Il nuovo codice dei medici

«Il medico, anche su richiesta del malato, non deve effettuare né favorire trattamenti finalizzati a provocarne la morte». È la condotta prevista nei confronti dell’eutanasia nell’articolo 17 del nuovo codice deontologico dei medici, presentato ieri a Roma dalla Federazione degli ordini dei medici (Fnomceo). Poche parole per delineare un tema che nelle ultime settimane sta monopolizzando l’attenzione dell’opinione pubblica. «Il nostro è un no chiaro e circostanziato», ha spiegato Amedeo Bianco, presidente della Fnomceo. «Il termine eutanasia – ha aggiunto – evoca l’immagine di una dolce morte che ha poco a che fare con la realtà che la parola si è trovata a descrivere. Importante, invece, è definire i contorni dell’accanimento terapeutico». Il codice stabilisce che il medico, anche tenendo conto delle volontà del paziente laddove espresse, deve astenersi dall’ostinazione in trattamenti diagnostici e terapeutici da cui non si possa fondatamente attendere un beneficio per la salute del malato e un miglioramento della qualità della vita. «La definizione è puntuale – spiega Bianco – e aiuta a spiegare che noi, invece, siamo favorevoli a tutte quelle forme di cura, all’interno di un percorso terapeutico più ampio, che possano limitare la sofferenza di un malato. Dobbiamo sfruttare tutti gli strumenti palliativi per rendere meno dolorosa la malattia».

Il codice non prevede nessun divieto esplicito alla fecondazione eterologa, quella con ovulo o seme esterno alla coppia. L’articolo 44 non fa riferimenti al divieto previsto dalla legge 40. «Questo articolo – ha precisato Bianco – non si discosta dal dettato legislativo e il medico che deciderà di praticarla verrà chiamato sul principio di rispetto di una norma penale. Su questo tema abbiamo mantenuto il testo del vecchio codice, entrato in vigore prima della legge 40, per testimoniare una continuità di orientamento etico, sempre nel rispetto della legge». L’articolo stabilisce che la fecondazione medicalmente assistita è un atto integralmente medico e in ogni sua fase il medico dovrà agire secondo scienza e coscienza. L’articolo, tra l’altro, fa divieto al medico di attuare forme di maternità surrogata e forme di fecondazione assistita al di fuori di coppie eterosessuali stabili. Vietate anche qualsiasi forma di fecondazione per fini eugenetici e la produzione di embrioni per la ricerca. […]

Fonte: La Sicilia on line

4 commenti

Filippo

Francamente nessuno si aspettava un’apertura verso l’eutanasia da parte della gerarchia medica italiana.
Basti pensare che l’inserto sul testamento biologico pubblicato nell’ultimo numero (n.3 settembre/ottobre 2006) del bollettino dellìOrdine dei medici chirurghi e odontoiatri della provincia di Lecco si conclude con la seguente frase:
“Tutti noi dovremmo essere fedeli al dono della vita, che dobbiamo sempre rispettare ed amare dal concepimento alla morte in attesa che giunga il tempo di lasciare questo mondo ed accedere al più completo amore di Dio”.
Ripeto, un documento ufficiale dell’Ordine dei medici !

archibald.tuttle

probabilmente sono convinti di far parte dell’ordine dei medici fondato da san ippocrate da kos…

Damiano

Ma chi cacchio pensano di essere? degli stregoni che possono decidere sulla vita altrui?

Qui va sottolineato un principio fondamentale e deve essere CHIARO che la vita appartiene ad OGNI individuo, non apprtiene nè all’ordine dei medici, nè allo stato, nè al parlamento, nè ai giudici, né ai preti nè al pastore tedesco o ai suoi amici invisibili.
Che uno poi sia libero di pensare che la SUA vita appartienga all’amico invisibile di B16 o a quello di Maometto, sono solo stracacchi suoi : LA MIA VITA APPARTIENE A ME E SOLO A ME.

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