Il finto Natale e le origini pagane dell’Europa

Un liberale rispetta tutte le idee, e perfino le fisime e le superstizioni personali. Ognuno è libero non solo di leggere Mein Kampf o Il Capitale (non che io li voglia mettere sullo stesso piano, sia chiaro), ma anche di portare cornetti alla cintura, frequentare sedute spiritiche, non attraversare la strada se passa un gatto nero, credere alla Cabala, venerare il defunto guru arancione Osho Rajneesh, donare tutti i suoi beni a Scientology di Ron Hubbard o alla locale parrocchia cristiana, consultare la Smorfia per ricavarne numeri vincenti per il gioco del lotto. Sarebbe davvero illliberale punire i credenti e i superstiziosi come fece Stalin, non per caso ex seminarista, quindi abituato adlle “verità” da imporre agli altri con la forza. . Ma un liberale ha un forte senso critico e sottopone a revisione razionale ogni cosa. E se una credenza spiritualista o una religione vogliono farsi Potere, e impongono le proprie norme come leggi per tutti, oppure con la falsificazione storica e l’inganno traggono in errore i “semplici di spirito” (come è scritto nel Vangelo), un vero liberale insorge. Tant’è vero che l’abuso della “credulità popolare” è un reato perseguibile secondo il nostro codice. . Ci sono ex sacerdoti o ex studenti di seminario o teologi pentiti che si sono dati la briga di sottoporre a verifica storica-geografica-semantica singole frasi del Vangelo per dedurne la non affidabilità delle “prove” dell’esistenza storica del rabbino o capopolo rivoluzionario Joshua. Come dimostra la ricostruzione fatta dal cristologo viterbese Luigi Cascioli, che ha sottoposto ad un’indagine filologica e “poliziesca” alla Sherlock Holmes le citazioni neo-testamentarie della figura di Joshua, poi detto Gesù, pare che la figura del fondatore del Cristianesimo, ingigantita, resa leggendaria e tramandata ai posteri, non sia mai esistita. Gli adepti e i copisti avrebbero sintetizzato in una sola varie figure storiche minori, manipolando luoghi geografici e tempi storici. A cominciare dalla data tradizionale della Natività ricavata dalla Festa della Luce, dai Saturnali, e dai riti per il dio orientale Mitra. Un’origine così incerta e oscura che oggi non ingannerebbe neanche un acquirente di cani di razza, non diciamo gli adepti d’una Grande Religione. […]

Il testo integrale del post di Nico Valerio è stato postato sul suo blog

17 commenti

davide

Ci sono ex studenti di seminario che si sono dati la briga di sottoporre a verifica storica-geografica-semantica singole frasi del Vangelo per dedurne la non affidabilità delle “prove” dell’esistenza storica del rabbino o capopolo rivoluzionario Joshua.
Io sono tra questi, anche se lo faccio soprattutto per dimostrare quanto il cristianesimo sia la peggior bestemmia mai pronunciata contro l’uomo

fabio

A proposito di origini “pagane” (che poi è un termine che non mi piace), sapete qual è la vera origine del presepe?
Il termine presepe significa mangiatoia (dal latino praesaepe). La sua origine è ben più antica di quanto si creda (e soprattutto non è vero che l’ha inventato san Francesco d’Assisi), in quanto legata alla figura dei lares familiares, ovvero degli antenati defunti, che vegliavano sulla famiglia secondo le culture latina ed etrusca.
Ogni antenato veniva rappresentato con una statuetta (in terracotta o in cera), sigillum, collocato in apposite nicchie ricavate in un muro di casa ed onorato mediante l’accensione di una fiammella.
Il 20 dicembre, con l’approssimarsi del Dies Natalis Solis Invicti (Natale), si festeggiava la Sigillaria ed i parenti si scambiavano in dono i sigilla dei familiari defunti durante l’anno. Realizzare e costruire il presepe era compito dei bambini, i quali lucidavano le statuette e le disponevano in un piccolo recinto, nel quale si rappresentava un ambiente bucolico. Nella giornata della vigilia, la famiglia si riuniva davanti al presepe per invocare la protezione degli antenati defunti, a cui lasciava ciotole con cibo e vino. Il mattino seguente, al posto delle ciotole, i bambini trovavano giocattoli e dolci, portati dagli avi in dono durante la notte (vi ricorda Babbo Natale, vero?).
Il cristianesimo, che mirava a diventare religione di Stato, non poteva tollerare l’esistenza delle altre religioni (definite per disprezzo pagane) e, non potendo estirpare con la forza questa tradizione, la reinterpretò mutandone profondamente il significato religioso. La scena della nascita del Bambino divenne il disegno centrale del presepe e le statuine dei defunti dovettero cedere lo spazio alla santa famiglia, ai pastori, agli animali e ai Magi.

