Sondaggio-choc nel Regno Unito: la religione fa più danni che bene

L’82 per cento della popolazione britannica ritiene che la fede provochi divisioni e tensione nella popolazione; il 63% definisce se stessa come una persona ‘non religiosa’. Sono le due risposte più eclatanti a un sondaggio organizzato dal Guardian. Il 43% sostiene di non aver mai frequentato funzioni religiose, e solo il 17% sostiene che sia corretto definire il Regno Unito come una ‘nazione cristiana’.

Un articolo di Julian Glover e Alexandra Topping è stato pubblicato sul sito del Guardian

Il portale religioso Ekklesia così intitola l’articolo dedicato al sondaggio: New UK opinion poll show continuing collapse of ‘Christendom’. Lo stesso portale, un mese fa, aveva del resto già commentato un sondaggio effettuato per conto della British Humanist Association, passato sotto silenzio, i cui risultati erano molto simili: si veda l’articolo New opinion poll shows British attitudes are increasingly non-religious.

Le formalità per espatriare nel Regno Unito sono pubblicate sul sito dell’ambasciata inglese in Italia.

26 commenti

Kaworu

per mia fortuna so abbastanza bene l’inglese…

potrebbe essere un’interessante meta, la gran bretagna.

Pantzini

Ho tradotto l’articolo, spero non sia contro la policy delle Ultimissime.

L’82% degli inglesi pensa che la fede crei tensione in una nazione in cui i due terzi della popolazione non sono religiosi
Julian Glover e Alexandra Topping, 23 dicembre 2006, The Guardian

Un sondaggio Guardian/ICM poll rileva che la maggior parte dei britannici pensa che la religione faccia più male che bene. Una schiacciante maggioranza vede la religione come causa di tensioni e divisioni; una piccola minoranza pensa che possa essere una forza per fare del bene.
Il sondaggio rivela anche che i non-credenti sono ormai circa il doppio dei credenti. Si delinea l’immagine di una nazione scettica, che ha grandi perplessità sugli effetti della religione sulla società: 82% degli interrogati vede la religione come causa di tensione e divisione nella popolazione. Solo il 16% non è d’accordo. I risultati mettono alla prova le affermazioni di alcuni leader religiosi per i quali il paese è la somma di tante comunità religiose.
La maggior parte dei cittadini non ha una fede, con solo il 33% degli intervistati che si definisce “una persona religiosa”. Una vasta maggioranza, il 63%, dice di non essere religiosa – compresi più di metà di coloro che si definiscono cristiani.
Soprattutto gli anziani e le donne credono in un dio (il 37% delle donne si definisce religioso, contro il 29% degli uomini).
I risultati chiudono un anno in cui il multiculturalismo e il ruolo delle varie fedi nella società sono stati al centro di un controverso dibattito politico.
Tuttavia un portavoce della Chiesa d’Inghilterra ha negato ieri che la religione tradizionale sia la fonte di tensione. Ha anche aggiunto che “l’impressione che si ha del secolarismo in questo paese è esagerata”. “Si deve anche tenere conto di come la società è cambiata. E’ più difficile andare in chiesa al giorno d’oggi. Le comunità sono sparse, gli orari di lavoro più lunghi: è difficile trovare il tempo. Ciò non cambia il fatto che la Chiesa d’Inghilterra porti 1 milione di persone in chiesa ogni domenica, la più grande affluenza del paese.”
Il vescovo di Hexham e Newcastle, Dunn, aggiunge: “La sensazione che la fede sia causa di divisione è spesso dovuta al fatto che essa è sfruttata per perseguire altri obiettivi.”
Il sondaggio suggerisce, tuttavia, che nella moderna Inghilterra l’osservanza religiosa è diventata un’abitudine riservata alla occasioni speciali. Solo il 13% degli intervistati afferma di frequentare un luogo di culto almeno una volta a settimana, e il 43% dice di non esserci mai stato.
I non-cristiani sono i frequentatori più regolari: il 29% dice di andare a una funzione religiosa almeno ogni settimana. Ma il Natale rimane per molti una festività religiosa, se il 54% dei cristiani intende andare a una messa nel periodo festivo.
I benestanti più frequentemente progettano di andare in chiesa a Natale: lo afferma il 64% degli appartenenti alle categorie economiche più alte, contro il 43% di quelli nelle fasce più basse.
L’atteggiamento generalmente tollerante degli inglesi verso la religione è sottolineato dall’esiguo numero di persone che sostengono che sia giusto definirsi una nazione cristiana: solo il 17%. La netta maggioranza, 62%, pensano che l’Inghilterra sia piuttosto un “paese religioso con molte fedi”.
ICM ha intervistato un campione casuale di 1006 adulti (sopra i 18 anni) per telefono tra il 12 e il 13 dicembre. Le interviste sono state effettuate in tutto il paese e i risultati pesati secondo il profilo degli adulti. ICM è membro del British Polling Council e rispetta le sue regole.

