La religiosità (e l’ateismo) dei giovani italiani

La fede cristiana resta uno dei pochi capisaldi nella generazione del precariato, pur di fronte alla diminuzione della pratica religiosa giovanile e alla tendenza a seguire una religiosità individuale. Dalla ricerca curata dallo Iard per il Centro di orientamento pastorale (Cop) nel 2004, su un campione di 3.000 italiani tra i 15 e i 34 anni nati tra il 1970 e il 1989, pubblicata oggi dalla casa editrice Il Mulino, emerge il ritratto di una gioventù frammentata, a volte contraddittoria, eppure ancorata a una scala di valori di ispirazione cristiana. I dati non rivelano forti scossoni rispetto alla prima indagine del 1992 (lo studio ha cadenza quadriennale). Il 70% dei giovani si definisce ancora cristiano cattolico. A questi va aggiunto un altro 1% di appartenenti ad altre fedi cristiane (ortodossi e protestanti) e chi si definisce cristiano senza specificazione (il 5%). Spicca il 6%, dato in aumento dovuto alle sirene new age, che afferma di credere in un’entità superiore senza però riferirsi ad una religione. Ci si attesta comunque sull’80% di credenti, numero rilevante e forse unico nel contesto europeo. Certo, cresce anche la tendenza all’ateismo, di cui oggi fa professione un under 35 su 10. […]

Dal sito di Avvenire

21 commenti

Franco Siccardi

E come potrebbe essere diverso, con il martellamento mediatico costante cui siamo quotidianamente sottoposti?

Kaworu

“Il 70% dei giovani si definisce ancora cristiano cattolico”.

ok…

sarei curiosa di sapere quanti di questi baldi giovani cattolici e cattoliche sono ancora vergini prima del matrimonio.

giusto per farmi due risate.

Emi

“…numero rilevante e forse unico nel contesto europeo…”

e ciò continuerà a portare i frutti marci che già abbiamo in ambito legistativo, scolastico, scientifico, etc. etc.

Comunque, pur ponendo attenzione ai punti deboli dei sondaggi, buona fortuna agli uno su 10 under 35.

Marja

secondo me si tratta di una tendenza passeggera e superficiale, infatti, si tratta di giovanissimi che non hanno neppure idea di come fosse la vita quando la morale cattolica dominava incontrastata nella società e permeava di sè tutte le leggi e le istituzioni dello stato, forse è per questo che si incontra un maggior numero di atei tra gli over 35 e tra le persone istruite,gli altri si lasciano incantare dalla favola di Gesù il rivoluzionario, dalla chimera del messaggio del messaggio d’amore universale…Inoltre, per gli adolescenti è molto importante sentirsi inseriti in un gruppo, sentire di appartenere a qualcosa e forse la istituzioni ecclesiastiche riescono,meglio di altre, a soddisfare questo bisogno di appartenenza e di aggregazione. è comunque una cosa triste, se si pensa a tutte le lotte che sono state fatte per laicizzare questo paese, verrebbe da dire che questi giovani sono proprio degli ingrati…

Giacomo

“Il 70% dei giovani si definisce ancora cristiano cattolico” ..hAHAHaHa questa mi è piaciuta.. si sicuramente si definiscono… presumo però che sia per abitudine, vorrei veramente fare 1 indagine a fondo per vedere quanti rispettano le regole base dettate dalla chiesa cattolica… .. vorrei proprio farmi due risate alla facciazza di avvenire! 😀

cartman666

Non mi fido molto di questo sondaggio, secondo me solo un terzo e’ effettivamente praticante, gli altri sono cattolici solo di facciata,come il resto degli italiani.

Kaworu

direi che poi i preservativi usati alla giornata mondiale della gioventù quando ancora c’era il polacco sono un vero segno di giovani cattolici praticanti… sesso.

netzer

lo vogliamo correggere un attimino questo sondaggio?
dunque, quel dieci per cento non è ateo: semplicemente non crede alle favole! mettiamo le cose a posto per favore…

zemolo

Kavoru scrive: – “Il 70% dei giovani si definisce ancora cristiano cattolico”.
ok…
sarei curiosa di sapere quanti di questi baldi giovani cattolici e cattoliche sono ancora vergini prima del matrimonio. –

Su, dai, cos’è quest’ironia?! Dimentichi che sono quasi tutti catolici: possono semprecontre sulla confessione e sull’automatico perdono 🙂

Umberto

Le solite cazzate di avvenire, non prendiamole sul serio.

Giuseppe

Riporto dal sito di Avvenire:

«I credenti sono stati suddivisi in tre grandi categorie sociologiche: praticanti, non praticanti e generici. Ma vengono poi elaborate dagli autori 11 tipologie specifiche, in cui spiccano i «ritualisti» (il17%) e gli «occasionali» (il18%). »

Però non ci dicono quali sono le percentuali complessive di praticanti, non praticanti e generici.

Ma quando si fa un sondaggio non sarebbe bene pubblicare le tabelle con i dati piuttosto che limitarsi a un’interpretazione degli stessi?

Ancora:

«Un dato accomuna questa generazione ai loro coetanei degli anni 80, quella che i sociologi hanno definito «generazione x», la prima dell’era post ideologica: la diminuzione dell’importanza attribuita alla religione. Poco meno di un terzo, come nel 1984, la ritiene molto importante, un altro 37% si colloca in una posizione di incertezza mentre gli altri si dicono indifferenti.»

[…]

«Se la maggioranza aderisce al cattolicesimo, tale scelta poi si traduce solo in una pratica religiosa effettiva per un terzo circa del campione.»

