L’ipocrisia che spegne il Natale. Dall’Inghilterra all’Italia (Liguria compresa) dilaga il “politicamente corretto” E’ vero che a Natale bisogna essere tutti più buoni. Ma la sensazione è che, qua e là, nel mondo, si stia un po’ esagerando. Il “politicamente corretto”, vera piaga sociale dell’era contemporanea, capace di inebetire i sensi e l’intelligenza ormai anche nelle più banali e quotidiane relazioni umane, sta da tempo contaminando tutto. Anche la gioia di una festa che il mondo cattolico celebra, ci sembra, da qualche annetto. Un malinteso senso del rispetto per chi professa religioni diverse e quindi non si riconosce ovviamente nel Natale, sta facendo perdere a intere comunità il più comune senso del ridicolo, dando vita a una sorta di crociate alla rovescia che sprofondano, talora, nel paradosso. E’ di pochi giorni fa la notizia che in Inghilterra le autorità hanno deciso di mettere la sordina a iniziative ed effetti speciali che richiamino con troppa evidenza che ci si sta fatalmente avvicinando al giorno in cui, secondo la tradizione cristiana, è nato Gesù. Tutto per non urtare la suscettibilità di quanti appartengono a credenze religiose diverse. E’ l’equivalente delle polemiche esplose anche in Italia, negli ultimi anni, a proposito del crocifisso che si ritiene poco opportuno esporre nelle aule scolastiche dove i nomi sul registro hanno sonorità multietniche. A Bolzano, in una scuola materna, ieri si è deciso di non far cantare una filastrocca natalizia per non mettere a disagio i compagni non cattolici. Il disagio dei bimbi cattolici costretti al silenzio non viene contemplato, evidentemente. L’ipocrisia del “politically correct” ha raccolto proseliti anche in Liguria. Ieri, un assessore del Comune di Genova, Gianfranco Tiezzi (Margherita), è stato lieto di aver evitato l’esibizione in piazza di Maurizio Crozza, la notte di Capodanno, perché avrebbe potuto turbare qualche coscienza: Crozza imita il Papa. E la Regione Liguria ha respinto un ordine del giorno del centrodestra che voleva un presepe negli ingressi degli enti pubblici. Detto tra parentesi, la Margherita locale è riuscita a dividersi anche su questa votazione. Complimenti e auguri.
L’articolo di Roberto Onofrio è stato pubblicato sul Secolo XIX
Mi riferisco all’articolo di Roberto Onofrio in prima pagina il 14 dicembre. Vorrei far presente, innanzitutto, che non ci sono “bambini cattolici” e “bambini non cattolici”, ma bambini con genitori cattolici e bambini con genitori non cattolici. Un bambino dell’asilo non è né cattolico né musulmano né ateo, ma è solo un bambino. Perché possa liberamente scegliere -crescendo – se e a quale religione aderire, sarebbe opportuno che lo Stato non usasse le proprie scuole come strumento di catechizzazione infantile in favore di questa o quella corrente dottrinale per quanto antica e/o maggioritaria possa essere. Infine, evitare di propinare ai bambini filastrocche che ricordano la nascita di Gesù (che solo per alcuni è figlio di Dio, e nemmeno per costoro è davvero nato il 25 dicembre) non significa necessariamente “costringerli al silenzio”: si può benissimo farli divertire in mille altri modi, senza necessariamente fossilizzarsi su una determinata pratica solo prché in uso “da qualche annetto”. Dall’articolo sembra quasi che Onofrio riconosca alla filastrocca natalizia lo status speciale di “rifugiato tradizionale” che la pone tre gradini al di sopra degli altri metodi educativi. Mentre pare doveroso sottoporre i metodi “a statuto ordinario” ad una attenta analisi critica prima di decidere se sono idonei o meno alle necessità della scuola di oggi, quelli “a statuto speciale” si vedrebbero arbitrariamente attribuire l’idoneità perpetua solo per “meriti di anzianità” sfuggendo a qualsivoglia analisi che entri nel merito. Per i metodi tradizionali parrebbe che Onofrio ritenga doveroso fermarsi alla profonda osservazione che “si è sempre fatto così”, e chi vuole badare alla sostanza sia etichettato come superficiale alfiere del politicamente corretto!
Daniele Gallesio, socio dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (UAAR), Genova
onofrio e’ talmente idiota da non essersi neanche accorto che le coscienze che crozza avrebbe turbato sono quelle dei CATTOLICI.
