[…] Vorrei partire dalla scelta che grandi catene commerciali – presenti in alcune capitali europee (ma anche al di fuori dell’Europa) – hanno fatto:di non esporre i simboli della tradizione e religiosità cristiane del Natale per non offendere il pubblico dei credenti di altre fedi religiose. […] 1. Prima di tutto ogni confessione religiosa – che rivendichi il diritto alla sua libera pratica – deve riconoscere la pari dignità delle altre e dunque la libertà di professarle; deve cioè ispirarsi ad una serie di valori fondanti il principio della sacralità e dell’uguaglianza di ogni individuo. 2. Non possiamo poi non riconoscere che alcune tradizioni hanno storicamente nella nostra Europa una radice più profonda e più forte. Hanno dunque un posto privilegiato e importante nella formazione della nostra identità. E’ questo il caso del cristianesimo, pur con tutto il carico storico di lotte e divisioni sanguinose: ha infatti saputo affermare la signoria dell’individuo di fronte a Dio e la cultura della tolleranza capace di valorizzare il dettato evangelico della separazione netta tra la sfera della fede e quella della società e dello Stato. 3. Non possiamo dunque negare e rinnegare questo circuito che ha alimentato e alimenta le nostre coscienze di cittadini europei. Pratichiamo pluralismo religioso e tolleranza perchè la nostra memoria ed il nostro presente hanno raggiunto questa tormentata conquista anche nel solco di una tradizione religiosa. E perchè moltissimi cittadini europei prendono sulle loro spalle questi valori anche a partire da questa educazione religiosa ricevuta nelle famiglie, in chiesa, a scuola. Se pure partiamo da un punto di vista laico, non possiamo dimenticare questo percorso. E non solo perchè sia più corretto in termini di ricostruzione storica, ma perchè è parte ormai della nostra identità e contribuisce ad alimentarla proprio di quelle libertà che l’Europa vuole custodire gelosamente. […] La scomparsa delle statuine del presepe e del bambino Gesù dalle importanti catene della distribuzione commerciale europea contribuisce a questa deriva verso una coscienza europea opaca. Si saldano qui gli interessi dei mercanti ( nel timore di “fastidiose” contestazioni e ritorsioni nelle loro proiezioni e nei lor affari extra-europei) con l’idea che un’Europa-senza-identità potrebbe meglio affrontare (e calmare) l’identità prepotente e sanguinaria che alcune minoranze declinano in nome dell’Islam abusando degli stessi principi del Corano. Nel silenzio purtroppo assordante della maggioraza di musulmani, pacifici e tolleranti. L’Europa nutre ora questo paradosso: offre, allo sguardo di cittadini e turisti, paesaggi urbani carichi della sua simbologia religiosa cristiana, mentre lo spazio del grande magazzino diviene il censore rigoroso di qualsiasi “tentazione” di sacro. Un’Europa-senza-identità si consegna così ai predicatori di violenza e di morte, lascia loro il campo. E questo Natale-senza-Gesù celebra la vittoria dei nuovi tiranni grazie ad un’ Europa imbelle, opaca e senza anima. Quest’anno, nella mia casa, il Presepe sarà ancora più curato, più importante, simbolo di una identità e di una fede che nessuno può toglierci.
Il testo integrale dell’intervento di Franco Frattini è stato pubblicato su SabaudiaIn Notizie
Quest’uomo rappresenta l’Italia all’interno della Commissione Europea, dove ricopre l’incarico di vicepresidente
io vedo babbo natale da tutte le parti e presepi ovunque (anche in banca), vogliamo finirla con questo allarmismo? Se ci sono paesi dove si evita di parlare esplicitamente di festa crsitiana (vedi Londra) è perchè in quelle città, ormai, il cristianesimo non è più la religione maggioritaria (ho sentito che attualmente ci sono più persone con nomi arabi che inglesi in UK), è inutile fare tante storie, ok le tradizioni e il passato, ma se un paese nel tempo cambia ci sarannod ei cambiamenti, no??
1. Prima di tutto ogni confessione religiosa – che rivendichi il diritto alla sua libera pratica – deve riconoscere la pari dignità delle altre e dunque la libertà di professarle; deve cioè ispirarsi ad una serie di valori fondanti il principio della sacralità e dell’uguaglianza di ogni individuo.
