ma nella maggioranza le acque sono agitate. Lo ha confermato il ministro Rosy Bindi, nell’intervista pubblica ieri da Repubblica. “Staccare la spina a Welby sarebbe un chiaro caso di eutanasia, le parole di Ignazio Marino mi hanno sorpreso e meravigliato. Io mi rifiuto di prendere in considerazione qualsiasi regolamentazione dell’eutanasia. Ciò di cui dobbiamo discutere ora è il testamento biologico e non altro. Nessuno può interrompere la vita di un essere umano. I malati terminali devono essere accompagnati, con le terapie del dolore, verso la morte naturale“.

Fonte: Repubblica.it

21 commenti

trotzky

Rosy Bindi si rifiuta di prendere in considerazione le sofferenze di Piergiorgio Welby.
Vale a dire che gli astratti principi morali devono prevalere sulle esigenze degli uomini.
Siamo nelle mani di un branco di zombi.
Propongo di promuovere una mobitazione generale a favore di Welby. Non pssiamo tacere di fronte a tanta strafottenza.

Lazarus Long

“…devono essere accompagnati, con le terapie del dolore, verso la morte naturale“ E’ proproo quello che chiede Welby se non erro. Cioè che gli venga staccata la macchina (che penso tutti siano d’accordo nel definire uno strumento artificiale) e che gli venga somministrata una dose di sedativi atta ad evitarne ulteriori sofferenze nel momentoin cui sopraggiunga l’asfissia. Riassumendo morte “naturale” e terapia del dolore. Visto che questo è ciò che ha detto, a cosa si oppone esattamente la Bindi?

Alessandro Capriccioli

Secondo il Corriere.it “iniziano oggi i due giorni di sciopero indetto dall’Associazione Luca Coscioni e dai Radicali italiani a sostegno delle richieste di Pier Giorgio Welby” (http://www.corriere.it/ultima_ora/agrnews.jsp?id={39BEEFA3-DD7F-4376-B364-00D035D2A232}).
Una volta tanto che se ne parla, non sarebbe il caso Che il Corriere comunicasse con maggiore correttezza che il digiuno è iniziato undici giorni fa, e che da allora alcuni compagni sono in sciopero della fame a oltranza?

http://metilparaben.blogspot.com/2006/12/il-digiuno-accorciato.html

RazionalMENTE.net

Sostanzialmente il discorso di Rosy Bindi è il seguente: una persona incapace di suicidarsi deve far ricorso ad un’altra persona che metta fine alla sua vita e questo ricorso rientra nel concetto di eutanasia. Se si accettasse per Welby, bisognerebbe accettarlo per tutti, quindi ad esempio per quei malati terminali che non essendo in grado d’intendere e di volere non hanno espresso la volontà di morire. Rosy Bindi riconduce il discorso a quello del testamento biologico mettendo sullo stesso piano se così possiamo dire l’incapacità fisica e quella mentale. Insomma a mio parere c’è un vuoto legislativo da colmare e tale vuoto si riflette ovviamente anche sulla terminologia legislativa. E’ un po’ come un gatto che si morde la coda: non esiste la terminologia e quindi non è possibile pensare ad una legge e viceversa. Non è la prima volta che la Bindi si arrampica sugli specchi delle formalità terminologiche dei codici e della Costituzione, lo ha già fatto per i PaCS. Insomma abbiamo una classe politica ibernata e incapace di uscire dai “lacci e lacciuoli” della burocrazia.

archibald.tuttle

“Io mi rifiuto di prendere in considerazione qualsiasi regolamentazione dell’eutanasia.”

siamo letteralmente messi peggio che ai tempi di andreotti, il quale, pur minacciando di non firmare la legge sull’aborto, alla fine lo ha fatto. qua c’e una chiara maggioranza della popolazione che da tutti i sondaggi risulta favorevole all’eutanasia, e una dittatura in parlamento che si fa i cazzi suoi.

Francesco Casu

Che tristezza la Rosy…..dovrebbe andare da Welby e stare li almeno 2 giorni insieme a lui per capire (forse) cosa significa ritrovarsi in quella situazione.

Daniele Gallesio

Rosi Bindi “si rifiuta” di prendere in considerazione l’autodeterminazione della vita umana?