GAM GAM GAM KI ELECH
BE BEGHE TZALMAVET
LO LO LO IRA RA
KI ATTA IMMADI
Ma non sarebbe meglio che con un po’ di buon senso le maestre facessero cantare a ogni bimbo le canzoncine che conosce? Io non vedo nulla di così atroce, al contrario sarebbe un valido interscambio culturale.
Sarebbe ora che queste persone che bandiscono presepi, canzone natalizie etc smettesero di dire che lo fanno ” per rispetto dei bambini di altre religioni ” , motivo ( se è vero ) che non fa che creare ostilità verso communità di religioni diverse . Ai bambini musulmani potrebbero tutto sommato non dispiacere queste cose ( almeno che gli genitori non fossero fondamentalisti ) . Il motivo vero e giusto è che manifestazioni di origine religiose sono fuori luogo in luoghi pubblici .
Quando ero bambino, alla scuola materna, c’ era soltanto l’albero di natale e di canzoni natalizie l’unica cantata era O Tannenbaum/ Mon bon sapin ( che non fa nessun allusione o quasi al fatto religioso ) e il presepio era bandito . Eppure di bambini musulmani c’e n’erano punti ! Detto questo le nostre maestre erano molto religiose ma rispettavano la laicita della scuola ( La loro religiosita me ne sono accorto fuori la scuola ).
Più che l’ “ipocrisia”… a me sembra che sia la rissa a spegnere il Natale. Con tutti i loro presepi, Volontè, Giovanardi, Garagnani & C. continuano ad assomigliare più a Scrooge che a S.Francesco
Io non sopporto le pubblicita’ buoniste che fanno in questo periodo, quelle rare volte che le vedo.
ho obbedito all’ordine di Palmieri, un presepio in ogni sito, visitate il presepe contraccettivo del gatto malvagio
http://gattomalvagio.blog.espresso.repubblica.it/il_gatto_malvagio/
COMUNQUE HO SAPUTO CHE NEI MAGAZZINI AUCHAN VENDONO IL BABABELBERO CHE RIUNISCE IN SE ALBERO DI NATALE E BABBO NATALE, PECCATO CHE SI SONO DIMENTICATI DI INSERIRE ANCHE UN PRESEPIO, PERò IN COMPENSO HA LE LUCI, CANTA E BALLA ED è ALTO 50CM…FORSE DALLA CONFEZIONE ESCE ANCHE QUALCHE CARTINA DI LSD, PER UN NATALE ANCORA PIU’ ALLUCINANTE…
SCUSATE IL LAPSUS DIGITANDI..SI CHIAMA BABALBERO IL MOSTRO CHE VENDONO NEI MAGAZZINI AUCHAN…
Io credo che ognuno dovrebbe essere libero di viversi le sue feste come meglio crede, si sceglie il negozio dove hanno le decorazioni che gli piacciono e se non le vuole vedere va altrove.
Ci vorrebbe solo un po’ di rispetto reciproco, è tanto sbagliato imporre i propri costumi, quanto vietarli ovunque per motivi di ordine pubblico.
Un pò di buon senso potrebbe sistemare tante cose, ma credo che sia necessaria una colossale dose di educazione civica.
Dalle potenti antenne della radio mariana il “capo supremo” Padre L.Fanzaga oggi ha tuonato con la sua voce roca contro i libri di testo scolastici che parlano assai poco della nascita (Natale), del bambino gesù festa di natura religiosa (secondo lui). Fatto gravissimo: si sprecano pagine e pagine ad illustrare le varie tradizioni natalizie un po’ di tutto il mondo (Australia per es.), anzichè parlare della nascita del bambino gesù, ribadendo la “religiosità” del natale. Ricordo che il natale ha origini pagane, festa in cui si banchettava (lautamente), si facevano forse orge, si rinnovavano i contratti agrari,ecc.ecc. Poichè il cristianesimo attorno al 366 si accorse che i suoi “affiliati” continuavano cmq a festeggiare il “natale pagano” e ciò non era politicamente corretto (gli stava sulle scatole che festeggiassero una cosa pagana), non fece altro che appropriarsi della festa facendola passare di sua proprietà e portandola ad una natura religiosa: il 25 dicembre è nato il bambino gesù. La memoria storica poi fa il resto ricordo Orwell. Nel 1100 poi divenne la principale festa religiosa. A me del natale proprio non frega nulla (totale indifferenza): alberi, presepi, gesù bambino servono solo a far ingrassare chi è già abbastanza grasso. Ma cmq a natale tutti più buoni.