Su Novissimo Blog, settimo post di una serie dedicata all’ultimo libro di Richard Dawkins, “The God Delusion” (L’illusione di Dio). Per visualizzare tutti i post della serie, cliccate sull’etichetta “L’illusione di Dio”, nella colonna laterale del Blog. Nell’episodio precedente, Dawkins ha illustrato come alcune persone religiose sostengano che la propria morale sia ‘assoluta’ perché proviene da Dio e non dall’uomo. In questo post, Dawkins inizia la sua contro-argomentazione: in realtà anche la morale di queste persone è relativa, come quella di tutti gli altri. Per dimostrare la tesi, per prima cosa Dawkins fa molti esempi della logica in molti casi aberrante usata nella Bibbia, nel Vangelo e nel Corano; nota che oggigiorno nessuno accetterebbe questi principi morali, considerandoli ingiusti. Infine fa questo ragionamento: Noi scegliamo tra le Scritture le parti belle e scartiamo quelle brutte. Ma allora dobbiamo avere qualche criterio indipendente per decidere quali sono le parti morali e quali no: un criterio che, da dovunque provenga, non può venire dalla Scrittura stessa e presumibilmente è disponibile a noi tutti indipendentemente dal fatto che siamo religiosi o meno.
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