Il Corriere della Sera ha pubblicato oggi un articolo di Claudio Magris sulla ‘libertà di espressione’ da concedere alla Chiesa cattolica in regime concordatario. Articolo stimolante, benché contenga alcune affermazioni abbastanza discutibili (a mio modesto parere). Ne riportiamo due passaggi:
Spesso si critica un’ingerenza politica della Chiesa solo perché non si condivide la visione politica implicita in quell’ingerenza, mentre si saluta con fervore un’ingerenza di segno politico opposto. Si è aspramente, e non a torto, bollata la Chiesa per aver appoggiato, a suo tempo, la Democrazia Cristiana o per aver cercato di favorire alleanze di quest’ultima con un partito politico piuttosto che con un altro. Ma tutti coloro che hanno espresso queste critiche, l’avrebbero fatto con altrettanto sdegno se la Chiesa si fosse ingerita nella politica favorendo altri schieramenti o partiti, a essi più vicini? Siamo sicuri di criticare, di volta in volta, l’ingerenza politica della Chiesa in sé e non una sua scelta politica che ci dispiace? Una volta una mia amica, anticlericale arrabbiata pronta a tappar la bocca ai preti che si occupano di politica, lodava entusiasta Giovanni Paolo II per la sua condanna della guerra in Iraq. Condividevo anch’io quell’entusiasmo, perché condividevo il giudizio storico-politico del Pontefice, ma feci osservare alla mia amica, e non solo per stuzzicarla, che pure quella era un’ingerenza politica della Chiesa, la quale si permetteva di interferire nelle scelte di governi e parlamenti liberamente e democraticamente eletti e in pieno diritto di fare le loro scelte senza interferenze altrui.
Una voce responsabile non può tacere; deve parlare e talvolta pure gridare. Può, anzi deve farlo solo se non dispone di iniqui privilegi e di strumenti di pressione che le conferiscano un illecito potere. D’altronde ogni intervento ha un peso se non altro perché è la voce di cittadini ossia di elettori; ciò che conta è che tale peso venga messo sulla bilancia con equanimità. E non si vede perché si dovrebbe negare solo alla Chiesa il diritto di esprimersi, giustamente riconosciuto a tutte le associazioni, a quella filatelica come a quella della caccia. I concordati fra Stato e Chiesa sono spesso deleteri perché, conferendo a quest’ultima ingiusti mezzi dì dominio – ad esempio, nel Concordato del 1929, la clausola che prevedeva l’impossibilità per un sacerdote spretato di lavorare quale impiegato statale – la delegittima moralmente e spiritualmente; la condanna a tener la bocca chiusa, a tradire così la sua vocazione di annunciare e testimoniare la Buona Novella, i valori universali-umani. Negli Stati Uniti, in cui non esistono concordati fra lo Stato e le varie Chiese, quest’ultime possono prendere posizioni politiche senza che nessuno, consenziente o avverso a quelle posizioni, possa aver nulla da ridire. Sarebbe augurabile fosse così pure in Italia, per liberare la Chiesa da quelle residue illecite situazioni di potere (vera cattività babilonese) che facilmente si capovolgono in un ghetto, dal quale la sua voce non può veramente levarsi. Questo sarebbe possibile se divenissero realtà quelle parole che la leggenda racconta Cavour dicesse, in punto di morte, a un religioso: «Frate, frate, libera Chiesa in libero Stato».
Fa il paio con le banalità dette ieri sera da Fazio, davvero poco interessanti.
http://www.media.rai.it/mpmedia/0,,Chetempochefa%5E15437,00.html
E’ comunque vero che il problema non risiede nel fatto che la chiesa si esprima anche su temi politici, ma che essa disponga degli strumenti per concorrere a determinare l’azione politica dei governi. Un conto è esprimere un’opinione, un altro fornire indirizzi e pareri che diventano vincolanti…
E’ ovvio che tutti debbano avere il diritto di esprimere liberamente la propria opinione…….meno ovvio che alcuni sopravvalutino la propria, facendone discendere i contenuti da presunte “verità rivelate” che ne assicurano il primato e l’inconfutabilità.
