La scoperta di cellule staminali nel liquido amniotico, con capacità rigenerative pari a quelle dell’embrione, apre nuovi orizzonti per la cura di molte malattie e nel campo dei trapianti. Un contributo fondamentale alla ricerca è stato dato da capitali italiani e il primo firmatario dell’articolo sulla rivista «Nature Biotechnology» è un ricercatore italiano: Paolo De Coppi, chirurgo pediatra presso l’Università di Padova, attualmente in Inghilterra. Le nuove cellule, battezzate «staminali derivate dal liquido amniotico», si isolano facilmente (dall’amniocentesi), si moltiplicano in fretta (raddoppiano in 36 ore) e sembrano versatili come quelle dell’embrione, potendo trasformarsi in cellule adulte muscolari, ossee, sanguigne, nervose, di grasso, epatiche, la cui funzionalità rigenerativa è stata poi sperimentata con successo in vitro e su animali. […]
Teoricamente, secondo Atala, una banca con 100 mila esemplari di queste staminali potrebbe supplire alle necessità del 99% degli americani con perfetta compatibilità genetica per il trapianto. «La nostra speranza è che queste cellule rappresentino una valida risorsa per la riparazione dei tessuti e anche per la creazione di nuovi organi», ha spiegato Atala, ammettendo però che anche le prime sperimentazioni su essere umani «sono molti anni in là da venire». […]