http://fabiosacco.blogspot.com/

Lorenzo

Sull’esistenza o meno di Gesù Cristo onestamente ne so poco; può anche essere che non sia mai esistito, anche se ad essere sincero, da agnostico anticlericale, questo lo trovo strano e mi lascia qualche perplessità. Fino ad ora avevo sempre creduto che fosse sì esistito come personaggio storico, ma che la sua figura fosse stata di certo molto “gonfiata” e distorta, soprattutto per quel che riguarda i miracoli. Poi, é chiaro, posso sempre sbagliarmi.

ivan

ma esiste una completa ricerca storica che esamina tutte le festività cattoliche o cristiane e mette in luce il fatto che sono state messe nel calendario per spodestare quelle pagane? tipo…la pasqua…cavolo c’entra un coniglio e l’uovo? e il natale…il 25 dicembre mi pare fosse la festa di giove (credo…)…mah

Silvano Madasi

Bella la storiella del liberale che concede a chiunque di credere alle proprie stupidaggini, e che poi insorge quando quelle stupidaggini si fanno potere.
Ma mi viene spontaneo pensare: non è che interviene tardi?

Lorenzo

“Bella la storiella del liberale che concede a chiunque di credere alle proprie stupidaggini, e che poi insorge quando quelle stupidaggini si fanno potere. Ma mi viene spontaneo pensare: non è che interviene tardi?”

Giusto.

Alef

@Ivan:va’ sul blog di Miro Renzaglia:”http://www.mirorenzaglia.com/
Ci troverai un post molto interessante sulla menzogna del Natale e delle altre festività cattoliche.

Bobbi

Ho sempre pensato che la figura di Gesù fosse troppo una summa degli stereotipi degli eroi, dei filosofi e delle divinità della sua epoca e ne ha in se tutte le caratteristiche, per poter essere vera. Vero o no, penso che abbia il non felice primato di essere la persona contemporaneamente più citata e meno compresa della storia dell’umanità

Ela

Silvano Madasi scrive: “Bella la storiella del liberale che concede a chiunque di credere alle proprie stupidaggini, e che poi insorge quando quelle stupidaggini si fanno potere.
Ma mi viene spontaneo pensare: non è che interviene tardi?”

Quindi meglio intervenire prima, proibendo qualsiasi credenza perchè “si sa mai”?
E che differenza c’è, alla fine, tra una credenza che si fa potere per (su) tutti e una non-credenza che fa altrettanto?

Quanto può essere facile cadere nei medesimi errori di chi si critica…

Silvano Madasi

Ela, non è una vera critica, solo una punturina di zanzara.
Eppoi intendevo, se lasci che una stupidaggine cresca per 2000 anni, e si rafforzi fino a divenire pressochè invincibile, e poi ti svegli una mattina dicendo “adesso basta”, non credi che si possa definire “scarsa tempestività”?

Mangiapreti

Sul discorso di Silvano Madasi ed Ela.

