È ammissibile e va accolto il diritto di Piergiorgio Welby a interrompere il trattamento terapeutico non voluto. Ma al tempo stesso «è inammissibile» il ricorso laddove si chiede che ai medici sia ordinato di non ripristinare la terapia «perché trattasi di una scelta discrezionale affidata al medico». È questo il parere della procura della repubblica di Roma in merito al ricorso di Welby al tribunale civile per ottenere l’interruzione del trattamento terapeutico che lo tiene in vita (ricorso che martedì sarà al vaglio del tribunale civile). Nell’atto di intervento predisposto dal procuratore Giovanni Ferrara e dai sostituti Salvatore Vitello e Francesca Loy si afferma: «Sotto il profilo dell’esistenza del diritto ad interrompere il trattamento terapeutico non voluto, con le modalità richieste, il ricorso è ammissibile e va accolto», ma allo stesso tempo non si può «ordinare ai medici di non ripristinare la terapia perché trattasi di una scelta discrezionale affidata al medico».
Quanto all’altro aspetto che emerge dall’eventuale «distacco della spina» ossia la responsabilità del medico di valutare se sussista in concreto la necessità di salvare il paziente, i Pm romani ricordano l’articolo 37 del codice deontologico il quale prevede: «In caso di malattia a prognosi sicuramente infausta o pervenute alla fase terminale, il medico deve limitare la sua opera all’assistenza morale e alla terapia atta a risparmiare inutili sofferenze, fornendo al malato i trattamenti appropriati a tutela, per quanto possibile, della qualità di vità». […]
Dopo l’appello a Napolitano, Welby ha presentato un ricorso al Tribunale di Roma per ottenere l’interruzione di quello che definisce accanimento terapeutico, attraverso il distacco del respiratore artificiale sotto sedazione terminale. L’udienza del tribunale è stata fissata per martedì 12 dicembre. In vista di questa data, i radicali hanno interrotto, dopo 16 giorni, lo sciopero della fame che ha coinvolto cittadini, parlamentari, medici e un ministro.
Un altro piccolo passo
ma in pratica gli tolgono le medicine ma lo salvano se sta per morire? oO”’
è malata ‘sta cosa…
Sarebbe permessa una terapia antidolore ma essendo ancora alla mercé dei preti non sarà una vera terapia antidolore
non si può «ordinare ai medici di non ripristinare la terapia perché trattasi di una scelta discrezionale affidata al medico»
ma come fa ad essere a scelta discrezionale del medico? ad esempio un medico puo decidere lui di farmi la chemio anche se io non voglio???? non e’ che hanno visto troppo dottor house sti magistrati del piffero?
Per la serie, il medico stacca la spina, e poi nota: “Cribio!!!! Sta per morire!” E la riattacca. Poi: “Dobbiamo ottemperare alla sua volontà. Stacco la spina.” e poi: “Oddio! Ma così muore! Aaaah! Riattacco.” ….
Ma capiscono quello che dicono?
E’ il solito gioco allo scaricabarile per il quale siamo conosciuti in tutto il mondo.
Gli italiani non saranno mai capaci di prendere una decisione netta su nessun problema. Comunque si capisce che hanno capito che bisogna cominciare a fare dietro front. E’ già qualcosa.
Incredibile!!! La soluzione è quindi di interrompere la terapia per porre termine (temporaneo) alle sofferenza, poi ripristinarla quando sta per morire, e via di seguito. In pratica, la definizione di “tortura”. Ma tant’è ai preti sta bene cosi’, quindi sia fatta la loro volontà, amen…che paese di mmmmmmmmmmmmerda!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
La vita di un uomo appesa ai cavilli della burocrazia.
Eppure, sebbene sia uno di quelli secondo cui la volontà di welby debba essere assecondata, devo dire che mi dispiace il fatto che a breve dovrà morire. Quando ho letto le sue ultime parole in cui faceva un bellissimo parallelismo tra lui e Moro ho capito che welby è qualcosa di più di un grande uomo e che il mondo ha un continuo bisogno di grandi persone come lui. Al contrario invece coloro che si credono grandi nel non rispettare le parole di welby meriterebbero una fine dieci volte più dolorosa della sua. Chissà perchè una fine dolorosa debba essere riservata a quasi sempre ai grandi?
Non sai quanto darei per salvarlo, per farlo vivere. Mi turba moltissimo il fatto che se Welby vincerà la sua battaglia morirà. Se mi è concesso di sognare, vorrei che guarisse.
Forse avrebbe potuto essere guarito grazie alla ricerca sulle staminali, ma siamo ancora ai primi passi e la ricerca deve fare anche i conti coi cattolici.