L’errore di Galileo

L’universo, immenso libro non lo si può capire se non se ne impara prima la lingua ed esso «è scritto in lingua matematica». Così Galileo nel Saggiatore. E tuttavia, scrive Cini (p. 7) «Galileo aveva torto. È un pregiudizio neoplatonico identificare il carattere ‘oggettivo’ della conoscenza scientifica con la scoperta del linguaggio matematico in cui l’universo è scritto. La realtà è talmente ricca, complessa e articolata da non essere rappresentabile se non dopo averne selezionato, all’interno dell’infinita varietà dei suoi differenti aspetti, alcuni tratti riconosciuti, nel contesto storico dato e per ogni disciplina, come fondamentali. Utilizzando una ben nota e calzante metafora, la scienza è l’insieme delle possibili mappe diverse. E, come si sa, confondere la mappa con il territorio, è un grave errore epistemologico». La citazione si riferisce a una questione centrale nella storia e nella filosofia della scienza. Il «realismo ingenuo» di alcuni scienziati sostiene che la realtà fisica esista di per sé e che il compito della scienza sia solo quella di disvelarla al meglio; in questo senso è platonismo. Il fatto che così facendo sia stato possibile creare delle applicazioni tecniche che funzionano, sarebbe la dimostrazione che la realtà è proprio reale. Altri, in molte sfumature, hanno sostenuto invece che la realtà è solo percepita, solo un prodotto delle nostre costruzioni mentali e concettuali, un relativismo estremo. Di fronte a questi due atteggiamenti, tra di loro irriducibili, l’autore sostiene che sono entrambe sbagliate perché l’immagine del mondo che abbiamo «è frutto di un’esplorazione da parte della nostra specie nel corso dei millenni della nostra storia, interpretata per mezzo di categorie elaborate socialmente». In questo approccio scienza e conoscenza tornano nella storia, frutti di un a continua interazione tra natura e cultura.

Fonte: IlManifesto.it 

10 commenti

Franco Siccardi

Si, certo, Galileo non era nella pienezza della ragione.
La matematica non e’ il liguaggio in cui e’ scritta la natura, e’ solo il miglior artifizio che ha creato la nostra ragione per poter comprendere e prevedere quel che capita nel mondo che ci circonda. Son passati 400 anni, di strada se ne e’ fatta; ne’ la fisica, ne’ la matematica sono piu’ quelle descritte nei libri di allora. Ne’ saranno le stesse di oggi quelle che saranno descritte tra quattrocento anni.

False e bugiarde, esattamente come allora, sono invece le superstizioni organizzate, che si autodefiniscono “religioni”, depositarie di una verita’ rivelata immutabile dall’eta’ del bronzo, e che hanno la pretesa di condannare le scoperte scientifiche come l’evidenza dell’evoluzione sulla base di miti e storielle che, se fossero propinate da qualcun altro, non sarebbero credute neppure da un bambino di cinque anni.

giops

In tutte le discipline ci sono diverse scuole… è normale che sia così
in fondo quando si studia un aspetto della natura si ha “fede” del fatto che sia scopribile e che il modello che creiamo sia il più perfetto possibile (almeno con le conocenze attuali), ma questo non vuol dire che questo atteggiamento sia simile a quello che induce a credere in un dio, le tesi che sono sostenute hanno riscontri osservabili da chiunque e chi volesse smentirle ha tutti gli strumenti per farlo.
La differenza maggiore tra religione e scienza infatti è solo una: nella scienza non ci sono dogmi.
La scienza non è un verità disvelata da una mente geniale, è un modello che si migliora piano piano con lo studio di esperimenti sempre più dettagliati.
La religione è un’altra cosa indimostrabile che risponde a domande diverse:
la scienza parla di come è fatta la natura, non del suo “perchè” (domanda comunque discutibile),
poi che si incorra in errori è normale, anzi, è pure calcolato ^^
sennò che senso avrebbe continuare a studiare il mondo della natura?
In fondo gli scienziati di oggi sono lì a correggere gli errori dei loro predecessori, una cosa molto meno irrispettosa di come potrebbe sembrare, perchè se riescono a trovarli e sistemarli quegli errori, è anche merito del lavoro che gli altri hanno fatto prima di loro.
La scienza va avanti per piccoli passi, ma tanti piccoli passi alla fine fanno un grande passo e alla fine ci si è avvicinati un po’ di più alla “verità” con una “quasi verità” che magari potrà essere corretta o smentita, ma che sicuramente è la cosa più certa, razionalmente parlando, che possiamo permetterci di sostenere… scusate se è poco…