Anzitutto partiamo col precisare che trovo impropria la terza parola con cui inizia l’articolo: rispetto.
Un liberale non è tenuto a rispettare un bel niente: è la tolleranza il comportamento del liberale.
Si può permettere ad altri di frequentare sedute spiritiche o credere in una divinità mediorientale ma da qui a dover provare un “sentimento di deferenza, stima e considerazione” ce ne corre!
E’ un assurdità: un simile atteggiamento può essere frutto solo della storia personale e quindi non può essere adottato a priori.
Anzi: è un diritto non rispettare quello che (a posteriori) deploriamo!
Aggiungo anche che ritengo una svalutazione del rispetto piuttosto utile a questo pazzo mondo: eviterebbe che persone o gruppi di persone si rinchiudano nel loro guscio e spingerebbe al dialogo ed al confronto.
Diverso discorso per la tolleranza intesa come semplice sopportazione di opinioni diverse dalle proprie.
Io tollero, sopporto, che altri facciano sedute spiritiche o credano in una divinità mediorientale ma non li rispetto affatto: sono degli cretini e glielo dico, confutando le loro idiozie!
Questo non mina la convivenza civile finché è legittimo che anche loro abbiano lo stesso atteggiamento nei miei confronti.
Per loro sarò “un povero miopie” ma mi lasciano vivere e comportarmi seguendo le mie opinioni come io lascio vivere loro.
Tanto basta.
Il discorso diventa incerto quando si parla di ideologie intolleranti.
In estrema sintesi: si può essere tolleranti nei confronti dell’intolleranza?
Direi di no …
La tolleranza è un comportamento finalizzato alla convivenza civile non è necessario elevarla a valore assoluto!
L’intolleranza mina la convivenza e quindi invalida il comportamento tollerante.
La tolleranza risponde alla tolleranza … all’intolleranza bisogna rispondere con altrettanta intolleranza!
Si può tollerare che il razzismo o l’integralismo? Assolutamente no! Vanno perseguiti.

davide

xEnrico Bacciardi
certo se mi dai la tua mail, così posso scriverti. Beh anche se le conoscenze ho cominciato a ottenerle da quando ho cominciato a leggere la bibbia in modo autonomo. Poi se aggiungi che ai tempi era il momento dove cominciavano a riemergere le sofferenze dei quattro anni di seminario e quindi la rabbia era mooooooooooolto forte

Ela

@ Mangiapreti

Per me una definizione più significativa di rispetto è questa: “sentimento che induce a riconoscere i diritti, il ruolo, la dignità, il decoro di persone o di cose e fa astenere dal recare loro offesa;” dal Dizionario Garzanti.

E probabilmente sarà che non è mia abitudine dare del cretino a chi non la pensa come me nè ritenere delle idiozie tutte le opinioni diverse dalla mia… perchè trovo il discorso “tollero ma non rispetto” un po’ presuntuoso.

Anche un ateo ha delle credenze (in quanto appunto crede non esistano divinità) e ridurre tutto a “ti sopporto ma sei un cretino” mi sembra appena un passo indietro a “sei un cretino quindi non ti meriti niente”, mentre “Non condivido le tue credenze ma ti rispetto in quanto persona libera di averne” mi pare sia già più adatto ad una civile convivenza.

E non parlo di rispetto o tolleranza per chi non ha ne uno nè l’altra: quelli sono discorsi differenti.

Gianluca

Lorenzo scrive: Fino ad ora avevo sempre creduto che fosse sì esistito come personaggio storico, ma che la sua figura fosse stata di certo molto “gonfiata”

Bravo, hai indovinato: nel futuro si fanno le vacanze in periodi storici invece che in posti fisici: http://www.youtube.com/watch?v=7DDMJ20YWWQ

tadeo

I miti di questo antico mediterraneo e di queste coste sono fondati sulla sangue e’ la spada spagnola in America latina e’ un simbolo di morte di intolleranza, ancora oggi il fondamentalismo vive nell ignoranza piu spesso sanguinosi…..

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