Cari lettori del manifesto. Come tutti sapete il linguaggio si evolve, il giornalismo porta ogni giorno alla ribalta nuovi neologismi e se uno, per disgrazia e inettutudine, passa due giorni senza leggere un giornale, rischia di non capire più niente. E’ dunque con lo spirito del servizio pubblico che mi accingo a consegnarvi questo piccolo dizionarietto. Fatene buon uso.
Teo-con – Siccome i Neo-con (neoconservatori) non bastavano più, sono spuntati i Teo-con, che sono stronzi uguale, ma credono di avere protezioni molto in alto. Il loro obiettivo è difendere la civiltà cristiana, anche a costo di ammazzare qualche migliaio di iracheni e di contestare l’Ikea perché non vende il presepe. Anche ai Neo-con piace il presepe e torturare gli iracheni, ma la loro sacra azione di difesa riguarda ormai solo qualche seggiola alla Casa Bianca.
Teo-dem – Invenzione abbastanza recente, sono la variante democratica dei Teo-con, o forse soltanto Teo-con che da giovani si facevano le canne. Non vogliono i pacs, i diritti degli omosessuali, la fecondazione assistita e stanno nel governo di centro-sinistra, il che è in effetti un mistero della fede.
Teo-corp – Fedeli alle tradizioni religiose e al libero mercato, vorrebbero proteggere con il copyright tutte le figure sacre, le scritture, le interpretazioni, quotarsi in Borsa entro febbraio e poi esportare tutto in Iraq, con grande giovamento del fatturato delle pompe funebri.
Teo-coop – Molto diffusi nelle regioni rosse, vorrebbero una partecipazione più attiva alle faccede eterne e propogono di diventare soci con il fortunato slogan «dio sei tu, chi può darti di più?». Il movimento è ancora sotterraneo, ma già migliaia di fedeli raccolgono i bollini che garantiscono forti sconti sugli anni di purgatorio.
Teo-flat – Stanchi di collegarsi all’onnipotente con esose tariffe a consumo, i Teo-flat teorizzano una connessione a banda larga sempre attiva, in fibra ottica o adsl. In questo modo – dicono – si sa sempre come votare alla Camera o al Senato anche senza domandare a Rutelli.
L’articolo di Alessandro Robecchi è apparso sul sito del Manifesto
CHIEDO UFFICIALMENTE CHE I GIORNALISTI DELLA RAI LA SMETTANO DI CHIAMARE IL PAPA “SANTO PADRE”.
Il Papa, per i non cattolici, non è né santo, né padre.
Concordo con te razionalMente. Io proporrei la sostituzione di “SANTO PADRE” , con “LEADER MAXIMO” (suona meglio).
Basterebbe chiamarlo Papa o meglio ancora Ratzinger, visto che per i non credenti il titolo di Papa non ha alcun senso.
Concordo assolutamente con RazionalMente: inondiamo la RAI di e-mail.
Beh, RazionalMENTE, perchè, allora, non chiederlo anche a mediaset? 😉
Perché Mediaset non è la TV di Stato e quindi non ha il dovere di rappresentare tutti gli italiani.
Bene, questo potrebbe essere il prossimo sondaggio Uaar, “Come la Rai dovrebbe chiamare il Papa”?
1) Razzinga, fa tanto anni 80, e si addice alla sua personalita’ intransigente, ed e’ simpatico ai giovani…….. “ostie perforantiiiiiiiiiii”
2) B16 vedo che lo chiamate spesso cosi’, pero’ non so a cosa vi riferite, se qualcuno me lo
spiega, grazie.
3) Nazinger, o Nazinger Z, un’altra versione del punto uno, un’altra arma …….”cilicio fotonicooooo”
4) Stramaledetto Xvi; chi ha inventato questo nomignolo, merita un premio nobel, mi ha fatto morire dalle risate
5) Raz, diminutivo vezzoso adatto per i vaticanisti pipparoli come “Rosso Malpelo” Gennari!
Fatemi sapere!!!
Sempre bravo Alessandro Robecchi.
Non si puo’ dire lo stesso di molti giornalisti (della tv e del cartaceo) che, nella forma e nella sostanza, sembrano inginocchiati di fronte al papa re in attesa di baciargLi la “sacra Pantofola”.
Ha ragione RazionalMENTE. Basta: SANTO Padre, SANTA Sede, SANTE Stanze…
Per quanto riguarda la *sostanza* il discorso diventa grave. Perche’ molti signori giornalisti la deontologia professionale non sanno dov’e’ di casa. Sanno autocensurarsi che e’ un piacere; le notizie “scomode” per i preti vengono ignorate. Punto.
Ma il “servizio pubblico”, la RAI, ha degli obblighi o sbaglio (Contratto di servizio)? Cosa attendono, una denuncia?
L’opinione pubblica (che notoriamente legge poco…) viene privata, scientemente, di notizie scomode per il Vaticano. E siamo nello sviluppato Occidente?!
Ci vuol poco a metter su una tabella con i “fatti incresciosi” del giorno e il rilievo dato dagli organi di stampa…
Le organizzazioni che “tutelano la vita” e i “fanciulli” hanno un database con tutti i fatti di cronaca che vanno a toccare i temi a loro cari (e accessibile dall’esterno)?
Barbara Monea e Raffaele Carcano (grazie per il vs. prezioso lavoro) sono forse dotati di poteri sovrumani?
Come fanno, ogni giorno, a trovare tante n e w s ?
@ cartman666
>”2) B16 vedo che lo chiamate spesso cosi’, pero’ non so a cosa vi riferite, se qualcuno me lo
spiega, grazie.”
b 16 (Benedetto sedicesimo), è a mio avviso la più appropiata, la sigla B prima di un numero nel linguaggio militare significa Bombardiere (Bomber), così come F davanti a es. 15 sta per Fighter (combattente, inteso come da combattimento, cioè caccia), A sta per Attack (Attacco, per intenderci piccoli bombardieri, i cosiddetti caccia-bombardiere) ecc… il B17 (la fortezza volante) è stato uno dei grandi protagonisti del secondo conflitto mondiale, il B 29 (superfortezza) quello che sganciò le atomiche, considerata l’indole di b16 che non fa altro che sparare… ****ate…