Accanimento terapeutico, arriva la legge

I senatori dell’Ulivo Villone, Marino, Salvi e Colombo hanno presentato a palazzo Madama un ddl per l’attuazione dell’art. 32, comma 2, della Costituzione in cui si stabilisce che «nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge».
Il disegno di legge, legato al caso di Piergiorgio Welby, prevede che «tutti hanno diritto di rifiutare qualsiasi trattamento sanitario che non sia reso dalla legge obbligatorio per motivi di salute pubblica o di sicurezza. Il rifiuto è vincolante per qualunque operatore sanitario, nelle strutture sia pubbliche che private».
Si stabilisce inoltre che «il rifiuto si esercita mediante una dichiarazione resa in forma scritta o anche verbalmente. In tale ultimo caso la dichiarazione può essere raccolta direttamente dal medico, o da testimoni». Nel ddl è scritto inoltre che «il diritto di cui al comma 1 comprende anche il rifiuto dei trattamenti sanitari necessari a tenere in vita malati terminali, per i quali il decesso possa seguire come diretta conseguenza della sospensione dei trattamenti medesimi». Infine si prevede che «la mancata somministrazione dei trattamenti nel caso di cui al comma 3 non costituisce reato per chiunque sarebbe obbligato alla somministrazione medesima in mancanza del rifiuto».

Fonte: Corriere.it

14 commenti

Maurizio

È centrata non sul diritto di scegliere di morire ma su quello di rifiutare le cure. Non copre quindi tutti i casi di eutanasia ma copre il caso Welby. È un inizio.

Silvia Viterbo

A questo proposito, vorrei togliermi una curiosità… può un testimone di Geova rifiutare una trasfusione di sangue se questo mancato intervento potrebbe determinarne la morte?

ric86

@ silvia
la domanda che hai posto coglie nel segno della questione secondo me…
un testimone di Geova maggiorenne può rifiutare una trasfusione di sangue, anche se questo provocherebbe la sua morte. I minori sono tutelati, pertanto non è possibile che un genitore rifiuti per il figlio la trasfusione.

Mauro Ghislandi

Per Silvia: se è maggiorenne e considerato in grado di intendere e volere, sì, può rifiutare.
A parte motivazioni religiose, il rifiuto può essere dovuto ad altre cause. Ben noto è il caso di una donna, mi pare ligure, che rifiutò l’amputazione di una gamba, mi pare per cancrena dovuta a diabete, e ne morì.
Nel caso di minori, non ricordo che cosa prevede la legge, cioè se vale sempre la volontà dei genitori o se in casi come questi può intervenire il magistrato ad imporre un trattamento ritenuto necessario per salvare la vita del minore.

RazionalMENTE.net

Il decreto legislativo però non considera l’eventuale sedazione di chi ha rifiutato certe cure mediche. Insomma Welby potrebbe chiedere l’interruzione del trattamento sanitario che lo tiene in vita, ma avrà diritto ad un’opportuna terapia del dolore, insomma ad una sedazione che non lo faccia soffrire?

Silvia Viterbo

1000 grazie per le vostre risposte!
Purtroppo confermano quello che temevo…

ric86

questo disegno di legge è un grosso passo in avanti…addirittura se si trattasse la materia in maniera perfetta potrebbe anche non esserci bisogno di una legislazione sull’eutanasia, ma la situazione va in qualche modo risolta.
Se la costituzione stabilisce che è possibile rifiutare trattamenti sanitari di qualsiasi tipo, non è altrettanto vero che staccare il respiratore a un malato terminale non significhi essere processati per omicidio. Con questo ddl si deve stabilire secondo me:
1) è possibile rifiutare qulunque trattamento sanitario, anche vitale, va tuttavia assicurata una morte indolore, e la deontologia medica vuole che si accompagni il paziente alla morte senza alcuna sofferenza.
2) la volontà del paziente capace di intendere e volere è vincolante per il medico.
3) in casi estremi (come comi irreversibili) è possibile far valere la volontà dei pazienti attraverso la testimonianza dei cari (il caso di eluana) che sicuramente sono legittimati a prendere tale decisione rispetto ai medici, laddove non esiste possibilità alcuna di miglioramento.
rimangono tuttavia alcuni nodi da sciogliere che non escludono la necessità della legislazione sull’eutanasia. Se Welby vuole farsi staccare il respiratore, è perchè vuole terminare la propria vita, ma una volta staccato il respiratore è possibile che l’obiettivo di Welby (morire) sia raggiunto dopo del tempo, dopo altre sofferenze (anche in presenza di antidolorifici) e non sia immediato. Ancora più atroce è il caso di eluana in come irreversibile da 14 anni che respira autonomamente ma viene alimentata tramite un sondino naso gastrico. Se attraverso la testimonianza del padre si riconosce la volontà di eluana di non vivere in stato vegetartivo, cioè di rifiutare l’alimentazione artificiale come trattamento sanitario, i medici staccherebbero l’alimentazione, ma in questo modo senza intervenire se non con antidolorifici, si avrebbe una situazione ancoro più drammatica, ovvero eluana sarebbe fatta morire per disidratazione e fame. Io credo che non possiamo fare i cinici, in situazioni estreme credo sia sacrosanto facilitare la morte del paziente, e accorciargli l’agonia, penso sia un dovere morale di ogni medico. Nemmeno i cani si trattano in questo modo.

