Sacile (PN): nozze in chiesa, un piano anticrisi

Soltanto 14 nozze religiose in 12 mesi, contro 25 cerimonie celebrate con il rito civile. Il forte richiamo «a non perdere il senso della famiglia fondata sul matrimonio», la preoccupazione «per le iniziative che si stanno portando avanti sul riconoscimento delle coppie di fatto», assieme al bisogno «di ringraziare il Signore che anche nel 2006 ci ha aiutati, amati e guidati», sono stati (insieme all’andamento dell’attività pastorale di un’annata particolarmente intensa), i temi centrali della predica del parroco don Graziano De Nardo. […] Don De Nardo ha aggiunto che occorre riflettere, «perché guardando al mondo ci prende un senso di paura e di sgomento nel vedere che sempre più si affermano l’eutanasia, le convivenze, il togliere i segni della religione dai luoghi pubblici. Cose che non possono non rattristarci. […] «Sento forte il desiderio – ha detto ai fedeli – di ringraziare il Signore per il dono di essere qui con voi, che comincio a conoscere e imparo ad amare. Guardo questo Duomo, che desidero sempre più vivo e bello. Vi sono stati battezzati 46 bambini e due ragazzi di 12 e 13 anni; si sono accostati alla prima Comunione in 52; sono stati cresimati 47 giovani. Vi abbiamo anche celebrato 70 funerali, tra i quali quella della giovane Erika». Preoccupazione don Graziano ha manifestato «per i soli 14 matrimoni celebrati» (25 quelli di rito civile in Comune): «La convivenza sta diventando una realtà, per alcuni con la prospettiva del matrimonio, ma per altri no». A questo punto ha manifestato la sua preoccupazione sulle iniziative parlamentare per il riconoscimento delle coppie di fatto e omosessuali. «Non va perso – ha ammonito – il senso della famiglia fondata sul matrimonio». In proposito ha citato il gruppo di sposi che a Sacile s’incontrano per difendere la famiglia: «Dobbiamo operare per aiutare queste iniziative a crescere». […]

Fonte: Gazzettino.it

7 commenti

darkzero

A me non causa nessun senso di paura e sgomento.
La chiesa non se lo toglie mai il vizio di parlare al plurale, eh?

Giuseppe C.

don Graziano, mi hai convinto.
Quando sara’, mi sposero’ a Sacile (PN). Ma solo in municipio. 🙂

Gildo

Don Graziano, troppo comodo parlare di matrimonio ed incitare a fare figli come i topi e le coniglie.
Non la consideri incoerenza fare voti di castità e poi farsi chiamare “Padre”
Non parliamo di Eccellenze ed Eminenze Reverendissime con anacronistiche grandi uniforme da donna: come si fa a chiamarli “padre” se non fottono?
Secondo me bisognerebbe rivolgersi con ” madre ” o meglio ancora “signora”

Alrogo

“..Il forte richiamo «a non perdere il senso della famiglia fondata sul matrimonio»”..ehehe..doveva precisare: matrimonio religioso…infatti matrimoni civili ce ne sono stati, 25( come riferisce l’articolo), contro i 14 religiosi….quindi, famiglie fondate sul matrimonio ce ne sono..di che si preoccupa allora?..ovvio: di aver perso 11 sudditi!
“«La convivenza sta diventando una realtà, per alcuni con la prospettiva del matrimonio, ma per altri no»”..appunto, ed è un bene: si sta insieme non perché costretti da atavici vincoli religiosi o norme civili, ma perché si VUOLE stare insieme, sfidando le difficoltà di ogni giorno, conquistandosi giorno per giorno, non dando mai nulla per scontato. Riusciranno mai a capire quale intensità abbia questo tipo di legame? quanrto forte debba essere, per andare avanti e restare vivo ogni giorno. Quante coppie spostate dopo qualche anno – se non prima – di fatto non si sopportano più e vivono da separati in casa; si sta insieme per evitare scandali o per i figli o per convenienza…ma a loro va bene così: si salvino le apparenze della buona e pia famiglia, il resto non conta.
“la preoccupazione «per le iniziative che si stanno portando avanti sul riconoscimento delle coppie di fatto»”…predichino e facciano catachesi nei luoghi di culto: se la gente vorrà seguirli, non si porrà per loro il problema delle coppie di fatto. Chi crede e vuole seguire un tipo di vita, può farlo: matrimonio concordatario, etc. Non è la legge sulle coppie di fatto che crea “l’istanza”, ma l’esatto contrario: emerge dalla società un interesse, diffuso e sentito, che il legislatore deve recepire, con una legge ad hoc..è questa la funzione legislativa: rispondere alle istanze meritevoli di tutela della società: questa lo è ed il legislatore deve provvedere. Non vedo come possa interferire con il matrimonio religioso, che c’è, è lì, chi vuole può contrarlo..la chiesa porti avanti i suoi principi nelle sue sedi..ma se poi le persone non la seguono più, non è vietando una legge che risolveranno il loro problema…problema che è questo: a molti, tanti italiani non interessa più la forma “matrimonio” per regolare i propri rapporti..servono forme più snelle, rapide, capaci di adattarsi alle nuove esigenze, di tutelare situazioni “scoperte”..nessuno impedirà a chicchessia di sposarsi in chiesa..ma chi non lo vuole fare? Chi non è interessato al matrimonio, foss’anche civile? chi chiede una forma diversa di riconoscimento della propria situazione? Si può discutere, si deve discutere sui contenuti di una legge sulle unioni di fatto, data anche la necessità di coordinarla con la disciplina civilistica del matrimonio..non si discute, però, sulla necessità di farla. I tempi sono maturi, la società lo chiede. Quelle cattoliche sono indebite ingerenze. Predichino nei sagrati.

Francy by Toscana

Ma per loro “famiglia fondata sul matrimonio” è intesa come fondata sul matrimoni in chiesa? Quello civile non conta? A me sembrano scemi..

Vassilissa

Non sono scemi, è che vedono calare le vendite del loro “prodotto” e si agitano un po’.
Si muovono come un’azienda che cerca di rilanciarsi, fanno pubblicità e in più giocano sporco perchè, usando la loro influenza, cercano di impedire l’esistenza stessa di “concorrenti”.
Della morale o del peccato non gli sbatte un belino, QUELLO CHE CONTA SONO I SOLDI !!

Damiano

Qusto imbecille è “sgomento” perchè la gente convive senza bisogno di pezzi di carta…

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