Rutelli e la laicità del futuro Partito Democratico

”La società italiana è pluralista e il nostro partito dovrà esserlo anche dal punto di vista culturale. Dovremo rappresentare un paese civile, che non sarà mai né laicista né clericale. Mi lasci dire che commetteremmo un errore imperdonabile, un’autoamputazione, se ci mostrassimo ostili alla profonda cultura cristiana che è nel nostro popolo. Abbiamo ben chiara la separazione tra la fede delle persone e la non confessionalità delle istituzioni e allo stesso tempo diciamo che nella nostra società è ben legittimo il confronto pubblico sui temi che riguardano la sfera religiosa come sarà costante quello sulle grandi questioni etiche. Questo, è proprio il caso di dirlo, è un aspetto che va affrontato laicamente, cioè in modo aperto, pluralista: c’è spazio per tutti ed è possibile una sintesi che parta da un rispetto profondo di ciascuno. Un partito che aspira a rappresentare la maggioranza relativa degli italiani non può ignorare quelli che erano i “limiti del politico” secondo Hannah Arendt, e tantomeno dimostrarsi antagonista verso radicati sentimenti popolari”.

E’ la risposta che ha dato oggi Francesco Rutelli a una domanda sulla laicità postagli da Luigi Contu di “Repubblica”. Rutelli se la prende sia con i laicisti che con i clericali, ma poi striglia solo i primi, e fa un discorso che piacerà sicuramente ai secondi. Manca solo un accenno alla ‘sana laicità’, e sembra di sentir parlare Ratzinger. Col quale un confronto è oggettivamente impossibile, finché parla di “principii non negoziabili”.

5 commenti

Mangiapreti

Se avesse “ben chiara la separazione tra la fede delle persone e la non confessionalità delle istituzioni” non ci sarebbero certo dei crocifissi nelle aule dei tribunali o nei seggi elettorali … bigotto, ipocrita e mistificatore del laicismo!

Umberto

Cicciobello, ma fatti prete e falla finita di arrampicarti sugli specchi, tanto oramai non incanti più nessuno, sei un voltagabbana e basta, stai in bella compagnia con i vari bondi, cicchitto, ferrara ecc. ecc. hai la stessa faccia di bronzo.

Alessandro Capriccioli

Joseph Ratzinger, 9 dicembre 2006:
«È compito, allora, di tutti i credenti, in particolare dei credenti in Cristo, contribuire ad elaborare un concetto di laicità che, da una parte, riconosca a Dio e alla sua legge morale, a Cristo e alla sua Chiesa il posto che ad essi spetta nella vita umana, individuale e sociale, e, dall’altra, affermi e rispetti la legittima autonomia delle realtà terrene, intendendo con tale espressione, come ribadisce il Concilio Vaticano II, che le cose create e le stesse società hanno leggi e valori propri, che l’uomo gradatamente deve scoprire, usare e ordinare».

Francesco Rutelli, 10 dicembre 2006:
«Dovremo rappresentare un paese civile, che non sarà mai né laicista né clericale. Mi lasci dire che commetteremmo un errore imperdonabile, un’autoamputazione, se ci mostrassimo ostili alla profonda cultura cristiana che è nel nostro popolo. Abbiamo ben chiara la separazione tra la fede delle persone e la non confessionalità delle istituzioni e allo stesso tempo diciamo che nella nostra società è ben legittimo il confronto pubblico sui temi che riguardano la sfera religiosa come sarà costante quello sulle grandi questioni etiche. Questo, è proprio il caso di dirlo, è un aspetto che va affrontato laicamente, cioè in modo aperto, pluralista: c’è spazio per tutti ed è possibile una sintesi che parta da un rispetto profondo di ciascuno».

La mia impressione è che i due affermino esattamente gli stessi concetti: con il piccolo particolare che il primo è il papa, il secondo il leader di una delle forze politiche (a suo dire) progressiste del nostro paese.
Fate un po’ voi…

http://metilparaben.blogspot.com/2006/12/i-due-papi.html

giuliano marte60

Secondo me fa bene Rutelli(anche se dice cose che non condivido)
a mettere in chiaro il pensiero suo e dei suoi amici teo-dem,cosi’I ds
se mai aderiranno al partito democratico non potranno dire “io non lo
sapevo”.UOMO AVVISATO MEZZO SALVATO!!!!!

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