Si è dimesso Edoardo Narduzzi, presidente del Cda della Lait Spa, la società che per conto della Regione Lazio ha gestito il bando di gara per il servizio Recup (il call center per le prenotazioni sanitarie). Un bando che ha visto presentarsi un solo candidato, la coop Capodarco, una partecipata della Comunità cattolica di Capodarco, di cui è stato co-fondatore Augusto Battaglia, attuale assessore alla sanità della Regione Lazio. Secondo dichiarazioni che Narduzzi ha rilasciato a ‘Repubblica’, l’assessorato avrebbe voluto che l’appalto fosse di 95 milioni, anzichè di 53, e la durata quinquennale anziché triennale. I requisiti stabiliti dal bando sarebbero comunque stati caratterizzati da rigidità tali da predeterminare il vincitore. Nel frattempo, il Cda della Lait ha sospeso la gara, accogliendo una richiesta del presidente regionale Piero Marrazzo.
Coop cattolica e Regione Lazio: nuovi sviluppi
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Scusate ma intervengo per fare un pò di chiarezza …forse perchè offuscati dall’anticlericalismo (che tutto sommato condividerei).
La cooperativa capodarco non è emanazione della comunità. semmai, nel 1975 un gruppo di persone disabili (non preti, e non cattoliche) frequentando un corso di formazione di ceramica, si diedero lavoro creando una cooperativa sociale. Nel 1975 le cooperative sociali neanche esistevano. La legge è del 1991. Però già si integravano cittadini volenterosi e persone senza altre possibiilità lavorative, misurandosi in attività artigianali. Con una visione fantastica. Quella di crescere.
Quella cooperativa, di cui faccio parte dal 1999, ha inventato un servizio di supporto informatico alla sanità, attraverso le teleprenotazioni. Oggi in quel servizio INVENTATO da operatori disabili, è diventata un’eccellenza nel lazio al punto di essere considerato di INTERESSE PUBBLICO. Quel servizio è compatibile con molte malattie invalidanti e permette a persone con disabilità di lavorare consumando un reddito da produzione e non da assistenza (lavorando perdono il diritto alla pensione di invalidità, se dovuta). Dirai, una cooperativa che magna sui disabili…NO. Il fatto è che quest’anno (senza che la regione paghi i nostri servizi da un anno, il buco cade purtroppo anche su di noi), CI siamo dati 16 mensilità. Siamo 1.200 di cui 450 persone con disabilità, di cui 300 circa con disabilità grave (certificati superiori al 70%).
Quanto alla gara è stata indetta dalla Giunta che ne ha fissato con delibera (mica ha firmato solo Battaglia, e Marrazzo non c’era?) i criteri fondanti di un servizio che si chiede (lo diceva Badaloni, lo ribadiva Storace, lo ha consacrato Marrazzo con una DGR) venga svolto secondo le stesse modalità funzionali e di integrazione sociale.
La gara è stata indetta, con riserva alle cooperative sociali – secondo una normativa italiana ed europea che consente al Pubblico di riservare a forme di “laboratorio protetto” e di inclusione sociale e lavorativa di persone disabili, i servizi alla Pubblica Amministrazione.
Il problema è: può un0impresa sociale tentare il salto ed entrare in un’economia dedicata solo ai potenti? dobbiamo restare nei centri diurni psichiatrici a insegnare la ceramica agli utenti, oppure possiamo immaginare che qualcuno di noi ce la faccia davvero ad uscir fuori e a contaminare questa economia malata e “riservata” ai Tronchetti Provera? Perchè non si può esigere da un’amministrazione responsabile che un servizio IDEATO da una cooperativa sociale prosegua aumentando il valore sociale della sua azione (non 450, ma 1000 disabili, in 1000 città italiane?)? Perchè non creare un precedente che sia da indicazione per quanti vogliano affrontare questo mondo del lavoro precario e flessibile (noi siamo TUTTI soci a tempo indeterminato) con uno spirito diverso?