[…]

«Quanto alle orazioni, un giovane su cinque dichiara di pregare quotidianamente. Netta la prevalenza femminile: prega un terzo delle ragazze.»

[…]

«Come si trasmette la fede in Italia? Sempre attraverso la famiglia, dove resta fondamentale la testimonianza della figura materna. Insomma dove è forte il sentimento religioso dei genitori, lo sarà probabilmente quello dei figli. E non è detto che chi ha più risorse culturali si allontani dalla Chiesa.»

davide

«Come si trasmette la fede in Italia? Sempre attraverso la famiglia, dove resta fondamentale la testimonianza della figura materna. Insomma dove è forte il sentimento religioso dei genitori, lo sarà probabilmente quello dei figli. E non è detto che chi ha più risorse culturali si allontani dalla Chiesa.»
Oh bè sarà anche vero ma per quanto mi riguarda sebbene sia cresciuto con genitori che pur non facendone parte frequentano spesso CL io per esperienze vissute e riflessioni approfondite su molti passi della Bibbia mi colloco con estremo gaudio in quell’uno su dieci, o meglio tendo abbastanza raramente dopo alcune vicende dei primi tempi del mio ateismo a stare su posizioni “moderate”. Comunque Marja hai perfettamente ragione quando parli di come i miei coetanei siano facile preda della fede cattolica e per questo cara Marja mi fa stare non molto bene l’idea che anche nell’UAAR non ci sia una specie di “sezione giovani”. Non è vero che noi giovani siamo degli ingrati verso di voi che avete iniziato la lotta per la laicizzazione, perchè recentemente ho conosciuto gente che non sopporta più il fatto che si sia obbligati per legge a piegarsi di fronte al potere ecclesiastico e poi guarda quante ragazze sono andate a manifestare per la legge sull’aborto. inoltre se ho preso la decisione di abbandonare il cristianesimo lo devo soprattutto a due miei compagni di liceo (sebbene ora li consideri da un certo punto di vista eccessivamente moderati)a causa di alcune domande che mi facevano, le quali mi hanno spinto a riflettere sulla vita passata in modo libero. Questi due ora sono i miei migliori amici. E poi ci sono anche alcuni miei amici di Università i quali, pur definendosi credenti, spesso e volentieri manifestano un odio verso la Chiesa pari al triplo del mio. Certo come dici bene tu manca qualcosa come gruppo o associazione che sia in grado di attrarre noi giovani verso una sfera laica. poi non so se quelli che frequentano i gruppi cattolici abbiano mai provato a leggere la Bibbia al di fuori degli incontri con il prete e non secondo un’ottica in cui tutto ciò che c’è scritto sia per forza di cose giusto e una luce per la propria vita. suppongo di no perchè se no il rapporto sarebbe molto diverso

lottina

io ho 18 anni e sono atea……il fatto è che tanti giovani non hanno il coraggio di dirlo a loro stessi e alla propia famiglia……i miei coetanei non seguono la dottrina cattolica ma gli fa comodo definirsi cristiani per tradizione e perchè gli è stato insegnato cosi…..purtroppo tante persone ancora non sanno pensare con la propia testa nel 2006…….e questo è abbastanza triste

andrea

Interessante, sono un under 35 su dieci.
Credevo meglio, anche se lo trovo moderatamente lusinghiero.

Bright Alien

Bah.

L’articolo é pieno zeppo di sottili e subdole apologie della religione cristiana cattolica. Quasi dei messaggi subliminali.

Un solo esempio: la frase “eppure ancorata a una scala di valori di ispirazione cristiana” mi fa pensare di essere di fronte, ancora una ennesima volta, alla dittatura della morale cristiana che vuole far credere di essere l’unica depositaria. O, peggio ancora, che morale e religione siano indissolubili.

Comunque, per restare nell’argomento, mi piacerebbe chiedere al 70% che si definisce ancora (altro messaggio subliminale!) “cristiano cattolico” se veramente creda oppure no ai dogmi del cattolicesimo. Se uno si definisce cristiano, deve credere come minimo nell’origine divina di Gesú. Se si definisce cattolico, deve credere come minimo nella verginitá della madonna.

Secondo me, un buon 90% di questo 70% si definisce cristiano per convenienza o per faziositá.

Giuseppe

@andrea

«Interessante, sono un under 35 su dieci.
Credevo meglio, anche se lo trovo moderatamente lusinghiero.»

Per l’esattezza sono:
6,3% agnostici
11,4% non credenti

totale 17,7%

Poi ci sono:
cattolico occasionale: 18,0%
cattolico lontano: 4,7%

Definizioni:

“Cattolici occasionali: La religione non è parte essenziale della loro vita, la partecipazione alla vita comunitaria è molto scarsa e si risolve in una sporadica frequenza delle funzioni religiose e in un saltuario colloquio personale con Dio. L’impressione è quella di soggetti che vivono la religione in maniera non problematica, soddisfatti del proprio rapporto con il sovrannaturale e senza particolari stimoli per mettere in atto un percorso di approfondimento individuale.”

“Cattolici lontani: sostanzialmente si tratta di giovani che hanno abbandonato quasi completamente qualsiasi forma di pratica religiosa, sia istituzionalizzata che individuale. La dimensione religiosa non interessa più di tanto la propria vita. Ciononostante si riconoscono nella professione cristiana e non percepiscono in declino la loro fede personale.”

In pratica queste due categorie indicano persone che si definiscono cattoliche ma sono quasi del tutto disinteressate alla religione: totale 22,7%

Giusto per far capire come si possano leggere in modo molto parziale i dati di un sondaggio…

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