Chiude gay.tv. Una riflessione, tra vibratori e libertà di informazione

Il 31 gennaio chiuderà gay.tv. Le ragioni sono semplici: poca pubblicità, “il coraggio è la virtù che è mancata agli investitori italiani”.

In questi giorni, sul numero in edicola di “Diario” è stata pubblicata un’intervista a Jerzy Urban, ex portavoce del governo Jaruzelsky. Oggi Urban è editore di “Nie” (“No”), il secondo periodico polacco quanto a vendite, un giornale d’inchiesta dichiaratamente volgare e anticlericale. Urban è uno che ama passare guai: in gioventù li ebbe con lo stesso partito comunista, in seguito con Wojtyla (definito “l’idolo di un vecchio credo” e il “Breznev del Vaticano”) e ora con gli eroi del nazional-cattolicesimo, i gemelli Kaczynski. Sul suo periodico compaiono pubblicità di peni di gomma e vagine artificiali. Commenta Urban: “Il maggior numero di ricatti viene dagli inserzionisti pubblicitari. Noi vogliamo fare le nostre inchieste liberamente, senza le pressioni e le ritorsioni delle grandi marche, dei potentati economici. Così accettiamo solo quel tipo di pubblicità: per ora, infatti, la lobby del vibratore non si è organizzata”.

E’ possibile, in Italia, presentare liberamente, e su larga scala, un punto di vista alternativo al ‘mainstream’ sempre più nazional-cattolico senza ridursi a pubblicizzare vibratori? Io temo di no. Gay.tv non era nemmeno così trasgressiva. Eppure chiude lo stesso.

6 commenti

Marja

gli investitori italiani sono dei veri conigli, fanno chiudere gay tv e poi finanziano le reti hard per eterosessuali,
capitalismo clericale, è il colmo
spero che l’Italia venga colonizzata da investitori olandesi e belgi

Valerio

Da gay di 20 anni posso dire che gay.tv e stata, era ancora oggi, e avrebbe potuto essere in futuro molto di più di un canale che presentava un punto di vista alternativo.
Per molti giovani lgbt me compreso è stata la prima finestra sul mondo gay, è stata “Radio Londra” in un paese eteronormato, eterosessista e omofobo, ha aiutato a accettarsi, a viversi, a capirsi… gay.tv ha svolto un vero e proprio servizio pubblico, in un paese dove c’è ancora una censura quasi totale nelle scuole all’educazione sessuale e quando c’è è solamente un’educazione all’eterosessualità. Una tv che fatto compagnia a molti prima che trovassero il coraggio di viversi gay, ma anche uno spazio di laicità che non ha mancato quest’anno o l’anno scorso di parlare di sbattezzo ( di cui ha parlato più e più volte sul suo sito), che quando ci sono state le dichiarazioni contro la satira sul Papa ha mostrato spezzoni di Crozza che faceva satira al Papa. Una tv libera, non sessuofoba, laica…. troppo per l’Italia, troppo per le multinazionali che in molte fanno pubblicità dirette alla comunità omosessuale…. ma non le fanno passare in Italia.

RazionalMENTE.net

Mah, diciamo la verità, quando parliamo di radio e TV libere dobbiamo pensare che sine pecunia non cantantur missae, insomma senza soldi non puoi avere né una radio, né una TV, né un giornale. I giornali possono reggersi sulla vendita degli stessi, ma una TV libera o ha la pubblicità oppure un abbonamento, oppure entrambe le cose. Le ditte sono interessate all’acquisto di spazi pubblicitari su canali e in fasce di grande ascolto. Di conseguenza c’è un po’ una reazione a catena. Se riesci a ingranare allora puoi fare di tutto e di più, ma altrimenti perdi anche quel poco che hai fatto. Inoltre come fa una TV ad essere contemporaneamente commerciale e non commerciale, cioè ad essere indirizzata dalla pubblicità e continuare ad avere una voce libera e fuori dal coro? Mi sembra un paradosso.

Johnny Golgotha

Ultimamente non guardavo più tanto Gay TV, ma ricordo che all’inizio, grazie a questa piccola emittente ho potuto gustarmi autentiche perle dell’animazione come “il Poema del Vento e Degli Alberi” o “La Leggenda dei Lupi Blu”, cose che, ad esempio, su MTV non vedremo MAI

E la cosa più sconcertante è che Gay TV chiude per mancanza di fondi, ma restano ancora in onda canali come la delirante TBNE, la tv dei telepredicatori americani e, cosa assurda, Tele Padre Pio, che di programmi non ne ha, ma attira comunque gli investitori, visto che continua a trasmettere

RazionalMENTE.net

Beh, ma le emittenti religiose di soldi ne hanno a bizzeffe.

Io non ho quasi mai seguito gay.tv perché ogni volta che accendevo trovavo videoclip musicali e basta. Forse sbagliavo gli orari. Certamente c’erano anche interessanti trasmissioni, ma potevano almeno segnalarle tra un videoclip e l’altro. Quindi mi sono sicuramente perso molte cose che invece avrei voluto vedere.

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