Il bello è che proprio ste notizie infondate (tipo che Battaglia assessore alla sanità è stato tra i nostri fondatori) gettano fango su una delle poche imprese che ha sgonfiato, rendendole trasparenti, i numeri delle prestazioni autocertificate dai potenti della sanità, dai baroni che hanno cliniche private e che fannoi leva sull’inefficienza dello stato per dirottare i cittadini presso i privati, che ha aperto la possibilità alla Regione di poter programmare al meglio la spesa sanitaria, perchè finalmente SA che tipo di prestazioini sono richieste dai cittadini, dove e quando.
Mi spiace ma state infangando una cooperativa sociale (non di infermieri, ma di inserimento lavorativo di persone svantaggiate) che con grossi sacrifici ha raggiunto risultati eccellenti.
Se sei una persona seria, non ti chiedo una risposta, non ti chiedo di scusarti, ti chiedo solo di informarti. Vai per curiosità su http://www.sociale.it e soprattutto digita su google “cooperativa sociale capodarco”, così com’è con le virgolette che ti filtrano le altre puttanate che si dicono su di noi.
Siamo un’impresa di economia sociale, che realizza a roma SUL SERIO, quello che pseudocomunisti pretendono di realizzare in nicaragua. Un’economia sociale attenta alla persona, che la valorizzi, che la rispetti a prescindere dall’handicap fisico.
Il resto sono chiacchiere da bar…
PS.
Siamo prevalentemente di sinistra e la coop è associata alla LEga.
Siamo in Via Ostiense 131/L palazzo della prefettura.
LA prossima volta informatevi. Libertà è anche libertà di pensiero, azione e informazione. Tu parli come quelli di Repubblica. Fai il loro gioco.
Ciao
Walter
Molto interessante quello che scrivi. Tuttavia:
– quello che abbiamo scritto noi l’abbiamo preso da Repubblica: se è falso potete sempre querelarli.
– quello che scrivi sulla non ‘cattolicità’ della Coop non trova conferma a questa pagina:
http://www.coinsociale.it/chi/cooperative/capodarco.php: “La Capodarco Cooperativa Sociale e Integrata è un’impresa sociale finalizzata all’inserimento lavorativo delle persone disabili. La sua costituzione avvenuta nel 1975 è stata determinata da un’iniziativa promossa dall’Ente Morale Comunità di Capodarco già Centro Comunitario Gesù Risorto che intendeva in questo modo favorire una piena integrazione sociale ed economica delle persone disabili. Dalla sua costituzione la cooperativa ha sempre perseguito questo suo scopo primario sino a divenire nel settembre 1992 una cooperativa sociale ai sensi di quanto previsto dalla Legge 381 dell’8.11.1991.
– che Battaglia abbia avuto a che fare con la Capodarco lo si trova scritto nella sua stessa autopresentazione sulla pagina personale che ha pubblicato sul sito della Regione Lazio (http://www.regione.lazio.it/Organigramma/giunta.do?code=244&type=dettPersona): “Laureato in lettere. Operatore sociale. E’ impegnato da oltre trenta anni per la promozione del diritto al lavoro e all’inserimento sociale delle persone handicappate nella Comunità di Capodarco di cui è stato Vicepresidente nazionale”.
– che Battaglia sia stato amministratore della Coop Capodarco lo si trova scritto in un’interrogazione del senatore Gramazio (http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=15&id=211422), persona che, preciso, non mi è politicamente vicina – non mi far perdere tempo e soldi per andare alla Camera di Commercio a cercare conferme, dimmi solo se è vero o falso;
– vorrei sapere, infine, se la Erica Battaglia, che scrive a vostro nome in questo vostro comunicato (http://superando.eosservice.com/content/view/653/112/) è parente di Augusto Battaglia.
Non abbiamo ovviamente nulla contro la cooperazione o contro i disabili. Ma diamo le notizie che riteniamo opportuno dare, senza sconti per nessuno, nemmeno per la sinistra.
PREMESSA: cooperativa e comunità sono due cose diverse con due diversi statuti e due diverse storie (fatte di persone vere che sono ancora lì).
PREMESSA 2: Repubblica è stata querelata, come Report e l’Unità.
