Su Novissimo Blog è stato pubblicato il nono post di una serie dedicata all’ultimo libro di Richard Dawkins, “The God Delusion” (L’illusione di Dio). E’ dedicato ai passi in cui Dawkins critica l’agnosticismo, in special modo quell’agnosticismo che reputa che esistenza di Dio e non esistenza abbiano esattamente la stessa probabilità di essere vere.
Il post di Maurizio Colucci è stato postato su Novissimo blog
Per par condicio, a difesa del buon nome degli agnosrici, segnaliamo un articolo sul sito satirico ‘The Spoof’, in cui si sottolinea come la persecuzione operata da atei e credenti nei confronti degli agnostici si faccia particolarmente pesante durante le feste di dicembre.
L’agnostico non è altro che un’eterno ateo provvisorio. E’ inutile e controproducente questa diatriba fra atei a agnostici: in realtà sono la stessa cosa.
I veri fanatici sono i credenti. Atei ed agnostici non hanno nessun dogma da imporre… l’esistenza di Dio è infatti probabile quanto è probabile l’esistenza di Babbo Natale. E’ inutile quindi che gli agnostici si ritengano diversi dagli atei: l’ateismo è GIA’ la posizione più neutrale e razionale che si possa tenere.
Consapevole che
– concordo grossomodo sulla prima parte (non abbiamo nulla da imporre)
– queste discussioni sono (per usare un termine tecnico) “aria fritta” 🙂 rispetto a ben peggiori problemi
voglio dire che è poco preciso davvero presentare l’ateismo come una posizione neutrale.
guardate queste differenze
http://en.wikipedia.org/wiki/Ignosticism (una formalizzazione di un particolare agnosticismo)
http://en.wikipedia.org/wiki/Atheism
Già letto l’articolo di wikipedia, che a mio parere sta diventando sempre più arzigogolato e involuto, nel tentativo di riassumere tutte le posizioni possibili e immaginabili – praticamente un kamasutra dell’ateismo – ricorrendo a estenuanti cavilli sulla terminologia, classificazioni varie, grafici di insiemi ecc.
Ma anche la variante Ignosticismo non mi sembra poi così universale. Riporto:
‘Ignosticism is the view that the question of the existence of God is meaningless because it has no verifiable (or testable) consequences and should therefore be ignored.’
Più sotto:
‘From this approach, the “I don’t know” of agnosticism ceases to mean “I don’t know if God exists or not” and becomes “I don’t know what you’re talking about when you talk about God.” This underlies the form of the word: ignosticism, indicating an ignorance of what is meant by a claim of God’s existence. Until this ignorance is cleared up, the ignostic is justified in ignoring putative arguments for or against.”‘
Ok, va bene.
Ma nel momento in cui il teista ti dà una precisa definizione di cosa intende per dio, allora l’ignosticismo inteso in questi termini non basta più. Molti credenti hanno un’idea ben chiara del loro dio. A quel punto è legittimo prendere una posizione più netta del tipo: è improbabile, non puoi provarlo, non saprei che farmene, sparisci ho da fare, ti sguinzaglio il cane contro ecc. ecc.
Se parliamo del Dio cattolico non ha molto senso sospendere il giudizio o dire “non lo conosco”. Mi sembra evidente che non può esistere. Se invece parliamo di un Dio non meglio identificato, allora la posizione del positivista non è sbagliata.
E’ conoscibile la conoscenza? Se non lo è, come facciamo a saperlo? (Woody Allen)
Io francamente mi sento agnostica perche’ me ne frego dell’esistenza di qualunque dio, anche perche’ faccio il (sostenibile) ragionamento che se esistesse un dio creatore di questo mondo, deve proprio essere un bel dio di merda, e percio’ vale proprio la pena di allontanarlo da se.
Se invece non esiste si spreca l’unica vita a propria disposizione per vivere peggio delle bestie come fanno i cattolici.
Cio’ detto comunque se non mi rompono le scatole quelli che sentono il bisogno di inventarsi qualunque dio non mi urtano particolarmente.
…insomma perche’ devo darmi pena per negare le manie di qualcuno, se questo qualcuno si fa i cazzi suoi ???
Questo lo troverei molto sgradevole nei suoi confronti. Ovvio che non stiamo parlando dei cattolici, soprattutto quelli piu’ incapaci e falliti.