Daniela

galileo non aveva torto, la matematica è la lingua con la quale è scritto l’universo, la matemetica è lo strumento per eccellenza per capirlo, non è realismo ingenuo sostenere che la realtà fisica esista di per se e compito degli scienziati è quello di disvelarla al meglio, questo è proprio quello che fanno gli scienziati, osservano la realtà, elaborano ipotesi, effettuano esperimenti e verificano le loro ipotesi, e se il tutto è supportato da un solido modello matematico, quella teoria è inattaccabile, così è nata la teoria della gravitazione universale, certo Einstein è partito dal modello matematico con la teoria della relatività, e poi si è arrivati dopo a verificarlo sperimentalmente, ma a maggior ragione si può affermare che la matematica è lo strumento per eccellenza per capire e comprendere la natura. E non sono d’accordo con questa frase” l’immagine del mondo che abbiamo «è frutto di un’esplorazione da parte della nostra specie nel corso dei millenni della nostra storia, interpretata per mezzo di categorie elaborate socialmente»”, ma cosa vuol dire? Ma quali categorie elaborate socialmente! Non è la società che ha modificato il modo di fare scienza, ma la scienza ha modificato la società, infatti ogni scoperta scientifica ha modificato il nostro modo di considerare la realtà, ha rivoluzionato il nostro modo di vivere e per alcuni di pensare, è la scienza che disvelandoci il mondo, ci fa conoscere nuovi aspetti della realtà che ci erano ascuri per ignoranza e pigrizia; e tutto ciò che la scienza ci svela viene poi elaborato socialmente, culturalmente. La nosra etica cambia e cambia il nostro modo di rapportarci agli altri, esseri viventi e non.

Kris

Scusa Daniela, ma mi sembra che tu abbia una visione un po’ metafisica della scienza…da come la descrivi tu sembra quasi qualcosa di dato, un po’ come il verbo delle scritture, la lingua sacra che è il solo veicolo per penetrare la realtà delle cose. Mi sembra che tu scambi il modello con la realtà, la gravità per esempio, può essere descritta in almeno 2 modi, forse, quando termineranno l’LHC, anche 3, tutti funzionanti, ma nessuno dei 3 è la “Gravità” ma modi più o meno efficaci di descriverla.
Ci manca solo che, una volta eliminato dio dalle nostre vite, lo sostituissimo con un’entità onnipotente chiamata “Scienza”, che non ha nulla a che fare con il metodo scientifico.

RazionalMENTE.net

La matematica non esiste in natura. E’ una nostra invenzione. Un criterio, un metodo per studiare la realtà che ci circonda. Un metodo nato nell’uomo, quindi nella natura e quindi in sintonia con la natura. Adatto quindi fin dagli inizi a studiare la natura. Ma non è al di fuori dell’uomo, non esiste fuori dalla mente umana.

Enrico

Immagino che finchè non avremo contatti con extraterrestri non potremo mai saperlo con certezza…

Zorro

SVEGLIA !!!!!

Dio e scienza sono correlate, come Fede e Ragione !!!!

Quando lo capirete, voi razionalisti, che è un fatto evidente ????

Ah…già, un “cieco” non può vedere neanche se gli metti gli occhiali !

Daniela

ma quale visione metafisica della scienza, la mia è una visione concreta e oggettiva e non è qualcosa di dato, si osserva la natura, si studia e si sperimenta. La matematica esiste in natura, è al di fuori dell’uomo, alcuni studi hanno verifcato che anche i primati hanno alcune nozioni di matematica, come alcuni altri animali, inoltre la successione di Fibonacci si ritrova di frequente nel campo animale e vegetale, i semi le ramificazione degli alberi, le dita della mano, lo scheletro del guscio di alcuni animali etc.

Kris

il fatto che i primati conoscano alcune nozioni matematiche potrebbe dimostrare al massimo che possiedono una mente capace di categorizzazione, i numeri di fibonacci ricorreranno frequentemente in natura, ma che mi dici di tutti i casi in qui tale sequenza non appare? sono meno reali degli altri? il fatto che, in fisica quantistica, non si possa sapere contemporaneamente velocità e posizione di un elettrone attorno ad un nucleo, e che si possa conoscere soltanto la probabilità che l’elettrone si trovi in un certo ponto dello spazio in un dato momento a quella determinata velocità, non vuol dire che quell’elettrone non abbia una velocità o una posizione prescisa: le ha entrambi, ma noi non le possiamo conoscere…

Fabio Milito Pagliara

mmm l’articolo riprende alcune questioni di filosofia della scienza, una breve introduzione se volete in questo libro
http://fmplibri.blogspot.com/2006/08/okasha-samir-il-primo-libro-di.html
il problema di fondo e’ rischiare poi di fare l’errore inverso e negare l’oggettività del mondo esterno (e per quanto sia stata ipotizzata non ci sono buone ragioni per farlo) detto questo sicuramente la scienza e’ un prodotto culturale (e quindi storico) ma se non studiasse qualcosa che ha proprietà piu’ o meno fisse e che sono li’ fuori non sarebbe potuta andare avanti (ovvero, non e’ che prima di copernico il sole girasse intorno alla terra, era solo un’opinione diffusa) il fatto che piu’ modelli possano spiegare la stessa cosa non dovrebbe creare confusione a nessuno, purtroppo chi non sa di scienza (non parlo di chi ha portato l’esempio ovviamente!) usa questi fatti per dire che la scienza non serve 🙁
bisogna tenere duro 😉

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