Il commento più sprezzante è quello di Yoshihisa Komori, l’intellettuale neocon più noto in Giappone: «Non capisco perché i cristiani pretendano che il giorno di Natale tutto il mondo si fermi. Non è così: In Giappone il giorno di Natale si lavora, si va a scuola, la Borsa è aperta: si può anche impiccare». Come ragionamento, non fa una grinza. E così in Giappone il giorno di Natale, in tre diversi carceri, sono stati impiccati – nell’usuale segretezza – quattro detenuti, due dei quali avevano oltre 70 anni ed erano nel braccio della morte da oltre dieci anni. Un tragico passo indietro rispetto alle speranze nate dalla moratoria di fatto imposta dall’ex ministro Seiken Sugiura, fervente buddista, che nel corso del suo breve mandato (poco più di un anno) si era rifiutato di firmare i decreti di esecuzione. Ma nel governo di rapaci messo insieme da Shinzo Abe, nipote di un criminale di guerra graziato dagli Stati Uniti e divenuto negli anni ’60 addirittura primo ministro, il falchetto Jinen Nagase, attuale ministro della giustizia, ha voluto subito dimostrare di che pasta son fatti i suoi artigli. A parlamento chiuso per le vacanze invernali, ha firmato senza esitazione l’autorizzazione ad eseguire quattro condanne. […]
Il Giappone è uno dei 69 paesi dove la pena di morte è ancora prevista e praticata, contro i 128 che l’hanno abolita o sospesa. Le condanne vengono eseguite per impiccagione e all’improvviso, senza alcun apparente ordine logico e senza avvertire né il condannato, né i legali, né i familiari. Vi sono stati casi di condanne eseguite nei confronti di detenuti che avevano in corso istanze di revisioni, o richieste di perizie psichiatriche. Le esecuzioni sono avvolte nella più assoluta segretezza e arbitrarietà. Nemmeno i deputati possono accedere al braccio della morte. Ai sacerdoti dei vari culti viene chiesto espressamente – pena il rifiuto di consentire l’incontro con il condannato – di firmare una dichiarazione in cui si impegnano a non esprimere giudizi contrari alla pena di morte. […]
Negli ultimi tempi la comunità internazionale, ed in particolare il Consiglio d’Europa, hanno esercitato forti pressioni sul governo di Tokyo, chiedendo quanto meno un moratoria alle esecuzioni e minacciando la revoca dello status di «osservatore». Ma senza successo. Di «provocazione» ha parlato l’onorevole Shizuka Kamei, un ex capo della polizia convertitosi al buddismo e oggi presidente della lega parlamentare per l’abolizione della pena di morte: «Domani un tribunale deve decidere sulla riapertura di un caso controverso: ordinare oggi le esecuzioni rappresenta una pesante opera di intimidazione nei confronti della magistratura».
Il boia non fa festa: quattro condannati
14 commenti
Commenti chiusi.
questa è la prova di come il buddhismo sia in assoluto la migliore tra le religioni
Deve essere per questo che JP2 la definì “religione atea”…
certo, la penadi morte è un a cosa orribile e andrebbe abolita ogni giorno.
Non vedo perchè però in un paese dove è ammessa dovrebbe essere sospesa il 25 dicembre…
“Molti di quelli che vivono meritano la morte e molti di quelli che muoiono meritano la vita. Sei tu forse in grado di decidere?”
JRR Tolkien “Il Signore degli Anelli”
In effetti l’insopportabile moralismo dei cristiani, e’ fuori luogo, perche’ a natale fermare le esecuzioni e riprenderle magari il giorno successivo? Sulla pena di morte sono sempre stato perplesso, lasciare in vita tizi come donato bilancia, o tanti altri serial killer pluriomicidi, non e’ che mi faccia esultare, d’altro canto ci sono stati casi clamorosi di errori giudiziari negli states, che invece mi fanno cambiare idea.