>Molti credenti hanno un’idea ben chiara del loro dio. A quel punto è legittimo prendere
>una posizione più netta del tipo:…
>
…piu’ netta e’ la reazione, ma non il proprio intimo punto di vista secondo me.
Sono agnostico rispetto agli dei di Epicuro, il dio di Spinoza, la religione di Einstein.
Sono ignostico rispetto al Dio della teologia cristiana.
Sono ateo rispetto alla superstizione, alla religione rituale con le sue divinità antropomorfe.
Non è facile se non si cede a grossolane semplificazioni … quello che è certo è che sono anticlericale sempre e comunque: contro le istituzioni e le autorità che fanno di opinioni, verità, di peccati, reati.
Non è così importante cosa crede la gente … ma fondamentale che non se lo faccia imporre!
Pienamente daccordo con Mangiapreti.
Anch’io ritengo che si tratti di un problema di riferimenti e significati.
Se ci riferiamo al “Dio” antropomorfo e assurdo delle tre grandi religioni monoteiste, io propenderei senz’altro per l’ateismo.
Se con il concetto di “Dio” vogliamo identificare energie o forze non ancora spiegate dalla scienza, ovvero piani oggi sconosciuti dell’esistenza parimenti da verificare con i mezzi della conoscenza, penso sia meglio ritenersi agnostici, dopo tutto è una posizione razionale che non pone limiti a future modificazioni del sapere e della conoscenza umana.
x Mangiapreti e Leo: sarei curioso di sapere in quale categoria ti collochi tra le 7 definite da Dawkins nell’articolo. Sarei anche curioso se ti definisci ancora agnostico dopo averlo letto. Ciao
@Maurizio
Richard Dawkins è un autore che sto imparando da poco a conoscere, pensa che sto appena finendo di leggere il suo famoso testo sull’evoluzionismo “l’orologiaio cieco”.
Da quel che ne capisco e dalle ammissioni dello stesso Dawkins, il nostro si dichiara apertamente schierato su delle basi concettuali abbastanza rigide, definendosi spesso, sono parole sue, “non imparziale”, adducendo a motivo della sua enfasi il fatto che per spiegare bene le cose, spesso, non è sufficiente “esporre le prove in maniera spassionata”, ma sovente si deve fare ricorso a tutte le armi della retorica , come farebbe un bravo avvocato.
Detto ciò, lungi da me l’essere in disaccordo con i contenuti del libro di Dawkins che sto finendo di leggere, mi permetto di dire che spesso le affermazioni e le argomentazioni dell’autore, andrebbero meglio contestualizzate, tenendo conto , appunto dell’indole passionale del personaggio che , anche in questa ripartizione in categorie sull’agnosticismo, l’ignosticismo e l’ateismo si è voluto servire di una qualche forma di retorica per attaccare fin dalle fondamenta quello che potrebbe ritenersi una qualche forma di pensiero razionale “debole” nei confronti del trascendente.
Comunque , ripeto, sono argomenti che inevitabilmente sfociano nella semantica, rischiando di far perdere di vista ragioni e contenuti molto più concreti.
Per quanto riguarda le sette categorie definite da Dawkins , ribadisco che anche su di esse può essere valida la considerazione sul concetto di “Dio” che facevo poco innanzi, per cui:
se ci si riferisce al Dio antropomorfo delle scritture delle tre religioni monoteiste mi collocherei senza dubbio al settimo posto………..nei confronti di altre situazioni o fenomeni di cui la scienza odierna non ancora esplora le leggi , ove si verificassero, non posso che dichiararmi agnostico, nel senso letterale del termine.
leo: grazie per la risposta. Beh, per Dawkins non c’è tanta differenza tra il Dio di Abramo e il dio deista, come lui stesso spiega in altri punti del libro “l’illusione di Dio”.
L’orologiaio cieco è un gran bel libro, uno dei più significativi che io abbia mai letto, però ancora più bello è il gene egoista, che forse andrebbe letto prima. tu l’hai già letto?ciao
Penso che Dawkins abbia ragione, con tutto il rispetto, perchè rispetto e tolleranza non significa che, rstado la libertà di farlo e pensarlo, l’idea che dio esista o no abbiano lo stesso valore.
Caro Rudy, la irrealta che dio esista o no e fuera di testa nostra.