I paradossi della scienza islamica

Pochi si sono accorti che le frasi scritte sui cartelli da un gruppo di studenti di Teheran che protestavano contro Ahmadinejad non erano solo contro la mancanza di libertà, ma contro le limitazioni alla scienza. Le condizioni in cui fioriva la conoscenza nella Persia di ieri non sono certo quelle favorite dagli islamisti iraniani di oggi. Nella Persia dell’XI secolo fioriscono l’astronomia e la matematica con Omar Khayam. La sua scuola precede Pascal di sei secoli e regala al Paese un calendario solare basato su osservazioni astronomiche più accurate di quelle del calendario gregoriano. E’ anche vero che nello stesso periodo compaiono in Persia movimenti fanatici, ma la cultura scientifica nei Paesi islamici è in ascesa da quel periodo fino al Rinascimento, quando il centro della conoscenza si sposta in Europa. Se con il riformista Khatami la produzione scientifica iraniana aveva conosciuto una ripresa, con Ahmadinejad si teme nuovamente. Non solo i rettori delle università sono stati sostituiti da religiosi, ma perfino ricercatori importanti. Eppure, dagli Anni ‘90 a oggi, secondo «Nature», l’Iran si piazzerebbe in seconda posizione nel Medio Oriente dopo Israele. A differenza di quella «cattolica», la «scienza islamica» ha un vantaggio: la mancanza di interferenza da parte della religione su temi come il darwinismo e le staminali embrionali. Quale sarà il suo futuro?

L’intervento di Ezio Giacobini è stato pubblicato sul sito della Stampa

5 commenti

Johnny Golgotha

Bè d’accordo, Khayam beveva, però era fortemente credente

Ernesto

Non sono contro il darwinismo anche loro forse solo perché ancora non c’hanno pensato bene.

Gérard

Oah Johnny…..
Tanto credente Omar Khayam non lo fu : Tant’è vero che da qualche parte consiglia a qualcuno di ” chiudere il suo Corano… ” e poi fu perseguitato dalle autorita religose ….
Nel XI. secolo ci fu in Iran un vero “secolo delle lumi ” purtroppo mal conosciuto in Occidente ….

Marco G.

Comunque se la scienza gli serve per costruire la bomba, non è un male se si limitano

Vassilissa

Dovremmo adottare il segno delle tre stelle (così vengono segnati gli studenti contestatori) e sostenere le loro proteste per uno stato più libero e moderno.

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