Paolo Poli: opinioni controcorrente su amore e gay

«Il bello degli amori omosessuali è la loro libertà e la loro riprovazione. Il matrimonio tra gay non mi interessa, come non mi interessa quello tra uomo e donna. Io voglio seguire l’istinto e la perversione, non tornare a casa e trovare qualcuno che mi chiede cosa voglio per cena. “Caro, ti faccio la besciamella?”. Fuggirei subito, con un principe o con un marinaio. Chi vuole l’unione civile e l’iscrizione al registro comunale non se ne intende. Io sì». Paolo Poli è in tournée natalizia a casa. La sera recita all’Eliseo sei storie di giornaliste, da Irene Brin a Natalia Aspesi, in un vortice di travestimenti, ora cantante bionda ora cardinale. […] «La storia non fa salti. Zapatero introduce in Spagna il matrimonio omosessuale? Ne sono felice. Ma qui in Italia l’unico sovrano è il Papa. E il Papa fa il suo mestiere. Non possiamo pretendere che ci benedica e ci inviti a inchiappettarci l’un l’altro. Io poi ho passato la vita a prendere in giro i preti e a travestirmi da suora, nel ’67 a Milano arrivò la polizia a interrompere il mio “Santa Rita da Cascia”, una monaca, suor Beniamina, l’ho pure fatta morire (mi rimproverò per essere entrato nel giardino delle rose, io chiusi gli occhi e incrociai le dita: spirò dopo una settimana); però sono di formazione gesuitica, ho conosciuto don Milani, riconosco che i sacerdoti sono portatori di una cultura millenaria, sanno coltivare il potere e le idee. Non a caso i nostri illuministi erano aristocratici o uomini di Chiesa, da Parini in giù». «Intendiamoci: noi ragazze non capiamo nulla di politica. Però non capisco neppure gli omosessuali che chiedono un riconoscimento ufficiale. Mi pare un atteggiamento conservatore. I Gay Pride mi mettono una tristezza infinita, come il Carnevale di Viareggio. Meglio affidarsi all’istinto, come mi hanno insegnato Balzac e Tolstoj e come mi ha ripetuto Freud: il sesso non è tra le gambe, ma nel cervello, il giudizio morale non esiste, siamo tutti buoni e cattivi, casti e perversi. Questo bisogno di tenersi per mano come finocchie contente è roba da psicanalisti. Un marito non l’ho mai voluto». […] «Le istituzioni ecclesiastiche non riuscirono a recuperarmi, anzi. Sollevavo le gonne delle suore e quel che vedevo mi confortava nella mia omosessualità. Ammiravo i bambini ebrei che uscivano di classe durante le lezioni di religione, fin da allora sono un filosemita convinto. Da mia madre ho imparato che il legame matrimoniale non conta, che la vera moglie non è la donna che si è sposata, ma quella che si ama, che ti accompagna, che si sacrifica per te. Mamma difendeva Anita Garibaldi, non tollerava sentirla definire “l’amica” dell’eroe; era Anita la vera moglie, Menotti il vero figlio, non la contadina rimasta in Sardegna. Anni dopo, sarà la Petacci la vera moglie di Mussolini. E se questo vale per uomini e donne, a maggior ragione vale per noi». […] «Un figlio però l’avrei voluto. Mi diedero in affido due fratellini, figli di una prostituta. Avevo un cane, il pallone, il giardino, ma loro non sapevano che farsene, volevano tornare dai preti per giocare a calciobalilla. Ho provato con l’adozione. Sono stato esaminato da una giudichessa che però mi individuò subito come pessimo soggetto. “I figli hanno bisogno di una figura femminile”. Io misi avanti mia madre e le mie sorelle, invano. Alle spalle della giudichessa c’era un calendario con l’immagine della Natività. Sorrisi: “La madre è rimasta incinta da vergine, il padre è putativo, famiglia più disastrata di quella non c’è”. La giudichessa mi cacciò in malo modo: “Lei non è atto all’infanzia”. […]

Il testo integrale dell’articolo di Aldo Cazzullo è stato pubblicato sul sito del Corriere della Sera

