Card. Tonini: pericolosa la decisione del tribunale

La decisione del Tribunale civile di Roma sul caso Welby non piace per niente al cardinale Ersilio Tonini che la definisce ”pericolosa” e ”di una genericita’ assoluta”. Il porporato, interpellato dall’ADNKRONOS, riflette sulle motivazioni nelle quali il giudice Angela Salvio invita il legislatore a ”colmare il vuoto normativo in materia”, sostenendo che ”solo la determinazione politica e legislativa, facendosi carico di interpretare l’accresciuta sensibilita’ sociale e culturale verso le problematiche relative alla cura dei malati terminali di dare risposte alla solitudine e alla disperazione dei malati di fronte alle richieste disattese, puo’ colmare il vuoto di disciplina anche sulla base di solidi e condivisi presupposti scientifici che consentano di prevenire abusi e discriminazioni”.

Fonte: Leggo.it 

12 commenti

Giuseppe Recanati

Ogni volta che il cardinal Tonini parla si prova una stretta al cuore nel constatare i mortiferi effetti di un’educazione fanatica volta a fare tabula rasa di ogni senso critico. Il porporato è stato allevato ad essere un cattolico perfetto, senza alcuno spazio per i dubbi, e i pietosi risultati sono da ottant’anni sotto gli occhi di tutti.

RazionalMENTE.net

E’ risaputo che la cultura cattolica è la cultura della sofferenza, del Cristo in croce. Cosa c’è da aspettarsi da una simile perversione?

Franco Siccardi

Pericoloso e’ invece l’intervento di quel signore che va in giro in camicia da notte porpora.

I casi sono due: o e’ cittadino italiano, allora non commenta le sentenze dei tribunali, ma le rispetta e fa di tutto perche’ vengano eseguite, oppure e’ un cittadino vaticano, ed allora a maggior ragione deve starsene zitto, le sentenze dei tribunali italiani non sono affari suoi.

Se fosse in un Paese di diritto anglosassone, farebbe un paio d’anni al fresco per vilipendio della Corte. E gli starebbero solo bene.

Fabris

x Razionalmente

“E’ risaputo che la cultura cattolica è la cultura della sofferenza, del Cristo in croce. ”

Infatti, l’importante per i prelati è che sia la sofferenza degli altri, come Welby, e non la propria.

Umberto

Il peggio è che ho amici di sinistra che ritengono l’immondo card. tonini un grande opinionista, andiamo bene!

paolo

credo abbia ragione Lopez quando fà l’imitazione di tonini a scivolare dopo alcune frasi nell’imitazione di topo gigio, è la parte più fedele alla realtà.

antonella_621

Ho scritto più volte che il concetto si riduce: la vita è di proprietà dell’inviduo e ne può fare quello che gli pare (è sua), oppure la vita non è dell’individuo, ma un bene “indisponibile” in quanto di proprietà di qualcun altro (una divinità, uno stato o quant’altro).
Il ragionamento di Tonini dal suo punto di vista è “perfetto”, per lui la vita appartiene alla sua divinità e non ne può disporre: spetta solo alla divinità il potere di vita e di morte su di lui (Tonini), con relative sofferenze, ecc.ecc. Per cui se Tonini giungerà ad uno stadio di malattia terminale, soffrirà, sarà contento di soffrire, accetterà la sofferenza con animo grato e pio, e cercherà di emulare la passione di cristo (contento lui).
Il ragionamento del giudice è giusto dice: manca una legislazione in materia, si faccia e poi la applichiamo, non è compito dei giudici legiferare.
Il problema è quale legislazione verrà fatta? Una legislazione con politici in palese “conflitto di interesse” tra stato e “religione” (in questo caso cattolica), e con il concetto sulla proprietà della vita (bene indisponibile), del Cardinale Tonini?
Oppure una legislazione con il concetto della vità di proprietà dell’individuo?
Dipende dai numeri…..

dora

«È necessaria una iniziativa politica e legislativa per colmare il vuoto normativo in materia», sostiene il giudice Angela Savio. Ergo, la legge c’è e parla molto chiaramente: articoli 13 e 32della Costituzione Italiana. C’è un vuoto normativo, dice la giudice, e noi ne prendiamo atto. Perché mai dovrebbe farne le spese Welby? “In dubio pro reo”. Qui non c’è nessuno reo, è vero, ma solo un cittadino che rivendica il suo diritto all’autodeterminazione. Se le norme applicative non ci sono, rei sono tutti i responsabili di questo “vuoto”. Che s’arrangino loro e non il cittadino. Il “vuoto normativo” non dovrebbe autorizzare la sopraffazione della libera volontà personale. Vale la pena di sottolineare che nel caso di Welby “accanimento terapeutico” ed “eutanasia” non sono in questione. Welby, come cittadino, ha il diritto di rifiutare una terapia più o meno invasiva e l’ancor più sacrosanto diritto di non soffrire (Ippocrate docet), anche se non c’è accanimento terapeutico.
“Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.” (art. 32 Costituzione Italiana)
Più chiaro di così!

Questo vale anche per il cardinal Tonini, che, come cittadino italiano, è tenuto a rispettare la Costituzione Italiana. Le leggi dello Stato Vaticano, che peraltro non conosco, vengano pure applicate in quello Stato, e nessuno ci metterà lingua. Il cardinale non esprime una sua legittima opinione, ma si permette il lusso di criticare indebitamente una sentenza della magistratura italiana. Io per prima non ho criticato la sentenza in sé, ma l’incuria legislativa che l’ha permessa.

Kaworu

ma figurati, il papa appena ha un’emorroide ha un pool di medici a disposizione che gliela disinfettano con la lingua…

alla faccia della sofferenza.

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