Lunedì 11/12, alla Gran Guardia c’è stato un convegno su “Democrazia, giustizia e legalità” organizzato dal Comune per la consegna del premio “Verona Municipio dei Popoli-Enzo Melegari” a Giancarlo Bragantini, vescovo veronese di Locri. In platea centinaia di studenti con qualche professore, sul palco il tavolo dei relatori, con il sindaco Zanotto, il procuratore della Repubblica Papalia ed altri adulti. Alla fine, dalla platea, ha alzato la mano Silvia del liceo Maffei. Le viene dato il microfono e lei chiede al vescovo Bragantini: “Come può lei predicare i diritti universali dell’uomo quando la chiesa di cui fa parte è contro l’aborto, il divorzio, i matrimoni omosessuali e discrimina le donne, visto che non ci può essere un papa donna?” Segue un grande applauso dei ragazzi in platea. Imbarazzo al tavolo dei relatori, compreso il vescovo interpellato. Il vescovo dice che è difficile rispondere in pochi minuti. La platea mormora insoddisfatta e chiede al prelato di rispondere. Il dibattito è chiuso.
Dalla Newsletter del circolo UAAR di Verona (verona@uaar.it)
soliti paraculi.
quando non sono capaci di sostenere una conversazione, se la squagliano.
Grandissima Silvia!
Tanto che c’era poteva anche chiedergli cosa ci facesse il suddito/dipendente di una teocrazia ad un convegno su “Democrazia, giustizia e legalità”?! ^_^
Cmq concordo: grandissima Silvia! E grandi anche gli autori degli applausi.
“Il vescovo dice che è difficile rispondere in pochi minuti.”
anche in 2000 anni pare.
Un bacio per Silvia e un abbraccio a tutti i ragazzi che l’hanno applaudita.
Spero che crescano felici nella libertà di pensiero, senza subire condizionamenti e senza doversi piegare ai ricatti della società sottomessa al clericalismo.
E’ bastata una semplice domanda per smontare tutto il palco, grande Silvia!
Bragantini chi? Ah Mons. BrEgantini, il vescovo di Locri che ha fondato una cooperativa che aiuta centinaia di giovani e che ha scomunicato i mafiosi che recentemente hanno sabotato questa cooperativa, quello che si batte in prima linea contro la ‘ndrangheta. Che coraggiosa questa Silvia che ha SICURAMENTE messo in imbarazzo un uomo del genere che SICURAMENTE non sapeva cosa risponderle anzi credo che gli abbia fatto più paura della mafia per questo se l’è data a gambe levate, comunque non si disperi, Silvia se ci tiene potrà sempre trovare risposte alle sue domande andando dal primo prete che incontra certo senza un microfono e senza essere al centro dell’attenzione, ma questo credo che a lei non importi.
Riporto uno stralcio del fatto
Grave sabotaggio della ’ndrangheta Colpito a Locri il lavoro giovanile
Questa volta l’intimidazione è stata più raffinata e più subdola; è arrivata con la distruzione di oltre diecimila piantine di piccoli frutti di bosco mediante l’uso di sostanze chimiche velenose. Un danno enorme per l’azienda “Frutti del sole”, partner del consorzio di cooperative “Valle del Bonamico”, la realtà agricola della Locride con il numero più alto di persone occupate, nata con il sostegno del vescovo Giancarlo Maria Bregantini, proprio per contrastare il coinvolgimento dei giovani nelle attività criminose. Solo per il mancato raccolto, ormai prossimo, ci sarà un danno economico di quasi 200 mila euro ed a queste vanno aggiunti gli oneri fin qui sostenuti per coltivare le piantine.
La scoperta dell’incredibile episodio è avvenuta ieri mattina, quando l’agronomo dell’azienda ha notato l’appassimento improvviso ed inspiegabile delle piante dei lamponi, in un settore ben preciso delle serre. Dopo una prima ricognizione, si arrivava alla convinzione che nella cisterna utilizzata per la concimazione fogliare, era stato immessa una sostanza di cui ancora non si conosce la natura: forse un acido o forse un diserbante. Lo si saprà a conclusione delle analisi che verranno effettuate su alcune parti delle piantine e sul contenuto rimasto nella cisterna. I prelievi sono stati effettuati dai carabinieri intervenuti nelle serre subito dopo la denuncia presentata dal presidente della cooperativa “Valle del Bonamico”, Pietro Schirripa. Il professionista (di mestiere fa il medico) non riesce a trovare una spiegazione a questa ennesima intimidazione: «Non sappiamo che pesci prendere – ci ha detto a caldo – l’impressione è che qualcuno non ci vuole qui». Evidentemente c’è chi preferisce il male di questo lembo di terra e non gradisce affatto il tentativo di togliere dalla strada tanti giovani che altrimenti potrebbero diventare facili prede delle cosche. Il Consorzio Goel (che raggruppa le varie realtà cooperativistiche della Locride sorte grazie al Progetto Poli coro) non ha fatto attendere la sua condanna a questo gesto definito che viene definito senza alcun dubbio “aggressione mafiosa”. In un documento diramato ieri sera, è stata ribadita la ferma volontà di non mollare e di continuare nell’opera intrapresa. «Ormai è evidente che il Consorzio Sociale Goel e tutti i suoi soci sono divenuti una grande e scomoda anomalia nel territorio – affermano – La gente ci apprezza e ci segue e le forze sane della Calabria cominciano a pensare che forse è veramente possibile cambiare».
