L’editoriale del Tempo su Welby

Alcune decine di persone ieri sera non hanno trovato di meglio che scendere in piazza per chiedere la morte di Piergiorgio Welby. Il buon senso dovrebbe aiutare questi signori a capire che la loro battaglia è assolutamente sbagliata. Ma sul buon senso di chi arriva a manifestare per spingere lo Stato, la politica e le coscienze di tutti a staccare la spina che tiene in vita un uomo, lasciateci conservare qualche riserva. La vicenda di Welby è troppo drammatica per essere liquidata con una fiaccolata e troppo dolorosa per essere strumentalizzata in una qualunque chiave politica. La posta in gioco è la più alta possibile: la rinuncia al bene più prezioso che ha ogni uomo: la vita. E non possono essere la battaglia combattuta da Welby per affermare il diritto a decidere della sua morte, né il suo innegabile dolore per un’esistenza martoriata, ad autorizzare un sacrificio così grande. Chi ha provato da vicino la sofferenza di una persona cara deceduta tra forti sofferenze può essere portato a comprendere e giustificare l’intervento di una mano pietosa. Ma in ciascuno di noi deve essere chiaro che questa scelta è perdente sia sul piano etico che su quello giuridico. Per non parlare poi di quello più strettamente religioso. Sul piano etico, lasciare a chichessia l’onere di decidere se e come far morire una persona è al limite dell’indecenza. Sul piano giuridico, come spiega efficacemente nelle pagine interne l’ex ministro della Salute, Girolamo Sirchia, la legge non stabilisce un confine tra l’assassinio e qualsiasi tipo di eutanasia. Dunque, in manifestazioni come quelle di ieri si può arrivare a ravvisare l’istigazione all’omicidio. Sul piano religioso, infine, la fede cattolica ci lega a un rispetto della vita, e anche del dolore, che va aldilà di ogni decisione possibile su questa terra. Welby, pur immobile nel suo letto di dolore, ci sta dimostrando quanto può essere ricco il contributo di idee che ogni uomo può dare alla collettività. Questo patrimonio è troppo grande per essere affidato a una mano, seppur pietosa, pronta a togliere una vita. Per questo la lezione di Welby è una lezione di vita.

Fonte: ilTempo.it

19 commenti

Kris

aaaah, allora avevo capito male io….Welby non vuole assolutamente morire, sono tutti coloro che lo amano e che gli stanno vicino che lo vogliono asssassinare. Lui vuole vivere e, anche se dice il contrario…ma come ho fatto ad essere così stupido….devo ricordarmi di spedire una lettera al Tempo per ringraziarli di parole tanto lungimiranti.

PaoloZ

Che belle parole, che sentimenti profondi. Auguro all’editorialista e a chi la pensa come lui di avere la fortuna di sperimentare personalmente la bellezza e la gioia di vivere ciò che sta passando Welbi, così potranno avere la prova di essere nel giusto dal punto di vista etico, giuridico e SOPRATTUTTO religioso.

Auguri.

Giuseppe

Il titolo dell’editoriale è “Che spettacolo desolante”

Avesse almeno il coraggio di firmarsi, chi l’ha scritto.

Kaworu

credo che chi ha scritto l’articolo tema l’eutanasia coatta…

visto che probabilmente la lobotomia l’ha già subita.

ma quanti idioti vivono in italia???

Sil

qualcuno mi spiega cosa significa “rispetto del dolore”?
Ha senso rispettare la sofferenza più del sofferente? la tortura più del torturato?

Ela

@giuseppe

dovrebbe esserci lo sciopero delle firme da parte dei giornalisti.

In ogni caso è veramente indecente l’interpretazione e la travisazione della faccenda da parte di articolista e giornale.

Stefano

Qualche decina di persone? Io sapevo che le veglie ci sono state un po’ in tutta Europal, senza contare che la metà degli italiani è favorevole all’eutanasia, quindi non so su che pianeta abiti questo giornalista

Giuseppe Murante

E’ la tipica posizione di chi si arroga diritto di proprieta’ sulla vita altrui. Caratteristica, ma non esclusiva, di preti e pretaioli.
Mi associo vivamente agli auguri di PaoloZ.

Enrico Bacciardi

Effettivamente, dopo questo bell’editoriale retorico, non posso che immaginare cosa direbbe il suo autore se avesse la madre, il figlio o la moglie nelle stesse condizione del povero welby. Che bel dono, la vita! Eh, sì, certo, perchè proprio di un dono si tratta! E io stupido che pensavo si trattasse di equilibri chimici.

giops

dai, ragazzi! Da bravi cristiani dobbiamo essere freddi e insensibili rispetto alle richieste del sofferente che, anzi, dobbiamo salvare con amore dalle mani assassine dei suoi sadici parenti!!!!
MA PER FAVORE!
SE NON HANNO ARGOMENTAZIONI DECENTI PER SOSTENERE LA LORO POSIZIONE,
SI NASCONDANO PER PIACERE!
NON SCRIVANO BAGGIANATE SIMILI, dai, un po’ di decenza per cortesia!

GF

Leggendo quell’articolo ho avuto l’impressione che si trattasse di uno scherzo, di una bufala. Non concepisco infatti come un essere umano possa fare certe affermazioni.
Invece è un articolo autentico.
Un articolo che oltrepassa i limiti della ragionevolezza e sconfina nella follia. L’ha scritto evidentemente un esaltato, uno psicopatico. E’ un caso di interesse psichiatrico.

GF

Kaworu

probabilmente si era mangiato un foglio di acidi prima di scrivere…

trotzky

Chi sostiene il diritto a decidere quindi istiga all’omicidio?
Questi non sanno più a che santo votarsi. Sanno che prima o poi affonderanno nella melma della loro ipocrisia e stanno urlando disperatamente in cerca di qualcuno che li aiuti.
Non si illudano. Sono finiti.
Questi tempi somigliano tanto a quelli di Giuliano l’apostata. Stiamo passando da una religione che si sostanzia oramai in un arido elenco di valori non condivisi che da pochi sprovveduti e di divieti irragionevoli.
E la transizione durerà solo pochi anni.

giovanni

Grandissimo st….o di un giornalista da strapazzo!!!
La MIA vita appartiene a me ed a nessun altro!
Tenere in vita un essere che soffre in quel modo è veramente una crudeltà senza confini.
Ma che razza di uomini abbiamo in Italia?
E poi perchè mantenere artificialmente in vita un corpo quando i dei pretacci della malora dicono di voler difendere la vita dal concepimento alla sua fine naturale. Cosa c’è di “NATURALE” nell’attaccare un corpo ad una macchina?
Le solite contraddizioni.

Paul

“Welby, pur immobile nel suo letto di dolore, ci sta dimostrando quanto può essere ricco il contributo di idee che ogni uomo può dare alla collettività”.

Infatti, quello che chiede è che ogni cittadino possa decidere in autonomia quando non è più il caso di vivere….. questo è il suo contributo….Ma si rendono conto dei non sense che scrivono?!?! Boh……

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