23 commenti

Giuseppe

Non capisco questi interventi… o meglio capisco (e approvo persino) il bisogno di sentirsi liberi e non rifugiarsi nella soffocante istituzione matrimoniale (se la si ritiene tale), ma qui il punto non è cosa vuole fare Paolo Poli… «scusi Paolo Poli, a lei piacciono i Gay Pride?» «no, mi mettono tristezza» «e che ne pensa del matrimonio gay?» «per carità, uno scimmiottamento del matrimonio tradizionale, che già non mi piace»

ECCHISENEFREGA, con tutto il rispetto…

Siccome Paolo Poli non regolarizzerebbe mai la sua unione, non avrebbero diritto altri omosessuali?

karlmarx

Probabilmente Poli appartiene a quella generazione di gay che hanno vissuto per tutta la vita nella clandestinità, nascondendosi, non si è reso conto che i tempi sono cambiati. scrive: “Noi ragazze non capiamo nulla di politica” Come dargli torto? Poli è un omosessule che si rivolge a sè stesso col femminile, ( in un intervista sul corriere non al bar tra gli amici!!) fa in sostanza proprii gli stereotipi che gli altri omosessuali sani di mente stanno combattendo da anni.
Non mi stupisce tanto l’opinione di qualche mummia dello spettcolo ( come del resto anche quella di Zeffirelli) ma che il corriere ne abbia dato così ampio spazio e pochissimo ad esempio sulla questione ( a mio giudizio ben più grave) delle affermazioni recenti di Fassino, e le reazoni di Mancuso e di tutto il movimento gay.

RazionalMENTE.net

Ho letto l’articolo stamattina e l’ho trovato piuttosto simpatico. Poli dice cosa pensa e desidera per sé, ma ammette che il “matrimonio gay” introdotto da Zapatero è stato una cosa buona e giusta. Paolo Poli è una persona di ottima cultura e di grande equilibrio.

Certamente il Corriere ha usato la sua intervista per propagandare il solito leit-motiv secondo il quale ai gay il matrimonio non interessa. Ma è a tutti chiara la differenza tra diritti e doveri. In Spagna nessuno obbliga i gay a sposarsi.

davide

beh, capisco che è bello essere liberi e correre per verdi praterie, ma quando lo stomaco chiama e l’età avanza c’è bisogno che siano garantiti tramite leggi i bisogni elementari, che siano istituzionalizzati

Johnny Golgotha

Anch’io sono contrario al matrimonio eterosessuale ^___^

Ernesto

Come esistevano (e forse esistono ancora) ebrei autodeprecanti, esistono pure gay autodeprecanti. Molte persone appartenenti a minoranze perseguitate tendono a convincersi che il trattamento che “la maggioranza” in genere gli riserva abbia un fondamento o una qualche giustificazione razionale. Poli evidentemente è uno di loro. Peggio per lui.

“Mi dica, Herr Finkelstein, cosa ne pensa del divieto imposto agli ebrei di sposare donne di sangue tedesco e di essere impiegati pubblici?”
“Ah, le dirò, la pubblica amministrazione è così noiosa…e poi, mia madre non mi perdonerebbe mai comunque se sposassi una shiksa…!”

karlmarx

Cito dall’articolo:
” non possiamo pretendere che ci benedica e ci inviti a inchiappettarci l’un l’altro” riferendosi al Papa. Sarebe questa la simpatia che ispira?
In altre parole Poli riduce le relazioni omoaffettive al mero atto sessuale e con questa frase lo denigra apertamente. Per i protestanti luterani la benedizione di cui parla esiste già da tanto tempo.
Sarà anche un uomo di grande cultura (anche se mi pare che citi a sproposito Tolstoj riguardo il fatto di seguire gli istiniti), ma le sue idee riguardo i diritti degli omosessuali sono molto discutibili.
Non mi pare neanche che dica cio’ riferendosi solo alla propria vita privata. Cito ancora: “Il bisogno di tenersi per mano come finocchie contente è roba da psicanalisti”. di nuovo qui insulta gli omosessuali che vivono in un rapporto stabile e non di sesso occasionale (come Poli lo ha vissuto – lo dice lui stesso poco sotto). Sarebbero dei malati.
Ciò che fa tristezza non è il gay pride -come dice lui- ma sono i gay come Poli che, con cultura o senza, fanno propri i pregiudizi sui gay e denigrano in fondo anche sè stessi.

giops

capisco a lui non interessi, ma c’è a chi interessa. Non viviamo tutti a modo suo…

Kaworu

si beh è un po’ come la volpe e l’uva…

comunque a quanto pare c’è gente a cui interessa (interessa a me, per dire).

quindi se questo non vuol sposarsi, può non farlo.

ma non vedo perchè gli altri non debbano aver libertà di scelta.

emel

…la solita cula cattolica settantenne con il complesso (senza la statura) di Oscar Wilde.