E io allora “mi rifiuto” di considerare Rosi Bindi un essere umano. D’ora in avanti la considererò una dea, visto che sulla mia vita ha più diritti lei di me!

Giuvà

Se una persona sopravvive solo grazie alle macchine o a qualche terapia
e chiede di porre termine all’accanimento terapeutico non so pechè non si
debba accontentarlo. Se non sbaglio l’ ultimo papa deceduto non è voluto essere
ricoverato in ospedale gli ultimi giorni. Praticamente ha rifiutato l’ accanimento terapeutico.

cartman666

@Daniele Gallesio: Io non la voglio una dea cosi’ baciapile e racchia!

Emi

“…mi rifiuto di prendere in considerazione qualsiasi regolamentazione dell,eutanasia”

E’ proprio la mancanza di regolamentazione che favorisce un’eutanasia clandestina, la quale proprio per il suo carattere occulto, scientificamente non documentabile e giuridicamente non verificabile, puo’ generare casi di un suo utilizzo o di strumentalizzazione della stessa al limite dell’atto criminoso.

Daniele Gallesio

@ Cartman666

Neanch’io la vorrei, e non perché non è piacente, ma perché vuole imporre a tutti la morale cattolica anche per quelle scelte che riguardano solo il singolo. E purtroppo ci riesce.

Ma purtroppo Rosy Bindi ce l’abbiamo, e ci tocca tenercela.

E allora, quantomeno, mi “diverto” a sottolineare la sua arroganza chiamandola dea per sottolineare il fatto che si arroga il diritto di decidere per la vita delle altre persone, e quindi deve considerare sé stessa qualcosa di più di una persona: una dea, appunto! 😀

Lorenzo

Purtroppo il Parlamento é pieno di “dei”…Abbiamo un Parlamento “divino”. 🙁 Fosse un po’ più umano sarebbe meglio..

cartman666

Purtroppo le nostre squallide divinita’ ignorano,una volonta popolare che e’ a favore dell’eutanasia. Chi vorrebbe che il povero Welby continuasse a soffrire in quel modo?
Sono molti anche tra i cattolici chi e’ favore, per il semplice fatto di aver assistito un congiunto, morto dopo atroci sofferenze a casa o in letto d’ospedale. A chi non e’ mai capitato un caso del genere? Eppure per le pressioni politiche di una cerchia ristretta si continua ad ignorare un’esigenza sentita dal popolo. Viva l’italia!

RazionalMENTE.net

Anche se non soffrisse, la vita è sua ed è un suo diritto decidere cosa farne. Se coscientemente ha chiesto un determinato trattamento medico (che ne determini o meno la morte non ha importanza), che diritto hanno gli altri per negarglielo? Tempo fa una donna con un piede in cancrena rifiutò l’amputazione. Per quale motivo allora Welby non può rifiutare l’accanimento terapeutico? E’ cosciente, lo ha espresso chiaramente, è un suo diritto.

raphael

Xrazionalmente
Su Ballarò del 28 novembre hai la risposta del prete e di formigoni e forse anche di Livia Turco che si arrampica sugli specchi:
“perché la vita non ci appartiene”.
Davanti a simili considerazioni che fanno il paio con la teorizzazione dello stato etico che rimanda le sue leggi ai valori che la divinità ci ha dato, resta ben poco da sperare

RazionalMENTE.net

Bisognerebbe rispondere a questi cattolici che se la vita non ci appartiene allora il libero arbitrio non ha alcun senso e non siamo quindi responsabili di ciò che facciamo, né del male, né del bene.

Daniele Gallesio

Eh… purtroppo gli si può rispondere cosa si vuole, che continueranno ad arrampicarsi sugli specchi… fino a raggiungere le più alte vette della (mala)fede.

Sulle quali vette, naturalmente, pianteranno il loro “simbolo di laicità”, a maggior gloria del dio degli inglesi…

Damiano

Io non ne farei una questione di “maggioranze di opinione”, sono convinto che la vita appartenga a chi ce l’ha, se anche tutta l’italia fosse contraria a staccare la spina, la decisone di staccarla o meno spetterebbe comunque a Welby e a nessun altro.

“perchè la vita non ci appartiene”.

Col beneamato cazzo! la mia vita appartiene a me e solo a me, questo è un FATTO che non è condizionabile dalle opinioni o dalle credenze di un (o una) IMBECILLE.

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