Su trasfusioni e testimoni di Geova (cfr. Ultimissima del 6 gennaio con commenti e nuove segnalazioni in calce).
[…] L’unico elemento che renderebbe giustificabile l’imposta trasfusione sarebbe una incapacità di intendere e di volere da parte del paziente, magari dovuta all’incidente stradale che quella trasfusione aveva reso necessaria. Ma non c’è alcun riferimento (nelle notizie riguardanti l’accaduto) di una carente o assente capacità di giudizio. (Il fatto di essere Testimone di Geova sarebbe secondo me sufficiente per giudicare qualcuno incapace, ma questo non è senza dubbio un pensiero diffuso e condiviso e soprattutto accogliere tale premessa significherebbe considerare incapace di intendere e di volere un po’ troppa gente, considerando le sterminate versioni dei pensieri religiosi…). E allora? Per rispettare la volontà liberamente espressa da un cittadino non è pertinente la motivazione che ha diretto quella volontà. Ne esistono di condivisibili e di assurde, ma se la persona è cosciente e in grado di esprimere i propri desideri, e se questa persona rifiuta un trattamento medico, non ci si può sostituire al suo raziocinio (che giudichiamo difettoso o compromesso) e imporre un trattamento foss’anche salvavita, come in questo caso.
Il testo integrale dell’articolo di Chiara Lalli è stato pubblicato sul blog Bioetica
“Se la persona è cosciente e in grado di esprimere i propri desideri, e se questa persona rifiuta un trattamento medico, non ci si può sostituire al suo raziocinio (che giudichiamo difettoso o compromesso) e imporre un trattamento foss’anche salvavita.” D’accordo, però come la mettiamo per i minori? Si può consentire ai genitori di lasciar morire i propri figli quando vi sono ragionevolissime probabilità di salvarli e farli vivere sani? Il problema grosso è quello dei limiti della potestà dei genitori.
“survival of the fittest”.
se uno che crede in spiritelli vari non vuole delle cure che gli salverebbero la vita, liberissimo di non accettarle.
se però le vuole imporre al figlio minorenne allora no, si dovrebbe intervenire comunque. se poi questo bambino una volta maggiorenne si ritrova in condizioni critiche e per gli stessi motivi del genitore rifiuta la cura, allora giusto non procedere.
Sono perfettamente d’accordo con tre Kaworu. Ci terrei solo a precisare che sarebbe bello che di queste cose si parlasse magari anche a scuola. Sai che bello il bambino in questione che manda al diavolo i genitori e richiede la cura, alla faccia dei tentativi di indottrinamento della famiglia???
Bisognerebe fare una legge più specifica che faccia in modo che per i minorenni decidano i medici, mentre gli adulti possono decidere come gli pare anche attraverso un testamento biologico.
beh considerando quanto la religione ottenebra la mente sono perfettamente daccordo nell’affermare che la risposta alla domanda è senza dubbio sì
Se un credente schiavo e sottomesso alla sua divinità vuole morire per il piacere della divinità stessa che lo faccia pure (un credente in meno). Cazzi suoi! Ma non rompa le palle agli altri. Oppure dimentiamo quello che si è scritto poco tempo fa sulla possibilità di disporre della vita in proprio senza interferenze esterne?
un uomo che ha perso tanto sangue e sta per morire è SICURAMENTE incapace di intendere e di volere.
il medico che gli fa una trasfusione agisce in “stato di necessità” ossia per salvargli la vita.
Non potrà asportargli un tumore che incontri mentri lo opera, però sicuramente può fargli una trasfusione.
Poi se anche il paziente fosse capace di intendere e volere, il medico che gli facesse comunque la trasfusione non sarebbe punibile perchè una trasfusione non è una aggressione, e non produce lesioni.
Quindi punto e a capo.
Le fisse dei tdg vanno rispettate, se l’interessato è maggiorenne.
Se perde conoscenza, come accade in caso di emorragia, dovrebbe poter segnalare la sua volontà, magari con un tesserino, analogo a quello del consenso all’espianto degli organi.
Infatti mi pare che i tdg abbiano un tesserino in cui dichiarano il rifiuto alla trasfusione… il problema come hanno sottolineato in parecchi è quello dei minorenni. Ma che io sappia, se c’è pericolo di vita, il giudice minorile obbliga la trasfusione (e i tdg lo sanno); quindi salvi figlio e anima.
Sebbene in linea di principio non si possa che essere d’accordo con la priorità da dare alle convinzioni del malato il caso è un pò complesso. Innanzittutto in questo caso trattasi di una cura più che ordinaria (una trasfusione e non straordinarie come lo erano per me quelle di Welby) e poi dove mettiamo il diritto del bambino a non rimanere orfano per una sciocchezza simile?Qual’è l’amore per un figlio che decide di farlo crescere solo e orfano pur di non cedere ad un dettame cos’ assurdo? Io chiederei alla madre se pensa che dio non capirebbe il perchè della sua scelta, nel caso in cui decidesse di vivere…
x Giordano
Hai ragione, però siamo sempre lì: chi decide il limite fra cura “ordinaria” e “straordinaria”?
In fondo in entrambi i casi si trattava di immettere forzosamente nel corpo del paziente una sostanza che avrebbe dovuto esserci fisiologicamente, ma che a causa di una patologia vi si trovava in quantità insufficiente. In un caso la sostanza era sangue, nell’altro aria.
In entrambi i casi il non intervento causava la morte.
Se vogliamo concedere il libero arbitrio al paziente, dobbiamo concederlo a tutti i pazienti maggiorenni TdG inclusi. Altrimenti sostituiamo uno Stato etico con un altro Stato etico, e non con uno Stato di diritto democratico e liberale.
I minori dovrebbero essere curati secondo la legge, ed essere sotto tutela legale dell’ospedale durante tutta la degenza, gli adulti, invece, se ci tengono proprio a crepare perchè non accontentarli?
Tatuaggi secondo i TdG:
http://www.watchtower.org/i/20030922a/article_01.htm