Il caso Eluana

Come Piergiorgio Welby, neanche Eluana Englaro ha il diritto di morire. E questo anche se gli ultimi 15 anni della sua vita li ha passati in uno stato di coma. A deciderlo è stata la corte d’Appello di Milano respingendo il ricorso presentato dal padre di Eluana, Beppino Englaro, che da anni si batte perché i giudici gli consentano di staccare la spina alla figlia. Quello di ieri è il settimo ricorso che l’uomo si vede respingere da un magistrato, e adesso a Englaro resta solo la possibilità di appellarsi alla corte di Cassazione. Alla base della sentenza c’è la convinzione dei giudici di Milano che il sondino attraverso il quale Eluana viene alimentata non rappresenterebbe un accanimento terapeutico, e per questo non possa essere staccato.
Sono 15 anni ormai che Eluana, che oggi ha 35 anni, si trova in coma in una stanza dell’ospedale di Lecco in seguito alle lesioni riportate in un incidente stradale. «Caratteristica di questa condizione – spiegano gli avvocati Vittorio Angiolini e Riccardo Maia, che assistono la famiglia – è la totale assenza di reazioni volontarie agli stimoli esterni, la completa incapacità di relazionarsi con il mondo e l’irreversibilità della condizione vegetativa».
Uno dei punti chiave del dibattimento appena concluso riguardava proprio le volontà espresse da Eluana quando era ancora in grado di decidere per se stessa. «Malgrado le testimonianze raccolte dalla Corte – proseguono i legali – abbiano confermato come Eluana considerasse contrario alla dignità umana il mantenimento della vita vegetativa senza speranze di recupero, la Corte ha ritenuto che il trattamento medico in corso non possa essere interrotto, perché lo stesso non costituisce accanimento terapeutico».
Ma nelle undici pagine del provvedimento i giudici esprimono anche altre convinzioni. Per le norme vigenti – scrivono infatti – Eluana «non può considerarsi clinicamente morta» e la Corte «non ha alcuna possibilità di fare distinzione tra vite degne e non degne di essere vissute, dovendo fare riferimento unicamente al bene vita, costituzionalmente garantito, indipendentemente dalla qualità della vita e dalle percezioni soggettive che di essa si possono avere».
I magistrati riconoscono che Eluana si trova «in uno stato vegetativo permanente», cioè «in una zona grigia in cui, essendo il soggetto considerato ancora vivo, può configurarsi il conflitto tra i valori costituzionalmente protetti della vita, della tutela, della dignità e della libertà di autodeterminazione». Un conflitto che per la corte d’Appello va risolto a favore della vita perché, «in base alla normativa vigente» Eluana è viva», visto che non si è ancora arrivati alla cessazione dell’attività cerebrale.
Per questo, scrivono i giudici, staccare il sondino che la tiene in vita equivarrebbe a «un’eutanasia indiretta omissiva».

Fonte: ilManifesto.it 

2 commenti

Maria Rosaria

Il caso di Eluana è diverso da quello di Welby, infatti Eluana è in fase vegetativa da ben quindici anni! Il miracolo del risveglio non si è avverato, la disperazione, il dolore e la decisione di staccare la spina dei genitori , non solo è condivisibile ma è anche necessaria e urgente; a che pro condurre una vita in quello stato? O esiste una dimensione intelligente collegata alle spine che non conosciamo!? Smettiamola con l’ipocrisia e i pietosismi di falsa morale, facciamo in modo che si viva e si muore con dignità e rispetto, Facciamo questa benedetta legge sull’eutonasia in modo corretto, rispettiamo le decisioni e le sofferenze di Welby e di tutti quelli che soffrono. L’ intelligenza di Welby serve ancora, è vero, aiuta a capire, ad entrare nell’interiorità dell’essere. Welby è una grande figura non facciamolo soffrire più, conserviamo di lui i grandi valori che ha e che ci lascerà per un mondo migliore e più giusto: la sua forza d’animo, la dignità , l’abnegazione, l’altruismo e mille altre cose. Ma io come donna, sono molto vicina alla sua compagna con tutta la forza di chi ha subito la perdita del proprio compagno, il cui accanimento terapeutico, in un anno di dolore, eguivalenti a cento, ci ha distrutto miseramente.
Coraggio Welbw, coraggio genitori di Eluana, stacchiamo la spina con amore, per amore. La vita è una scintilla in un universo infinito di cui ne fa parte.

PaoloZ

Riporto dal testo: “visto che non si è ancora arrivati alla cessazione dell’attività cerebrale”…

Quindi questa ragazza è da 15 anni in questo stato e C’E’ PURE LA POSSIBILITA’ CHE NE SIA COSCIENTE???

Ma ci pensate? 15 anni immobile in un letto, COSCIENTE, ma isolata dal mondo esterno e senza modo di comunicare. Sola. Nessun modo di chiedere aiuto se prova dolore.

Per come la vedo io, è l’incubo peggiore possibile. Un vero inferno sulla terra. Se dovesse succedere a me, spero che ci sia qualcuno dotato di buon senso e carità umana (NON CRISTIANA, A QUESTO PUNTO) che mi faccia una iniezione per addormendarmi definitivamente, e ciao a tutti. Tanto di là c’è il paradiso. VERO???

Che tristezza…

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