…e’ da gente cosi’ in fin dei conti che deriva il generale disprezzo della gente per l’omosessualita’.
Ed effettivamente a ben guardare se fossero tutti ipocriti snob e menefreghisti in questo modo non avrebbero proprio tutti i torti.

Alrogo

..credo che lui parli così perché è famoso, ha una posizione sociale, cioè, che lo pone al riparo dalle ingiustizie, dall’intolleranza, dalle discriminazioni…

RazionalMENTE.net

I gay sono molto diversi l’uno dall’altro. Paolo Poli ha vissuto in un certo periodo storico in un’Italia cattolica e bigotta. Ha maturato un certo istinto anticlericale, ma ha dell’omosessualità la percezione che molti gay di quei tempi avevano. Insomma considera l’omosessualità una trasgressione che è tanto più interessante quanto più è condannata.

Anche Oscar Wilde amava la trasgressione, ma era portato a razionalizzarla, analizzarla. Non pensava ad un’omosessualità che fosse considerata “normale” anche se sapeva che lo era.

I gay di oggi amano ancora la trasgressione, ma essendo l’omosessualità ormai sdoganata (l’amore gay oggi il proprio nome osa dirlo eccome!), vogliono che lo sia in tutto e per tutto. Insomma essendo tramontata l’era della trasgressione, si va verso l’era dei diritti e dell’omologazione.

tadeo

Io credo che la omosessualita e’ oggi un drama come le istituzioni ecclesiastiche occupano i posti del arte, della cultura, non che spazio, tutto nelle mani loro,lesbiche ,gay,
siete cativi con vostra quotidianita’, e’ un guetto ufficiale mediocre

Rudy

Paolo Poli dice cose sacrosante (ops! ho detto sacre e sante!!!) ma onestamente non ritengo corretta questa mancanza di “opportunità” nel far passare il discorso “io sono contro le cose chieste dai gay” …. Poli lo capisco benissimo ed è immensamente più “avanti” e anticonformista di tanti pseudo-catto-gay, però dando una intervista ad un giornale si dovrebbe sapere che si viene letti anche da mediocri omuncoli.
Penso anche che sia una persona che ha pagato sulla sua pelle tante cose, però quel pizzico di consapevolezza per cui esisto io, tu e centinaia di “modi” diversi di vivere la propria quotidianeità andrebbe tenuto a mente: a volte, anzi spesso, dei “diritti” si ripercuotono anche su piccole, ma essenziali, cose nella vita di tutti i giorni: i diritti sono semplicemente la garanzia pratica di poter vivere la propria dignità, al di la di sofismi intellettuali.
Un pò come quando sento alcuni omosessuali che rimpiangono i tempi clandestini del “com’era verde la mia valle”, io li capisco ma dovrebbero anche loro capire che se esistono persone intimamente “borghesi” hanno il diritto di esserlo.
Rifuggo un pò dalla mitologia del “sesso omo selvatico e insospettabile è meglio”, ma ognuno fa quel cacchio che gli pare.

(per Tadeo: è albanese o rumeno? non si capisce niente)

Lorenzo

bah a me sembra solo che Poli abbia ottenuto il suo scopo: far parlare ancora di sé alla soglia dei settanta (… o degli ottanta? Non ho mai visto una signora di una certa età che non si cali gli anni).
Chiedere ad un gay qualunque della strada di esprimersi sulla politica gay è fuorviante, è come chiedere alla sòra Cecioni un consiglio sulla Finanziaria.
Ho conosciuto un gay fascista che riteneva giusto sparare agli immigrati, preti gay (di cui solo uno dichiaratamente ateo), e diversi gay antisemiti. Conservo ancora l’sms di uno di loro in cui mi diceva che avrei dovuto essere bruciato sul rogo in quanto NIPOTE di un ebreo.
Insomma: la madre del cretino, etero o gay, è sempre incinta.

RazionalMENTE.net

Io conosco un Papa gay e un paio di cardinali gay che parlano sempre male dei gay 🙂

Comunque Poli non è la signora Cecioni, sta pur certo che sull’omosessualità ha avuto tutto il tempo di meditare.