Brava Silvia!
I preti antimafia sono ciechi. Non vedono che la Chiesa stessa è una mafia. Sono una massa d’ipocriti. Se fossero realmente contro la mafia dovrebbero combattere per prima cosa la violenza mafiosa della stessa Chiesa Cattolica. Invece fingono di non vedere, di non sentire, di non capire.
Bravissima Silvia. E aggiungerei che queste domande andrebbero fatte molto più spesso in tutte le occasioni possibili.
@febo
Si certo, adesso accusiamo una ragazzina di voler essere al centro dell’attenzione per aver fatto una semplicissima domanda che NON ha trovato rispsposta, quando i tirapiedi di B16 non fanno altro dalla mattina alla sera, della serie “occhio alla pagliuzza che c’è nel tuo occhio”.
Poi spiegami un po’: da quando in qua un impegno civile (per quanto meritorio)autorizza ad essere ipocriti ad “intermittenza”?
E come per Benzi far parte della “commissione anti-sette”, un modo istituzionale per liberarsi della concorrenza.
E’ l’ottica diversa non è che “l’impegno civile” (chiamiamolo così) di Bregantini serva, come dite, autorizzi ad essere ipocriti ad intermittenza al contrario è espressione di coerenza nella fede e il testo che segue lo dimostra per la fede cristiana la vita è sacra indipendentemente se questa sia un embrione o un ragazzo di Locri. Si può non condividere questa logica e questo fa parte della libertà dell’uomo, ma non si può accusare Bregantini di incoerenza.
”Condanno nel più forte dei modi questa ripetuta violazione della santità della vita” nella Locride afferma il vescovo. ”La condanno con la scomunica. Quella stessa scomunica – afferma Bregantini – che la Chiesa lancia contro chi pratica l’aborto, è ora doveroso, purtroppo, lanciarla contro coloro che fanno abortire la vita dei nostri giovani, uccidendo e sparando, e delle nostre terre, avvelenando i nostri campi, in applicazione estensiva del Canone 1398 Cjc, sentendo che questa grave sanzione giuridica ci aiuterà di certo a prendere sempre più coscienza del tanto male che ci avvolge, per poi saper reagire con fermezza e ulteriore impegno nel bene, nella difesa della vita, nella preghiera sempre più intensa per chi fa il male, nella formazione in parrocchia, seminando speranza nelle scuole, negli oratori, nei gruppi ecclesiali”.
La dura risposta del vescovo di Locri arriva dopo il recente attentato, con la distruzione di diverse migliaia piantine di lamponi, che ha colpito una delle cooperative più attive del Progetto Policoro, quella della ”Valle del Bonamico” nella Locride. Il progetto è stato promosso dalla Conferenza episcopale italiana. Già nelle settimane scorse mons. Bregantini aveva annunciato che gli autori di atti di violenze contro le persone e la terra della locride sarebbero stati scomunicati. Ora arriva l’atto ufficiale che segue quanto prescrive il diritto canonico.
No, guarda nessuna pagliuzza, ho letto diversi articoli su Mons. Bregantini e non è certo l’uomo capace di tirarsi indietro su una cosa del genere anche perché come ho detto solitamente ha un altro “tipo” di interlocutori ben più “pericolosi” di una liceale.
Silvia del liceo Maffei
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Le viene dato il microfono e lei chiede al vescovo Bragantini:
Come può lei predicare i diritti universali dell’uomo
quando la chiesa di cui fa parte è contro
l’aborto,
il divorzio,
i matrimoni omosessuali
e discrimina le donne, visto che non ci può essere un papa donna?
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PRIMA DI INIZIARE UNA DISCUSSIONE
OCCORRE CHIARIRE LA MATERIA DEL CONTENDERE:
COSA o QUALI SONO I DIRITTI UNIVERSALI DELL’ UOMO?
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dopo questa 1^ domanda, ne porrò altre consecutive.
I diritti universali dell’ uomo sono quelli basati su:
1-libertà
2-uguaglianza
3-fratellanza
COSA ACCADE DURANTE UN ABORTO ?
SE NON SI ABORTISCE, QUEL GRUMO DI CELLULE COSA DIVIENE ?
COS’ E’ UN DIVORZIO E QUALI EFFETTI HA ?
QUALI CONSISTENTI MOTIVI POSSONO INDURRE UN DIVORZIO?
COSA E’ UN MATRIMONIO E QUALI EFFETTI HA ?
E SE E’ NATURALE CHE DUE PERSONE DELLO STESSO SESSO SI VOGLIANO UNIRE STABILMENTE,
PERCHE’ LA NATURA NON DA LORO BIOLOGICAMENTE UN FIGLIO?
COS’ E’ LA DISCRIMINAZIONE (DI UNA DONNA) ?
Dopo aver “sentito” le vs. risposte, darò io le mie .