Stefano

Adesso ho un motivo in più per fare il corso di inglese avanzato all’università!

Rosalba Sgroia

Voglio espartiare 🙂
Ecco cosa ha scritto sul mio Blog
un blogger che vive in Danimarca

“Ciao

Non sono cattolico e non sono abituato ad una chiesa che fa così tanta politica come quella italiana. Stanno ancora pensando come si faceva 300 anni fa… Mi dispiace.

Stammi bene e buon natale.
Henrik”

Eh dispiace anche a noi!

Damiano

Un posto dove chiedere asilo politico nel caso le cose si mettessero male.

giops

beh, gli inglesi hanno scoperto l’acqua calda!
nonostante ciò sono anni luce più avanti dell’Italia…

Enzo

X Fabisacco:mah,io Blair non lovorrei mannco morto…Ha introdotto le tasse universitarie(era un vanto la gratuità della scuola….),non ha abolito le leggi antisciopero della Tatcher,è un leccaculo di Bush scandaloso.!Una delle poche cose buone dell’Inghilterra è che hanno un partito Liberale vero!Mi sa che prima o poi cederò alle richieste della mia compagna che vuole andare a vivere a Londra…

Pantzini

Enzo, per fortuna uno stato non sempre si identifica col suo presidente: Blair tra l’altro fa parte di quel 33% degli inglesi credenti 🙄

Alessandro Masini

Curiamo la Spagna che se Zapatero dura ancora un po’ e ci plasma bene gli spagnoli preferirei LEGGERMENTE la costa blanca al galles!!!!

Francesco M.Palmieri

x Enzo

io rispetto le opinioni di tutti e rispetto la tua che vede Blair e ancor più Bush come il fumo negli occhi, però un discorso diciamo…globale, mi sento di farlo.
Oggi è inutile negare che l’occidente sia sotto attacco da parte di una congrega di mascalzoni che vanno sotto il nome di Talebani, Al Queda, Fratelli Mussulmani, Hamas, Hezbollah e altri fondamentalisti islamici, in una parola terroristi (non tutti i mussulmani sono terroristi ma è pur vero che tuttti i terroristi sono mussulmani) i quali con pretese politico-religiose e con mezzi sanguinari, cercano solo una rivalsa verso un’egemonia culturale occidentale che per secoli, nel bene e nel male, domina tutte le altre. Sono i mussulmani ad emigrare più o meno clandestinamente nei paesi europei, non avviene il contrario. In più i predetti signori sono i portatori di un antiamericanismo che con la scusa della sorte dei palestinesi (della quale a loro non gliene può fregare di meno) in realtà combatte gli USA solo perchè esempio supremo di un sistema politico che vede il popolo scegliersi i propri governanti i quali, se rieletti, al masssimo restano in carica 8 anni e poi via, avanti un altro. Sistema che se applicato nel mondo islamico, vedrebbe la fine di tutte le satrapie di capi di stato e di governo che si tramandano il potere per legami familiari o religiosi e restano lì per decenni.
La minaccia che questa gente rappresenta per noi occidentali è reale, e sai meglio di me che i morti ammazzati per questo, ormai si contano a migliaia.
Bene, vista l’inesistenza di una politica europea comune, gli unici che hanno la voglia, la determinazione e i mezzi per contrastare questa minaccia sono gli odiati Bush e Blair e pochi altri, e noi, invece che essere dalla loro parte (magari anche criticandoli se occorre) li indichiamo come la fonte di tutti i mali, spernacchiandoli ad ogni favorevole occasione, indicando il cosiddetto imperialismo americano come causa e giustificazione del terrorismo.
Si dimentica che le ingerenze politiche americane, se vogliamo, sono più invadenti in America Latina, ma come mai non vediamo in azione terroristi cubani, cileni, venezolani ecc. ? Quindi l’imperialismo americano, nel caso degli islamici non c’entra.
Per concludere la mondezza che si getta su Bush e Blair è giustificata se a lanciarla sono gli abitanti di Kabul e Bagdad, a me pare solo ipocrisia se a lanciarla siamo noi, a cui, fra l’altro fa un estremo comodaccio che, grazie agli USA, il, petrolio non schizzi a 150 dollari al barile come vuole Bin Laden, per cui possiamo tranquillamente andare a bruciare le bandiere americane a bordo dei nostri SUV o delle nostre 16 valvole, mugugnando sul prezzo della benzina, ma tecendo e facendo il pieno.

davide

a Francesco M.Palmieri
oltre ai terroristi islamici che sono i cosiddetti “nemici esterni” non si deve dimenticare anche quelli interni dell’attuale cultura occidentale, i quali vorrebbero tornare ai tempi dell’ancien regime o alla teocrazia. Se si guarda bene infatti questi non sono poi molto diversi da Bin Laden & company; mi riferisco a queste cose: sancire il primato assoluto della fede sulla ragione scientifica e individuale, considerare chi vivela vita in modo diverso dai propri dettami come uomini di serie B e sbandierare le proprie presunte radici culturali come baluardo contro lo straniero

Francesco M.Palmieri

Giusto Daniele
ma vorrei aggiungere a quanto detto prima che non è mia intenzione esaltare Bush che è invece da bruciare per il suo oscurantismo religioso, io mi limito a criticare l’ipocrisia di chi lo attacca politicamente mentre non si rende conto di essere, volente o nolente, dalla sua stessa parte della barricata non solo, ma indirettamente anche sotto il suo ombrello protettivo.

