Una giornata di tensione a Rafah, al confine tra l’Egitto e la Striscia di Gaza. Il premier palestinese Ismail Haniyeh, che portava con sé 35 milioni di dollari ricevuti dall’Iran per il governo palestinese, è stato bloccato per ordine del premier israeliano Ehud Olmert. Solo dopo otto ore di «fermo» Haniyeh è potuto rientrare a Gaza, ma senza il denaro, rimasto, assieme a parte della delegazione di Haniyeh in territorio egiziano, a El Arish, e sotto il controllo delle autorità del Paese. Una vicenda che ha scatenato la reazione dei miliziani di Hamas, protagonisti di diverse sparatorie con la guardia inviata dal presidente palestinese Abu Mazen. Negli scontri è rimasto ferito un figlio di Haniyeh. Secondo quanto riferito da funzionari palestinesi, le sue condizioni non sarebbero gravi. Una guardia del corpo del premier palestinese è morta, mentre un suo consigliere politico, Ahmed Youssef, è stato ferito. […]
A quanto pare sarebbe stata una mediazione del ministro dell’Informazione egiziano, Omar Suleiman, ad evitare il rischio di uno scontro generale. L’accordo mediato dall’Egitto, secondo quanto riferito dalla radio pubblica israeliana, stabilisce che i 35 milioni di dollari saranno versati nel conto della Lega Araba al Cairo con la garanzia dell’Egitto che non arriveranno nelle casse del governo palestinese e in particolare ad Hamas, a causa delle sanzioni internazionali imposte dopo l’ascesa al potere del gruppo estremista. In cambio di questo impegno Israele ha autorizzato la riapertura della stazione di confine. […]
Nei mesi scorsi anche diversi ministri palestinesi, tra cui il capo della diplomazia Mahmud al-Zahar e alcuni deputati di Hamas, erano tornati a Gaza da viaggi all’estero portando con sé milioni di dollari, ma non avevano dichiarato il possesso del denaro al valico di Rafah. Haniyeh, nel corso di una sosta a Teheran, aveva ribadito la linea militante di Hamas, il movimento islamico del quale è esponente, confermando il rifiuto di riconoscere il diritto all’esistenza di Israele.