È morto a Palermo il cardinale emerito Salvatore Pappalardo. L’Alto prelato aveva 88 anni ed era originario di Villafranca Sicula (Agrigento). Fino alla seconda metà degli anni Novanta, e per quasi un ventennio, aveva retto la sede arcivescovile del capoluogo siciliano e dopo il pensionamento aveva scelto di risiedere nella cosidetta «oasi conventuale» della frazione palermitana di Baida. Del cardinale Pappalardo si ricordano le dure omelie in occasione di funerali di Stato per vittime eccellenti di mafia. Significativi i suoi interventi in occasione delle esequie del generale Carlo Alberto dalla Chiesa e del consigliere istruttore del Tribunale di Palermo, Rocco Chinnici, uccisi dalla mafia a Palermo nel 1982 e nel 1983. La salma del cardinale sarà esposta nel salone Filangeri di Palazzo Arcivescovile dalle 17 di domenica per l’omaggio dei sacerdoti e dalle 18 per i fedeli. I funerali, la cui data non è stata ancora stabilita, saranno celebrati nella cattedrale dal cardinale Salvatore De Giorgi, arcivescovo di Palermo. […]
Fonte: Corriere.it
È morto il cardinale Salvatore Pappalardo
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e morto vecchissimo,come la stragrande maggioranza dei prelati del vaticano. mi viene da pensare alle centinaia di migliaia di omosessuali trucidati,in giovane eta, nei campi di sterminio nazisti. e la chiesa non ha mai chiesto scusa per questi omicidi. e loro,iprelati,continuano a vivere indisturbati a lungo.
Salvatore Pappalardo ha dato un grande contributo schiodando la Chiesa siciliana dalla omertà con la mafia. Ha dato un grande incoraggiamento alla società civile siciliana che si è schierata nel fronte antimafioso. Persona degna di rispetto per tutti i laici. E’ stato uomo di Chiesa e dello Stato democratico creando le condizioni per la maledizione ai mafiosi scagliata da Papa Woitila ad Agrigento.
Il suo successore non ha continuato la sua lotta. La Chiesa è rientrata nel suo ruolo di potere che tratta con tutti i poteri compreso quello mafioso.
Pietro
Dal sito dell’ANSA
PALERMO – Continua il pellegrinaggio di migliaia di palermitani alla camera ardente nella sala Filangieri del Palazzo arcivescovile per l’ultimo saluto al cardinale Salvatore Pappalardo, morto a 88 anni.
Nonostante la pioggia, tantissima gente è andata a dare l’ultimo saluto all’ arcivescovo che per 26 anni ha guidato l’ arcidiocesi. Oltre sessanta pagine del libro delle condoglianze sono state riempite di firme, tra cui quella del governatore Cuffaro e del sindaco Cammarata. I funerali si svolgeranno domani alle ore 16 ed essendo prevista l’affluenza di migliaia di persone saranno sistemati due maxischermi all’ esterno della Cattedrale, per mostrare a chi sta fuori le immagini di ciò che avviene nel Duomo.
UNA VITA IN TRINCEA
Accanto a Papa Giovanni Paolo II nella valle dei templi quando il pontefice lanciò l’anatema ai mafiosi, “Convertitevi, convertitevi, un giorno verrà il giudizio di Dio!”, chino sulla salma del parroco padre Pino Puglisi ucciso con un colpo di pistola alla testa dai mafiosi di Brancaccio, promotore dell’evento che vide nel capoluogo i delegati di tutte le chiese italiane, nel ’95.
Sempre in prima linea il cardinale Salvatore Pappalardo, arcivescovo di Palermo dal ’70 al ’96 (3 anni dopo la scadenza naturale per anzianita’) morto nella casa diocesana di Baida, afflitto, a 88 anni, da un male incurabile, e scomparso in silenzio com’ era suo stile. Il card. Pappalardo ha lavorato per tutta la sua vita per la chiesa, per migliorarla a Palermo e in Sicilia, per avvicinarla di più alla gente.
Sarà comunque ricordato per quel dito alzato il 9 settembre 1982, nel pantheon di San Domenico davanti alle bare del prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa e della moglie, quando rivolto alla classe politica condannò un “sistema” che della mafia parlava tanto, ma nulla riusciva a fare per estirparla: così “mentre Roma discute… Sagunto è espugnata”, disse citando Tito Livio ma attribuendo la frase a Sallustio, sbagliando come lui stesso poi disse sorridendo.
A Palermo, proveniente dalla direzione della Pontificia Accademia Ecclesiastica di Roma, Pappalardo era giunto come arcivescovo il 17 ottobre 1970. Siciliano dell’ agrigentino orientò la sua attività pastorale al riscatto di Palermo e della Sicilia.
E’ stato a volte accusato di non denunciare tutto ciò che non andava per il bene della gente ma non si può non ricordare che in realtà ha sempre sferzato, con toni pacati, sfuggendo ai riflettori, la classe politica come ogni 4 settembre, ricorrenza della patrona di Palermo, Santa Rosalia. L’ arcivescovo di Palermo ha invitato a superare “contrapposizioni e divisioni” spronando gli amministratori pubblici a dare risposte coerenti ai mali della Sicilia.
Anche durante il “riposo” dalla sua attività il card. Pappalardo è sempre stato presente sui fatti di attualità, sia che si trattasse dell’ arresto di Provenzano che dell’ occupazione della cattedrale da parte di cento ex detenuti che chiedevano lavoro, ha sempre espresso il suo parere lucido e forte di esperienza. E oggi la classe politica, da Destra a Sinistra, riconosce il possente lavoro pastorale da lui svolto tributandogli il giusto riconoscimento e abbracciandolo un’ ultima volta come la marea di palermitani che già in serata, appresa la triste notizia, è andata nella sala Filangieri del palazzo arcivescovile dov’é stata allestita la camera ardente.
E tra la gente in fila per un ultimo sguardo alla salma non è stato dimenticato il saluto di congedo del cardinale siciliano quando in Cattedrale disse rivolto ai suoi fedeli: “Mi rendo conto che di più e meglio avrei potuto fare per voi e spero che delle mie deficienze, così come mi avete sopportato, ora mi perdonerete”.
a Pietro Ancona
mi ricorda anche una successione papale del XVIII secolo. Quello che c’era prima voleva dialogare e confrontarsi serenamente con Voltaire, mentre tutta la Curia ne voleva la testa. così una volta morto, si pensa per intrighi interni, è stato sostituito da un frate francescano famoso per essere stato un grande inquisitore. Come si suol dire quando finisce il periodo della rivolta e degli ideali giusti ricomincia il tempo del potere forte