Io ammazzerei tutti, tranne Donato Bilancia. Insomma lascerei in vita solo lui sulla faccia della Terra 🙂
Scherzi a parte sono contrarissimo alla pena di morte. Oltretutto che pena sarebbe? Dopo morto non sai mica di essere morto. La pena vera è vivere per anni nel braccio della morte senza sapere quando verrà il tuo turno.
Però siamo tutti condannati a morte, o meglio, condannati a vivere in attesa della morte. In attesa di qualcosa che non c’è.
La morte ci angoscia più della stessa vita.
Mettiamo che al condannato venga detto che l’esecuzione avverrà entro e non oltre una certa data e che non dovrà sapere quando.
L’esecuzione non potrà avvenire l’ultimo giorno, altrimenti il condannato lo saprebbe. Ma non può avvenire neppure il penultimo giorno, perché il condannato, sapendo che l’esecuzione non può avvenire l’ultimo giorno, saprebbe che il giorno dell’esecuzione è quello. Per lo stesso motivo, l’esecuzione non può avvenire neppure il terzultimo giorno, e così via.
Continuando…
Il condannato realizza quindi che la sentenza non potrà essere eseguita e si tranquillizza. A questo punto la sentenza viene eseguita e in effetti il condannato non lo ha saputo in anticipo.
Nel paradosso dell’esecuzione impossibile, l’esecuzione è possibile. E questo dipende dal fatto che la sentenza contiene un fattore d’indeterminazione come nella frase “io mento”.
filosofie di razionalMENTE a parte… (sempre apprezzate 🙂 )
Credo che la pena di morte non sia da applicare neppure per i peggiori criminali, non ne traiamo alcun vantaggio (a parte risparmiare un po’ sul mantenimento dei condannati… ma mi sembra un motivo ridicolo).
Molti studi hanno provato che come deterrente non serve e, nel caso di “mostri” come serial killer e pedofili, sarebbe più fruttuoso studiare queste persone per capire e forse utopisticamente prevenire (non per correggere, in certi casi non è possibile).
Penso inoltre a certe persone, magari proprio a terroristi islamici, che col tempo potrebbero cambiare idea, approdare alla ragione ed essere validi membri della società, utili contro gli estremismi. E’ vero che le vittime non risorgerebbero per il loro tardivo “pentimento”, ma non lo farebbero neppure se fosse comminata ed eseguita la condanna a morte.
Insomma, gli argomenti contro la pena di morte sono tanti e tutti “razionali” (non ho la pretesa di elencarli o convincere in questa sede), senza bisogno di essere cristiani o di attuare moratorie un giorno all’anno.
Condivido pienamente quanto espresso da Silvia.
Nel film “Il silenzio degli innocenti”, il serial killer Hannibal Lecter (detto Hannibal the Cannibal), aiutava l’agente dell’FBI Clarice Starling (Jodie Foster) a individuare un altro serial killer.
Purtroppo Hannibal scappava e mangiava il naso a un po’ di gente. Tuttavia se si riesce a non farli scappare e gli si dà un pasto abbondante ogni giorno a base di nasi, il problema sarebbe risolto.
Anch’io concordo con Silvia, brava.
alcuni poi dicono (tipo la Chiesa) che la pena di morte è valida solo per coloro che rappresentano un serio pericolo per l’umanità come i dittatori, ecc. ma ecco: prendiamo il caso attuale di Saddam Hussein; in questo caso (historia docet) ucciderlo non solo è quanto vale per reati comuni, ma andrà a diventare come uno tra i più grandi errori storici che mai siano stati compiuti. Infatti se ucciso Saddam verrà considerato da eventuali nostalgici come un eroe così come accade oggi riguardo ai movimenti neonazisti e neofascisti con Hitler e Mussolini.
Sarà considerato un martire. Penso che molti integralisti contino sulla sua morte perché sarà più utile da morto che da vivo.
luca volontè per coerenza dovrebbe auspicare l’arresto del boia