Iraq: il ritorno di Moqtada Al Sadr

Moqtada Al Sadr, capo dell’Armata del Madhi, è di nuovo sotto la luce dei riflettori. I sospetti dei sunniti sulla sua presenza all’impiccagione di Saddam, il suo nome evocato durante l’esecuzione, le accuse di massacri sono le spie di un problema. Nelle ultime settimane il «caso Sadr» è infatti diventato un tema forte sia per gli iracheni che per gli americani. […] Le azioni di Al Sadr hanno due conseguenze immediate: allargano sempre di più il fossato religioso; creano problemi al governo. Non meno inquieti appaiono gli Stati Uniti. Un recente rapporto ha definito l’Armata del Mahdi – e di conseguenza Al Sadr -, la realtà più pericolosa della regione. Una minaccia, per certi aspetti, superiore a quella di Al Qaeda. Un’analisi allarmata dettata dalla forza militare del Mahdi – diverse migliaia di uomini bene armati -, dall’estensione del territorio controllato, e sopratutto dai contatti internazionali. Nell’ultimo anno il movimento radicale sciita ha rafforzato i rapporti con l’Hezbollah e l’Iran, incrementando la collaborazione militare. Tra i militanti libanesi e i loro «fratelli» iracheni c’è infatti uno scambio continuo di informazioni, un passaggio di materiali bellici e programmi di addestramento in comune.

Il testo integrale dell’articolo di Guido Olimpio è stato pubblicato sul sito del Corriere della Sera

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