PREMESSA 3: vatti a fare un giro in Comunità e conosci i preti che ne fanno parte…la loro visione materiale dell’umanità e la loro incapacità di sopportare l’ingiustizia sociale potrebbe farti venire qualche scompenso sull’anticlericalismo.
ORA LA RISPOSTA ALLE SUE DOMANDE…
– Il Dott. Battaglia è stato fondatore della Comunità di Capodarco (legga bene i suoi estratti!), nei lontani anni ’70, facendo l’operatore (pensi lei!!!) e buttando al vento una laurea che ad altri ha permesso di entrare in banca a tempo indeterminato. La politica è venuta dopo e, onestamente, è stato l’unico deputato di zona (quando c’erano ancora i collegi uninominali e dopo anni e anni di militanza contro i poteri forti del suo partito) a ricevere i suoi cittadini di collegio e a vivere le difficoltà della gente sulle sue spalle.
– Il Dott. Battaglia non c’entra nulla con la Cooperativa Capodarco, come si evince dalla risposta data dall’On Livia Turco con tanto di documenti formali all’interrogazione da lei citata di Gramazio (si informi e perda tempo, ogni tanto!)
– La signorina Erica Battaglia non la conosco, ma se si sente così moralizzatore e ha la sua mail perchè non trova un pò di coraggio per scriverle e chiedere a Lei. E’ facile stare lì, dietro una scrivania, e giudicare da quello che si legge su Internet. Se lei è un giornalista, dovrebbe sapere che così facendo si possono prendere dei granchi.
Noi, cittadini di Cinecittà, che tanto abbiamo avuto dal Dott. Battaglia non abbiamo alcun dubbio: pura demagogia e paura di aver dato un incarico ad una persona incorruttibile. Sa chi è il proprietario di Repubblica? il Gruppo Caracciolo che a Roma ha la maggiornaza delle cliniche private. Sa chi è il proprietario dell’Unità? forse tal Angelucci del San raffaele.
Lei fa l’anticlericale, ma non conosce le cose di questa terra.
E poi, una domanda per Lei…cosa c’entra questa cosa sul suo sito?
Fortunato il Dott. Battaglia che ha elettrici come lei.
Ma io rinnovo le questioni, a cui evidentemente non si sa dare risposta:
– quello che è scritto sul sito Coinsociale è vero o falso?
– Erica Battaglia è parente o meno? Giurerebbe che non esiste alcun tipo di legame?
Avere due statuti diversi non significa proprio nulla, e che la storia sia la stessa è ovviamente un’opinione che deve essere poi confermata dai fatti. Quanto al sito del Senato, evidentemente dispone di fonti dirette, perché attualmente il sito non è funzionante per manutenzione. E quanto alle denunce nei confronti di Report, Repubblica e l’Unità, beh, se verranno pubblicate delle smentite o ci saranno delle condanne nei loro confronti sarà nostra premura darne notizia. L’abbiamo già fatto e lo faremo ancora. Non siamo servi di nessuno.
Non sono un giornalista, sono solo un volontario – come voi – che si ritaglia tante ore del tempo libero per cercare di rendere un po’ migliore questo paese. Probabilmente non sarà d’accordo con ciò che cerco di realizzare, e pazienza. Non penso di essere anticlericale (altrimenti lo sarebbe anche la magistratura, no?). Penso però che vi sia una clamorosa arrendevolezza del potere politico nei confronti del volontariato cattolico, tanto clamorosa che non viene nemmeno scalfita dai tanti scandali che pure vi sono stati in passato e di cui si parla tuttora. Mentre gli atei sarebbero quelli con la marcia in meno (come dice Amato). Visto che il volontariato cattolico viene sovvenzionato anche con i soldi di chi non crede, in democrazia è lecito chiederne ragione.
Rilevo infine che l’IP address da cui è partito questo messaggio è lo stesso da cui è partito il messaggio a nome Walter.
“Rilevo infine che l’IP address da cui è partito questo messaggio è lo stesso da cui è partito il messaggio a nome Walter”
Si poteva immaginare