Turchia: dottoresse velate rifiutano cure a malato di orchite

E’ diventato uno scandalo anche politico in Turchia il caso di due dottoresse velate di un ospedale pubblico della città di Konya (centro), nota per il suo tradizionalismo islamico, che si sono rifiutate di curare un pastore di 17 anni che lamentava un rigonfiamento dei testicoli, uno dei quali ha dovuto poi essergli amputato. Il pastore, identificato dalla stampa turca con le iniziali, A.G., era giunto all’Ospedale di stato Numune di Konya lamentando una violenta e vistosa orchite. E’ stato inviato al reparto analisi per sottoporsi ad un test con gli ultrasuoni. Ma in questo reparto due dottoresse descritte dai giornali come coperte dal tradizionale copricapo islamico turco, il turban, si sono rifiutate di prendersi cura di lui, presumibilmente per ragioni religiose. La stampa stigmatizza anche il fatto che alle due dottoresse fosse permesso in un ospedale pubblico portare il turban, che in Turchia è vietato in tutti gli edifici di stato, e denuncia il fatto che molte impiegate pubbliche a Konya ed altrove “possono infischiarsi del divieto del turban perché si sentono spalleggiate dal governo filo-islamico di Tayyip Erdogan”. […] “Questo episodio è un segno della distruzione portata dalle ideologie religiose che si stanno spargendo nelle istituzioni pubbliche. E’ chiaro che le dottoresse col turban lavorano con la piena connivenza degli amministratori dell’ospedale e delle autorità regionali. Possiamo toccare con mano cosa può avvenire quando lo sfruttamento della religione e le mentalità religiose sono portate avanti dal governo. Konya é una fotografia della situazione generale in Turchia” – ha dichiarato nel corso del dibattito parlamentare il deputato Attila Kart, del partito di opposizione Chp, laico e socialdemocratico.

Fonte: Swissinfo

In gamba questo Kart. Dubito che in Italia qualcuno oserebbe spingersi così in là, parlando esplicitamente di “connivenze”. Non si può importarlo da noi?

6 commenti

Emi

“In gamba questo Kart. Dubito che in Italia qualcuno oserebbe spingersi così in là, parlando esplicitamente di “connivenze”. Non si può importarlo da noi?”

Già, vogliamo parlare dell’associazione dei medici cattolici, delle facoltà di scienze mediche nelle università cattoliche e dei gruppi di comunione e liberazioni in quelle statali?

Alessandro Capriccioli

In Turchia scoppia uno scandalo politico perché due dottoresse islamiche, per motivi religiosi, si sono rifiutate di curare un ragazzo malato di orchite.
In Italia più della metà dei medici, per motivi religiosi, si rifiuta quotidianamente di praticare l’interruzione di gravidanza: tuttavia non scoppia alcuno scandalo politico, e chi denuncia la circostanza viene sistematicamente ignorato.
La Turchia spera da tempo di entrare a far parte della Comunità Europea: uno degli ostacoli al suo ingresso è l’insufficiente livello di “laicizzazione” finora raggiunto dal paese.
L’Italia fa parte della Comunità Europea sin dalla sua nascita.
Forse mi sfugge qualcosa.
http://metilparaben.blogspot.com/2006/12/orchiti.html

Silvia Viterbo

Se la scuola e le università non sono laiche, che altro aspettarsi dai medici?
Purtroppo non basta togliere i crocefissi dalle aule (che pure sarebbe un segno importante) ma occorre scardinare dei “dogmi” che, in quanto tali, dovrebbero essere incompatibili con la natura e lo spirito della ricerca e dell’insegnamento scientifico, ma che invece, purtroppo, sono penetrati in profondità anche nella dottrina scientifica. Se un medico ritiene che l’aborto sia un omicidio… forse c’è qualcosa che non va all’interno della disciplina medica… dove evidentemente si accetta pacificamente che il metodo scientifico conviva con credenze religiose… e se alla fine di un percorso di studi di un certo tipo non si arriva a certe conclusioni (che dovrebbero escludere le cosidette verità dei fede) o perlomeno non ci si pone certi dubbi e certe domande, beh, forse gli uomini di scienza laici dovrebbero presidiare un po’ meglio il loro fronte interno, su cui credo si giochi buona parte della partita sulla laicità.
Fino a che sui media il messaggio laico di un medico o qualsiasi altro uomo di scienza sarà accompagnato da altrettanti (se non più numerosi) messaggi di stampo religioso di altri colleghi autorevoli, nell’opinione pubblica rimarrà sempre confusione e lo sforzo di comunicazione alle masse di nuovi messaggi e di una nuova prospettiva culturale sarà in gran parte inficiato perché, nell’incertezza, tanti preferiranno rimanere saldamente ancorati alle loro vecchie e rassicuranti concezioni.

ALESSIO DI MICHELE

Non ti preoccupare dell’ opinione pubblica: se confusa rinfresca le fruste meningi con un corroborante reality show o, i piu’ azzardosi, addirittura con la domenica sportiva, controcampo, ed il processo di biscardi: cosi’ passa la confusione !

Tiziana

Infatti la Turchia sarebbe uno di quei paesi che non dovremmo perdere di vista. In questi giorni si stanno massacrando il primo ministro e il presidente, per le elezioni anticipate. Se ci saranno le elezioni come chiede il presidente, se i lupi grigi supereranno lo sbarramento del 10%, se l’esercito potrà essere coinvolto, forse Erdogan non sarà il presidente. Ma la stampa italian ( e devo dire un pò anche quella europea) si sono dimenticati della Turchia dopo il viaggio di B16.

Vassilissa

Il poverino ha perduto un testicolo e potrebbe avere difficoltà a procreare a causa di “dottoresse” pudibonde e timorate di dio. Gli viene così impedito di seguire i precetti di fare sesso x donare figli a dio.
Suggerisco al pastorello di fare causa all’ospedale x
– omissione di cure
– danno biologico
– danno morale
in più si suggerisce all’ospedale di assumere dottoresse porcelle che non si turbino a vedere un maschietto ignudo.

scherzi a parte , succede lo stesso nell’afghanistan talebano dove medici maschi non possono visitare le donne , mancano dottoresse perchè le donne non possono studiare e lavorare fuori casa con la conseguenza di un aumento drammatico di morti di puerpere e nascituri durante il parto, e un abbassamento generale della salute delle donne.

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