ric

questo disegno di legge è un grosso passo in avanti…addirittura se si trattasse la materia in maniera perfetta potrebbe anche non esserci bisogno di una legislazione sull’eutanasia, ma la situazione va in qualche modo risolta.
Se la costituzione stabilisce che è possibile rifiutare trattamenti sanitari di qualsiasi tipo, non è altrettanto vero che staccare il respiratore a un malato terminale non significhi essere processati per omicidio. Con questo ddl si deve stabilire secondo me:
1) è possibile rifiutare qulunque trattamento sanitario, anche vitale, va tuttavia assicurata una morte indolore, e la deontologia medica vuole che si accompagni il paziente alla morte senza alcuna sofferenza.
2) la volontà del paziente capace di intendere e volere è vincolante per il medico.
3) in casi estremi (come comi irreversibili) è possibile far valere la volontà dei pazienti attraverso la testimonianza dei cari (il caso di eluana) che sicuramente sono legittimati a prendere tale decisione rispetto ai medici, laddove non esiste possibilità alcuna di miglioramento.
rimangono tuttavia alcuni nodi da sciogliere che non escludono la necessità della legislazione sull’eutanasia. Se Welby vuole farsi staccare il respiratore, è perchè vuole terminare la propria vita, ma una volta staccato il respiratore è possibile che l’obiettivo di Welby (morire) sia raggiunto dopo del tempo, dopo altre sofferenze (anche in presenza di antidolorifici) e non sia immediato. Ancora più atroce è il caso di eluana in come irreversibile da 14 anni che respira autonomamente ma viene alimentata tramite un sondino naso gastrico. Se attraverso la testimonianza del padre si riconosce la volontà di eluana di non vivere in stato vegetartivo, cioè di rifiutare l’alimentazione artificiale come trattamento sanitario, i medici staccherebbero l’alimentazione, ma in questo modo senza intervenire se non con antidolorifici, si avrebbe una situazione ancoro più drammatica, ovvero eluana sarebbe fatta morire per disidratazione e fame. Io credo che non possiamo fare i cinici, in situazioni estreme credo sia sacrosanto facilitare la morte del paziente, e accorciargli l’agonia, penso sia un dovere morale di ogni medico. Nemmeno i cani si trattano in questo modo.

ric86

@ silvia
sono d’accordo con te, è una situazione assurda. Attualmente é lecito lasciarsi morire per il rifiuto di una trasfusione di sangue dovuto magari a motivi religiosi, ma non è lecito staccare il respiratore a Welby. Chiunque di noi sa quale dei due trattamenti è invasivo, può rendere la vita più dignitosa, e crea sofferenze atroci. Dopo millenni di pensiero filosofico e di cultura ci troviamo in questa situazione che un bambino saprebbe risolvere meglio di qualunque comitato di bioetica.

Silvia Viterbo

Hai ragione, ma noi non siamo bestie quindi, secondo santa romana chiesa, abbiamo il dovere di soffrire!!
Tra l’altro, è proprio perchè la religione cattolica presenta la sofferenza come un valore che non si fanno passi avanti neanche nella terapia del dolore. Non siamo nemmeno ancora riusciti a garantire la somministrazione gratuita dell’epidurale alle partorienti che ne fanno richiesta! e questa è un’altra battaglia a cui, da donna, tengo molto! Qualcuno ha detto: partorirai con dolore. Purtroppo molti ancora oggi pensano che, in fondo, il dolore sia una punizione che in qualche modo ci meritiamo.

Silvia

leggo ora sulla Stampa che 51 esperti si sono pronunciati e sembra che Welby non sia oggetto di accanimento terapeutico.
Mazzalo che esperti!

cartman666

Anche per avere questa legge, che puo’ risolvere molti problemi, ma non tutti, sara’ molto dura, ho letto il nuovo codice deontologico dei medici, sembra ispirato da Razzinga.
Liberarci dalla peste cristiana, che pretende di imporre le proprie sofferenze a tutti, sara’ davvero per noi atei, una “via crucis”.

Marja

QUALCHE “AMANTE” DELLA LIBERTA’ HA PAURA DI LIBERTYBLOG?
Stranamente,infatti, questo pomeriggio LIBERTYBLOG era stato disattivato, compariva una pagina con i link agli articoli ma senza che il testo di questi ultimi potesse essere visualizzato. Ha dovuto dunque essere ri-pubblicato. Non posso fare a meno di mettere in relazione questo strano evento con il fatto che ieri ho pubblicato l’elenco di quelli che a mio oggettivo parere sono i partiti politici italiani più regressivi e liberticidi. In questo mio giudizio io infatti mi sono fondata esclusivamente sui loro programmi politici dichiarati, sulle affermazioni dei loro esponenti. In ogni caso il Gatto Malvagio continuerà la sua attività di smascheramento nei confronti di tutti quei movimenti falsamente progressisti e libertari che cercano di captare il consenso degli elettori sprovveduti al fine di consegnare il paese nelle mani di una minoranza di nostalgici di un vecchio ordine della società ormai estraneo alla coscienza della maggior parte dei cittadini.

http://gattomalvagio.blog.espresso.repubblica.it/il_gatto_malvagio/

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