Caro Frattini,
se anche il credere in altro sta nelle confessioni, allora questo discorso fallo ai tuoi amici teocon e teodem e al tuo capo Ratzy
Ma e’ possibile che le dichiarazioni di tanti politici italiani debbano oscillare tra il temino natalizio e l’omelia d’un prete esagitato?
‘a Fratti’, guarda che rappresenti l’Italia non il Vaticano…
Con il natale hanno letteralmente rotto le palle. Perchè 2 catene di grandi magazzini non hanno messo un vedita un orrida grotta con dentro un corduto e un adultera è scoppiato un caso nazionale. La radici cristiane del Natele glele darei sui capo!
E le radici pagane? nessuno lo fa notare ma i romani alla fine di Dicembre festeggiavano le Saturnali e il cristianesimoha solo ripreso quest’usanza.
Non mi risulta che un’azienda possa venir redarguita dai soliti politici genuflessi per come porta avanti i propri interessi. Questo intervento di Frattini, che credevo una persona abbastanza seria, è follia pura, ma ancora una volta, da ateo, posso dirmi soddisfatto da queste esternazioni deliranti, non sono che autogol.
Ruguardo al Natale cristiano e non oggi a scuola (III media) mi è successo una cosa che ritenevo impossibile in un paese civile!.
Siccomela profe di musica si era rotta le balle ci ha messo a cantare le solite quattro nenie di Natale. Ovviamente in 4 canzoni su cinque faceva la sua invadente apparizione Gesù Banbinio Dio la Madonna… Io ovviamente non mi sono messo a cantare quelle insulse nenie fatte a posta per indottrinare i poveri bambini indifesi anzi a un certo punto ho sbottato “se nella prossima canzone e ri c’è gesù bambino gli sputo in un occhio…” (nn so bene a chi dicevo, forse alla profe, forse alla Sacra Famiglia) e poi indicando il crocifisso “si, si tutte queste canzocine sdolcinate e poi guarda com’è finito..”. Non so bene come e conn quali deformazioni questi commente sono giunti agli orecchi della profe e lei -una bigotta che non vi dico- E’ venuta da me come una furia dicendomi che non potevo bestemmiare in classe e che era un atto irrispettoso. Io le ho risposto che io non avevo bestemmiato e che comunque semmai ero IO quello offeso visto che si pretendeva che io cantassi quelle che per me erano falsità. La profe mi ha risposto infuriata che non poteva mettersi a chiedere se ci fosse qualcuno non-cattolico. Nel tal caso ha detto, mi avrebbe sicuramente mandato fuori per non farmi cantare. A quel punto piuttosto irritato le ho risposto che la scuola è un ambiente laico e che dovrebbe non fare discrimazione di qualsiasi sorta. Che la lezione dovrebbe essere per tutti e che se io non sarei uscito fuori nemmeno se me lo avesse ordinato poichè non aveva il dirtto di mandarmi fuori dall’aula. Lei è scoppiata e ha detto che avrebbe riferito aai miei genitori il fatto che io avevo bestemmiato. “Lo faccia pure..” le ho risposto “…tanto, classe presente non ho bestemmiato e comunque prima mi i porti rispetto, poi lo porterò io”. Ha girato le terga e si è seduta in cattredra ed è restata di malumore per tutta l’ora. Con mio piacere ho ricevuto l’appoggio di molti compagni che avevano assistito alla scena.
Non vi sembra che fatti del genere non dovrebbero nemmeno succedere in un paese civile????????
“Tu scendi dalle stelle
seenza freeeeni…
E batti in una roccia
e poi ti svieeeeni…”
Che tipetto che sei!!!! Ma ripassare un po’ la lingua italiana non sarebbe male 🙂
guido giachetti scrive:
«Non vi sembra che fatti del genere non dovrebbero nemmeno succedere in un paese civile????????»
Certo.
La prof da’ per scontato che tutti gli alunni siano cattolici:
1) chi glel’ha detto
2) e anche se fosse questo legittima fare lezioni di catechesi? in una classe di tutti milanisti si dovrebbero allora studiare i cori di quella squadra nelle lezioni di musica?
3) III media… non siete piu’ piccoli, ma non penso siate considerati capaci di intendere e volere: per la prof dovreste essere al piu’ figli di genitori cattolici. La vostra coscienza e le vostre scelte spirituali dovrebbero esser in via di formazione, non certo gia’ determinate. A maggior ragione non dovrebbe essere ammessa un’opera di preferenza verso una opzione spirituale
Ciao
Roberto Grendene