Gérard

L’unico baluardo verso tutti talibanismi cristiani o musulmani che siano è la laicita pura e dura ….

Andrea

Vorrà dire che rimane il Vaticano e l’Italia l’unico bastione dell’esempio cristiano.
Cosa di cui essere fieri

Sergio, webmaster UAAR

Tra l’altro non mi risulta che ci sia bisogno di tutte queste formalità per espatriare in UK, visto che è un Paese dell’UE che garantisce la libera circolazione dei cittadini dell’Unione. Come si fa a cacciare la Polonia e a tener fuori la Turchia, piuttosto?

Johnny Golgotha

L’Inghilterra è un paese splendido, peccato che i sudditi di sua maestà odino visceralmente noi italiani; chissà perchè poi…

Francesco M.Palmieri

Caro Jonny, non solo gli inglesi, e i francesi dove li metti? questi poi dopo che gli abbiamo strappato il primato nella produzione, nell’esportazione e nella qualità del vino, ce l’hanno giurata. La causa comunque (al di là del vino) risiede nel prezzo, che ancora stiamo pagando, dell’ 8 settembre 1943, non tanto per la scelta in sè che era obbligata, ma per il modo da operetta con cui l’intera faccenda venne pensata, attuata e portata avanti.

Christian

Io non espatrierei mai in un altro paese,
Se infatti vai all’estero sei e rimarrai sempre un immigrato, e per quanto ti stimino i tuoi amici e colleghi sarai sempre un estraneo guardato con sospetto.
Soprattutto poi se noi italiani andiamo nei paesi del nord.
E’ vero ci odiano, o quanto meno ci detestano.
Se è vero che un tempo potevano avere dei motivi per vederci con sospetto (in quanto gli italiani erano maestri nel crimine anche organizzato, come la mafia, nel portare avanti ideologie pericolosissime come l’anarchia ed eravamo un popolo moooolto ignorante rispetto a loro), oggi tali motivi sono scomparsi del tutto o quasi.
Ma molti di questi paesi ci detestano più oggi di quanto facevano ieri e mi chiedo perchè ?
Beh è semplice, perchè molti individui in quei paesi sono cresciuti con l’idea degli italiani come scarto della società europea, sfottendoci e trattandoci in modo discriminatorio, ed oggi si ritrovano (come capo ufficio o direttore del centro di ricerca in cui faticosamente sono entrati) proprio un italiano che dà loro ordini, li critica e pretende serietà e duro lavoro.
Dobbiamo stare attenti a non commettere i loro stessi sbagli e a non far vivere la discriminazione di vita propria in modo che non si trasformi in razzismo.
Quando un domani ricercatori albanesi o africani verranno in Italia e dirigeranno istituzioni specializzate, dando ordini ai nostri figli, dobbiamo fare in modo che non si scagli contro di loro quell’odio che oggi, ancora, in molti paesi del mondo si riversa sui nostri connazionali.

Christian

p.s. Io ho vissuto per un anno e mezzo all’estero e sebbene ci sia molto da imparare da chi ha un modo di vedere il mondo diverso dal nostro, penso che sia molto meglio cercare di migliorare il nostro paese invece che cercare una illusoria società ideale in qualche angolo del mondo.

RazionalMENTE.net

Condivido. Dobbiamo restare qui e lottare per il nostro Paese. In alternativa si può anche espatriare, ma in un Paese meno civile del nostro, non più civile. Andare insomma a lottare per i diritti di altra gente va bene lo stesso. Ma fuggire dall’Italia sembra quasi voler dare forfait.

paolo di palmanova

Il vescovo Duun ha ragine per tradizione papi, capi religiosi e non, hanno fatto parecchie guerre, quasi tutte, passandole per guerre di religione, o fatte per qualche forma di fede. e facendole fare ai gonzi convinti di volta in volta, di rischiare e perdere la propria vita, per liberare sepolcri, sterminare infedeli di varie specie, preservare la purezza di qualche razza, esportare democrazie di vario tipo, ma in realtà solo il potere economico è sempre stato il motore e il disegno di quelli che vengono considerati potenti. Ovviamente si tratta di potenza economica e debolezza cerebrale.

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