Non vi può essere dialogo se a parlare è uno solo.
Il fatto è che la sete di potere della Chiesa la fa stare ben in guardia dal rinunciare ai privilegi che le sono riconosciuti dal concordato: non sò se è chiaro ma questi aspirano alla creazione di un nuovo AMPIO stato pontificio
Davide:
Fin troppo chiaro… più chiaro di così… 🙁
Io credo che il problema sia altro. Non cadiamo in questo discorso tautologico, che tra l’altro mi fece il mio professore di religione, un sacerdote che voleva legittimare l’ingerenza vaticana sul referendum sulla procreazione assistita con la scusa che Giovanni Paolo II aveva condannato la guerra in Iraq senza che nessuno lo tacciasse di ingerenza.
Punto numero 1) anche i papi, essendo uomini, qualcosa di buono lo fanno, inutilile fasciarsi gli occhi di eccessivo anticlericalismo. 2) non so quanto concretamente Giovanni Paolo II abbia fatto quanto in suo potere per fare più concretamente una politica pacifista. 3) quello di cui ci si lamenta è dell’ingerenza della chiesa conservatrice e antiprogressista nelle vicende dello stato e nell’evoluzione della società e della cultura umana, non l’espressione del clero su quello di cui vuole parlare 4) francamente mi sembra ridicolo paragonare le due cose. Creare un comitato, un partito, uno schieramento bipartisan per affossare i referendum, mobilitare migliaglia di parroci e militanti che blocchino il libero voto dei cittadini, e alzarsi una mattina e dire all’angelus dalla cameretta di piazza san pietro no alla guerra in iraq, sinceramente non mi sembra la stessa ingerenza, la prima ingiustificata è concepita per raggingere l’obiettivo, la seconda è retorica per salvarsi la coscienza…
Il punto è tutto qui. Bisogna fare come in America e in Francia. Separazione tra Stato e Chiesa, niente Concordato, niente ottopermille, niente lezioni di religione nelle scuole pubbliche.
Ma finché ci saranno opportunisti in Parlamento, questo resterà un sogno.
Bisogna smettere di votare fino a quando non si cambia classe politica.
@trozky
scusa, ma se quelli che non sono d’accordo non votano, come speri che cambi la classe politica?
ce li vedo la binetti e pera che si ritirano perché precipita il numero dei votanti complessivi e i loro partiti ricevono altissimi consensi da chi continua ad andare a votare…
piuttosto è importante ripristinare la possibilità di esprimere le preferenze di lista.
Che i cattolici dicano la loro nessuno lo discute: allora il concordato è inutile e i cittadini italiani (dico italiani) hanno tutto il diritto di esprimersi.
Ma lo stipendio dei preti, ad esempio, che lo paghi la chiesa con i proventi delle sue questue.
Magris, tu quoque…. Quoto in pieno RIC86, inoltre aggiungo che un pontefice che avesse benedetto la guerra in Iraq sarebbe stato troppo persino per la normale incoerenza cattolica. E poi in che parte ha influito sulla posizione di gp2 il fatto che Saddam proteggesse i cattolici??
In breve, la mia opinione.
E’ PIU’ CHE LEGITTIMO CHE GLI ESPONENTI DELLA CHIESA ABBIANO LE LORO IDEE. Libertà di parola e di pensiero non valgono solo per noi non credenti. E’ tuttavia ILLEGITIMO che un membro del clero, che sia papa vescovo o prete, usi l’influenza dovuta alla sua fede per imporre la sua opinione ad altri.
Questo rientra nella casistica dell’ abuso di potere e del conflitto di interessi, con episodi paragonabili ad un vero e proprio ricatto.
Per una persona che ci crede, la minaccia “o credi a questo o vai all’inferno” non è poi molto differente da “o fai come dico o ti torturo”
sono d’acordo con Trotzky: con la nazione Italiana.:si, con la azienda Italia:no’.con el concordato:No
Voglio una Italia dove noi italiani non dobbiamo inmigrare, dove esessere italiani e’ dignita