Unica testimonianza della sua venuta al mondo, 72 anni fa, è una targhetta al collo: “Pio Istituto Santo Spirito di Roma – Darima Francesca N.N. n. 34710”. Niente madre, niente padre. Poi, 5 anni fa, la rivelazione: “Mia madre è una suora dell’ordine di San Giuseppe di Chambery, ha 90 anni ed è ancora viva”. Francesca Darima ha raccontato la storia della sua vita e della sua lunga ricerca (della madre) in un libro drammatico e sofferente, “Le celate”, Fabio Croce editore. “Le Celate” è il nome con cui veniva identificato il reparto dei misteri dell’ospedale San Giovanni in Vaticano, luogo appunto deputato a far partorire anonime nobildonne e giovani monache di Monza. Sua madre è ancora viva. Francesca questo lo sa con certezza, ma non sa molto altro. Se non che finalmente vuole conoscere la donna che l’ha messa al mondo. E presto anche, perchè l’età della suora-genitrice non fa pensare a grandi margini di tempo. Però, ecco l’inghippo: il Vaticano si oppone all’incontro tra madre e figlia. Si oppone, perchè Francesca è figlia del peccato di una sposa del Signore. E lo fa tenendo ben chiusa in convento la suora dell’antico misfatto, lontana dagli occhi della figlia. […]
La recensione a cura di Edoardo Semmola è stata pubblicata sul sito de La Lente
Il Vaticano si oppone all’incontro tra madre e figlia.
Una ulteriore conferma non solo dell’arroganza ma anche della crudeltà e del sadismo delle gerarchie cattoliche.
Che insensibilità…
che merde schifose.
ratzinger, ruini e tutti quelli come loro, i nostri politici baciapile compresi, meriterebbero di soffrire 100 volte più di questa donna, di welby, di tutti i ragazzi e le ragazze violentati e umiliati dai preti (e dalle suore), di tutte le coppie omosessuali infelici a causa loro.
la morte dovrebbero arrivare a supplicarla, questi bastardi.
“Prelati notabili e conti
sull’uscio piangeste ben forte
chi bene condusse sua vita
mal sopporterà sua morte
Straccioni che senza vergogna
portaste il cilicio e la gogna
andarvene non fu fatica
perché la morte vi fu amica”
Da notare una cosa: uno degli argomenti adottati dalla chiesa contro la fecondazione etrologa era che ogni bambino ha il diritto di conoscere i suoi genitori biologici.
Naturalmente le regole si fanno e si disfano in funzione del proprio tornaconto…
Che ipocrisia!
Sono quelle cose che mi fanno venir voglia, appena vedo un edificio con una croce, di entrarci. Con una tanica di kerosene in mano e un accendino nell’altra, però!
(come è successo in ambito simile in Iraq)
Sottoscrivo al 100% il post di Silvia.
Son tutti moralisti coi peccati degli altri…
e chi sarà mai il babbo che ingravidò una sposa di cristo? secondo voi?
ovviamente LUI non è peccatore, solo la monaca.
ribrezzo, disgusto e nausea