Primato papale sempre più da primato

La Chiesa cattolica ama gloriarsi della propria bimillenaria tradizione. È ragionevole supporre che larga parte della popolazione italiana ritenga che le caratteristiche della Chiesa (gerarchia, riti, dogmi…) siano le stesse delle origini. In realtà, piccoli cambiamenti avvengono continuamente. E nemmeno tanto piccoli. Prendiamo il caso del primato papale. All’inizio il vescovo di Roma era un vescovo come gli altri, solamente un po’ più prestigioso degli altri: quasi due millenni più tardi è diventato infallibile, tanto da provvedere lui stesso alla nomina di tutti gli altri vescovi.

Ciononostante, qualche limite al primato papale c’era ancora: si prende questo passaggio (n. 85) del Catechismo della Chiesa cattolica, del 1992:

“L’ufficio di interpretare autenticamente la Parola di Dio scritta o trasmessa è stato affidato al solo Magistero vivente della Chiesa, la cui autorità è esercitata nel nome di Gesù Cristo”, cioè ai vescovi in comunione con il successore di Pietro, il vescovo di Roma.

Leggiamo ora lo stesso passaggio nel Compendio che, nel 2005, è stato tratto dallo stesso Catechismo:

L’interpretazione autentica di tale deposito compete al solo Magistero vivente della Chiesa, e cioè al Successore di Pietro, il Vescovo di Roma, e ai Vescovi in comunione con lui.

Un piccolo, significativo slittamento.

6 commenti

netzer

Leggete bene queste poche righe: sono il riassunto perfetto del cristianesimo. Ecco come si è costruita la favoletta di un prodigioso falegname immortale…..
Questa è l’essenza della religione, un continuo, lento plasmare la realtà a proprio piacimento.

davide

a netzer
sarebbe meglio dire del cattolicesimo visto che per i protestanti l’interpretazione della Bibbia è personale. aggiungo anche oltre a quello che hai giustamente scritto che forse sono proprio le righe di cui parli il motore di avviamento della politica sedicente “ecumenista” del post Concilio Vaticano II

Mizar

A me sembra che il senso della frase non cambi. Cambia l’ordine delle parole, e questo può dare maggiore o minore enfasi, ma non cambia la cogenza giuridica dell’enunciato. La frase “al Successore di Pietro, il Vescovo di Roma, e ai Vescovi in comunione con lui.” ha una “e congiunzione”, che significa che il potere spetta “al successore di pietro INSIEME ai vescovi in comunione con lui”.
Poi, altra cosa: ammettendo l’interpretazione che vede modificarsi il senso della frase, il fatto che la chiesa si evolva e cambi non è un male. Attenti a non contraddirvi. A volte lamentate la monoliticità spaziotemporale del cattolicesimo, altre volte ne lamentate la variabilità nel tempo e nei luoghi. La verità è che la chiesa si evolve, e che rappresenta una realtà composita, e secondo me è bene che sia così.

Emi

“il fatto che la chiesa si evolva e cambi non è un male”

Non è un male per la chiesa! ed solo per questo motivo che cambia.

Quando vi sarà l’apertura della chiesa sui profilattici per prevenire il contagio tra coniugi, saranno tutti pronti ad elogiare lo straordinario atto di lungimiranza e probabilmente si riconsidererà la solita falsa solfa che la religione non è in contrasto con la scienza scartabellando il nuovo fascicoletto su preservativo e AIDS.

Speriamo che qualcuno si ricordi che per arrivare quest’altra “cogenza giuridica dell’enunciato” dagli anni ’80 ad ora ne son morti di cattolici contagiati dal virus HIV per non aver utilizzato i profilattici per motivi religiosi, così pure di HPV, visto che questo causa tumore al collo dell’utero e chissàquanti sono rimasti sterili per infezioni da Clamidia, Serrazia marcescens e via che vada. Questo in Italia figuriamoci le politiche cattoliche nei paesi in via di sviluppo.

tadeo

ti rispondo io cara sorellina Emi:nei paesi catolici in via continua di sviluppo il male e’il doppio, le donne che fanno aborto pagano con la galera per parechie anni, Brazile,Argentina, terra amara e falsa perche terrieri e vescovi ci danno una mano a procreare ignoranza.

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