In Turchia spopola ‘Hello Fatwa’

Interpretazione di sogni, problemi coniugali, dubbi sulla sessualità e, in generale, sul comportamento del buon musulmano: sono questi i temi con cui gli otto teologi turchi di ‘Hello, Fatwa’ si confrontano quotidianamente, sciogliendo via telefono o Internet i dubbi dei fedeli. Quello di dare consigli in materia di credo è da sempre uno dei compiti svolti dalla Direzione Affari Religiosi del governo turco, presieduta da Alì Bardakoglu. Ma ultimamente l’amministrazione ha avvertito la necessità di adeguarsi ai tempi e ha aggiunto alle tradizionali consulenze per lettera o di persona, quelle per telefono ed e-mail. Per gestire il nuovo servizio, chiamato appunto ‘Hello, Fatwa’ (la fatwa è una sentenza o responso emesso sulla base dei principi islamici), sono stati selezionati otto esperti di teologia, quattro uomini e quattro donne, responsabili rispettivamente dell’utenza maschile e di quella femminile. […] Le domande che arrivano al centro sono spesso più singolari. “Commetto peccato se faccio sesso con una bambola gonfiabile?”, si è sentito chiedere per telefono uno degli esperti, che ha consigliato al dubbioso fedele di cercarsi una moglie per evitare di turbare ulteriormente la sua psiche. Ha scelto invece l’e-mail, probabilmente per motivi di riservatezza, il transessuale che ha chiesto agli esperti se rinascerà uomo o donna il giorno del giudizio universale. […]

Fonte: Metronews.it

 

2 commenti

giops

Che i religiosi dicano la loro non mi sembra una cosa negativa, anzi!
Però se poi le cose vengono imposte per legge è tutto un altro discorso!

RazionalMENTE.net

Ci mancherebbe che non ci fosse libertà di religione, ma tale libertà implica libertà anche di non credere. Le religioni invece con libertà di religione intendono la propria libertà di dettar legge. Personalmente penso che tanta arroganza soprattutto in occidente non giochi a favore della religione. E’ un darsi la zappa sui piedi. L’insofferenza cresce e il potere religioso è costretto a farsi sempre più arrogante e prevaricatore. E’ un circolo vizioso del quale poi a farne le spese sono sempre i più deboli.

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