Torino, assessore salvo, ma sotto tutela

«Da quando ho questa delega ho esaminato nove casi di minorenni intenzionate ad abortire. Per uno di questi mi ero convinto ad esprimere l’assenso, ma poi non si è rivelato necessario». Sono le 18,20 di ieri quando l’assessore ai Servizi sociali Marco Borgione rivela alle commissioni Sanità e Pari Opportunità riunite per discutere della sua presunta «obiezione di coscienza» che, anche nei fatti, «non si è mai comportato in maniera pregiudizialmente ostile nei confronti delle minorenni intenzionate ad interrompere la gravidanza». Parlerà per mezz’ora, anche se le conclusioni concordate con i capigruppo di maggioranza e il sindaco Chiamparino, in un vertice convocato poco prima, arriveranno soltanto a fine commissione. La sintesi è che Borgione resterà in giunta (anche se, realisticamente, neanche l’opposizione aveva mai immaginato di vederlo uscire), ma per quanto riguarda la delega sulla tutela dei minori ammette che «si dovrà rivedere la formula». Come anticipato già lunedì dal sindaco Chiamparino il nuovo assetto di chi deciderà sul destino delle minorenni straniere incinte sarà concordato insieme con il giudice. Magari si creerà un pool di tecnici oppure si adotteranno le procedure di Roma o Genova dove comunque non c’è un politico lasciato solo a decidere. […]

Il testo integrale dell’articolo di Emanuela Minucci è stato pubblicato sul sito della Stampa

4 commenti

Stefano

Voglio vedere cosa succederà a quelle minorenni che hanno uno stato di gravidanza troppo avanzato per poter procedere all’aborto… a queste cosa gli fanno, gli danno una rendita vitalizia per far crescere il figlio che non volevano e le assilleranno con psicologi che avranno il compito di farglielo accettare per forza??

Emi

Per qualsiasi problema di salute di ognuna di queste donne scaturente da gravidanza e parto a partire da varici ed episiotomia per arrivare alle varie patologie serie e invalidanti sia fisiche che psicologiche, bisognerebbe addebitare gli indennizzi direttamente al devoto Borgione obbligandolo anche a prestare servizio sociale nell’ambito dei reparti di cura delle medesime patologie materne.
Qualora poi qualcuna di loro morisse (e ci si augura di no) vorrei vedere se ci sara’ qualcuno che lo indagherebbe per omicidio.

RazionalMENTE.net

Ok, comunque se non ci sono problemi di salute, le ragazze possono partorire e non riconoscere il nascituro che sarà quindi affidato alle apposite strutture in attesa di adozione. L’aborto non è l’unica inevitabile soluzione per fortuna. Anzi, quando può essere evitato, meglio evitarlo.

Emi

Si, ma sta alla donna decidere di assumere qualsiasi rischio per la propria salute anche qualora questo fosse minimo. Ricordo che muore una donna al minuto nel mondo per patologie legate a parto e gravidanza e non mi riferisco al lungo periodo perche’ in tal caso sarebbero di piu’. Ovviamente in aree dell’Africa ne muore una su 4, in Italia e’ diverso (sebbene le statistiche ufficiali sottostimino il problema per vari motivi), ma e’ comunque un rischio notevolmente maggiore rispetto a quello dell’aborto. Concordo invece sul fatto che consultori (consultori non i tribunali religiosi dei CAV) debbano funzionare e fornire ogni supporto alla decisione della paziente, perche’ in molti casi il rifiutare la gestazione dipende da problemi economici o familiari e sociali.

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