Semplicemente Poli è vissuto in un certo periodo storico e ha dell’omosessualità la sua personale idea. Senza per questo non riconoscere che Zapatero ha fatto una cosa buona e giusta.

Io l’ho ascoltato molte volte Paolo Poli in TV ed ho visto le sue pièces teatrali. E’ una persona molto equilibrata e di grande simpatia.

Silvia

Non capisco perché si accomunino tutti i gay in un fascio. E’ come mettere assieme tutti gli eterosessuali. Se Poli ha una concezione di sé e di ciò che reputa buono ed interessante per la propria vita, ha tutto il diritto di crederlo e comportarsi di conseguenza. Non mi sembra per questo che voglia negare diritti a quegli omosessuali che vogliono “accasarsi” o che vorrebbero l’accettazione dei cattolici. E questo indipendentemente dall’età (ho molti amici gay 30enni che adottano lo stesso linguaggio, altrettanti che non lo adottano).
Sotto molti punti di vista, pur essendo eterosessuale, lo capisco e condivido. Penso che l’istituzione del matrimonio vada bene per molti, ma non per tutti, indipendentemente dall’orientamento sessuale. Non vorrei quindi che si portassero avanti i diritti dei gay a discapito dei diritti di chi non vuole una vita istituzionalizzata di coppia… E spesso è difficile non essere discriminata quando non vuoi sposarti né convivere. Anche la storia dei PACS… Ottima cosa, però vorrei poter convivere per qualche tempo e non per questo sentirmi vincolata con dei doveri nei confronti di nessuno (vale anche il reciproco, ovviamente). Mi sembra invece che, come al solito, si vada verso l’imbrigliamento della libertà delle persone (vedi l’articolo sui conviventi che si erano lasciati e lui, pur avendo sottratto la macchina a lei, in virtù della convivenza è stato assolto).
E naturalmente non si può pretendere che i cattolici approvino l’idea di persone che NON vivono con l’idea di una coppia stabile (una “famiglia”) e che magari non vogliano figli… insomma: l’antico testamento e l’ebraismo erano ossessionati dall’idea di figliare (la presunta condanna biblica all’onania in verità era una condanna contro la contraccezione tramite coitus interruptus).
Quello che rispetto profondamente da Poli, anche in questo articolo, è la voglia di essere se stesso, anche se non “politically correct”, anche se non è un gay “comme il faut”…

stanzacentouno

BAH! Ho cercato di leggere l’articolo, sottintenmdendo la usuale ironia di Poli. Spero davvero che non si sia preso sul serio mentre diceva quanto ha detto, altrimenti mi dovrei immediatamente ricredere circa la sua intelligenza. I diritti non sono obblighi. Servono a poter fare delle scelte.

RazionalMENTE.net

Nunzio Filogamo (quello di “Cari amici vicini e lontani”) era gay, non lo nascondeva, ma neppure lo sbandierava. In RAI tutti sapevano che lo era, ma in questo modo è riuscito a compiere un’impresa per quel tempo non da poco: permettere la presenza in RAI di un gay.

Similmente Paolo Poli era una star della TV, ma non faceva nulla di “gay”. Passava dalla TV dei bambini, alle operette, e così via.

A quei tempi era impossibile manifestare la propria omosessualità in televisione o in radio. I tempi di oggi sono molto diversi, anzi, siamo quasi arrivati alla moda dell’omosessualità. Insomma passare per gay o per bisex è abbastanza di moda. Non ci si nasconde, anzi si cerca quasi di sottolineare tutte le sfumature della propria sessualità.

In quest’ottica è comprensibilissimo il modo di essere di Paolo Poli.

D’altra parte anche io sono molto affascinato dall’omosessualità probabilmente perché la vedo ancora come trasgressione.

C’è uno stile di vita gay che un tempo era diverso da oggi, ma che comunque è fatto di una certa iconografia, simbolismo, ecc.

Ad esempio c’è lo stile Bear che è il mio preferito. Ne sono molto affascinato, tanto che vorrei potermi considerare bear anche io… ma non so se sono sufficientemente gay, temo di no. In ogni caso io estenderei lo stile bear anche agli etero. E’ una cosa veramente simpatica.

lik

@ Silvia

Dunque per te essere non “politically correct” è dire che due gay che si tengono per mano sono da mandare dallo psicanalista? Ma questi sono insulti cara silvia e poi di gente come Poli ce ne sono a bizzeffe nell’ambiente gay che credeno di fare i trasgressivi perché non hanno una vita affettiva stabile. Ma dai…

@ Razionalmente

Paolo Poli è un cretino non è una persona di cultura. E’ inutile sbraitare contro la chiesa come fai tu e poi apllaudire al primo gay di servizio che dice praticamente le stesse cose.
Qual’è la tua prossima proposta? Mandare dallo psicanalista tutti i gay che desiderano tenersi per mano?

lik

Razionalmente:
“Ad esempio c’è lo stile Bear che è il mio preferito. Ne sono molto affascinato, tanto che vorrei potermi considerare bear anche io… ma non so se sono sufficientemente gay, temo di no. In ogni caso io estenderei lo stile bear anche agli etero. E’ una cosa veramente simpatica. ”

Ma se una cosa ti piace tanto che bisogno hai di estenderla agli altri?
Tu sei come Poli: non siete soddisfatti del vosto modo di vita e volete che venga impedito agli altri di vivere in un altra maniera.

lik

“Insomma passare per gay o per bisex è abbastanza di moda”

Non so, io quando leggo queste cose mi domando se viviamo nella stessa Italia.
Passare per gay o bisex è abbastanza di moda???????
Ma vai un po’ a vedere in un quartiere popolare quanto è di moda essere gay, semmai è ancora molto di moda (ovunque) gay come insulto per definire un meno di niente.
Il problema è che della vita sessuale di poli a me non frega una s*ga. Lui pero’ si permette di giudicare quella degli altri, ma nessuno se ne è accorto.

ProfumoDiLavanda

Quando Zapatero approvò le leggi sui matrimoni gay ,”Vanity Fair” scomodò altri due noti(e presunti) omosessuali come D&G per fare da opinionista allo scenario italiano e mondiale omosessuale e anche in questo caso i due si mostrarono contrari alle unioni di fatto e ai Gay Pride e tutto venne spiattellato come per dire,” se lo dicono loro,perchè gli altri vogliono scomodarsi a dare dei diritti a questi?”..Oggi è mr Paolo Poli che parla e pure lui si dice amareggiato per questa omologazione al rapporto eterosessuale,quando(secondo l’anziano attore) noi omosessuali abbiamo il priovilegio della perversione..

Adesso,per tutto rispetto a Poli e un pò meno ai due lobotomi stilisti,ma le leggi che in Europa sono state fatte per tutelare i rapporti gay non li avranno mica messe in mezzo per me?..Non sarà mica solo il mio sogno di avere un marito e una mia famiglia ad avere spinto Zapatero a dare il matrimonio ai gay?..è possibile dunque chje rispetto alla generazione passata e martoriata dei gay alla Poli,oggi si ha più consapevolezza del peso dei sentimenti e l’omosessuale non si vede solo un vibratore che serve ad attutire le mancanze dei mariti infedeli o dei preti frustrati.Tant’è che i tempi sono cambiati che i gay di oggi sono quasi tutti per lo più maschilissimi e ascoltano musica Rock,nutrendosi di film pul prima di andare a nanna..

Ora,signor Poli e signori Gabbana,comprendo che ci si ritrova un pò come quelli della classe ’70 che è stata obbligata a fare il militare e quella dei ’90 che invece a potuto scegliere,ma appartenendo io alla generazione dei’77(quella chiamata da Ambra Angiolini,”Generazione X”) non ho problemi nel sapere il mondo più aperto e rispettoso di tutto e per avere rispetto(non sono io che ho impartito le regole,ma già esistevano così malate da tempo!) la società DEVE IRRIMEDIABILMENTE riconoscerti giuridicamente.Ecco perchè si vogliono equiparazioni o contratti che rendano l’idea di stabilità e ruolo sociale anche per i gay,altrimenti non c’è bisogno di assoldare un attore sù con gli anni o due improponibili stilisti per capire che il sentimento viaggia al dì là del contratto scritto.E’ un pò la storioa del diplomato e del laureato che non sempre si equiparano nel mondo del lavoro..e questo solo per un titolo maggiore!..

Indi per cui concludo che ognuno di noi è libero di pensarla come vuole,basta non mostrarsi e mostrarli come dei TOTEM unici di una casta umana..

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