«Una legge vieti il velo alle minorenni»

Daniela Santanchè (An) ha annunciato a radio Rtl di voler presentare una legge per non consentire l’uso del velo islamico alle minorenni. In contrasto con il presidente del suo partito, che lo scorso 26 ottobre in una lettera al Corriere della Sera definiva «sbagliato» proibire il velo per legge, citando a sostegno anche la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.
«Continuo la mia battaglia con serenità, non darò soddisfazione ai fondamentalisti che vogliono intimidirci e cambiare i nostri comportamenti. È arrivato il momento in cui non si può più far finta che non stia succedendo niente», ha detto la parlamentare che ha una scorta da qualche mese. dopo uno scontro televisivo con l’imam di Segrate. […]
«Le bambine a 10-12 anni non sono in grado di decidere di fare una scelta di questo genere. È bene che in Italia, all’interno della scuola pubblica italiana, i bambini siano tutti uguali», ha affermato Santanchè. «A 18 anni, quando si ha la struttura psicologica mentale per poter fare una scelta, decideranno se si vogliono velare o no. Non mi invento le discriminazioni e le violenze che vengono compiute tutti i giorni, anche in Italia, ai danni delle donne mussulmane. Sono sotto gli occhi di tutti, ma tutti tacciono. Non è accettabile il buonismo della classe politica del nostro Paese».

Fonte: Corriere.it 

25 commenti

mussitta

sono perfettamente d’accordo! 🙂

sicuramente la Santanchè proporrà di vietare i sacramenti ai minorenni, no?
Anche nel loro caso si tratta di una consuetudine imposta e non di una pratica dettata dalla consapevolezza di chi la riceve! 🙂

brava santanchè, brava!!!! 😀

Franco Siccardi

Pur non essendo assolutamente d’accordo con le sue altre idee politiche, l’utilizzo di simboli religiosi – TUTTI – da parte di minori dovrebbe essere vietato dalla legge, e punito con la perdita della patria potesta’ per i genitori che li obbligano a portarli.

Skadivargr

Anche i neonati che vengon battezzati non son in grado di capire cosa si sta loro facendo, o i bambini alle elementari che son costretti a metter il grembiule. Da piccoli siam costretti tutti a fare delle cose che non capiamo spesso e volentieri, ma quando siam in grado di prender decisioni autonome e di capire scegliamo se continuare ciò che inizialmente ci è stato imposto o no. Non vedo francamente l’utilità di ciò e poi non tutte le musulmane portan il velo, e molte di quelle che lo portano son orgogliose di portarlo. In ogni caso non penso sia questa la via per giungere alla liberazione della donna musulmana.

Skadivargr

X Franco Siccardi
per quel che mi riguarda i simboli religiosi sulla propria persona posson esser portati, ritengo che non debban esser affissi in luoghi pubblici o presso istituzioni pubbliche dal momento che non tutti seguiam la stessa religione, nè tutti siam religiosi, per il resto ognuno acconci la propria persona come meglio crede.

Alessandro L.

«Le bambine a 10-12 anni non sono in grado di decidere di fare una scelta di questo genere. È bene che in Italia, all’interno della scuola pubblica italiana, i bambini siano tutti uguali»
Fortuna che a pochi mesi un bambivo è già in grado di decidere se batezzarsi o meno.

Bobbi

Mi sembra che il velo sia da portare dopo i 14 anni, età in cui solitamente una può decidere (e se un genitore ti comanda a 14 anni lo fa anche a 18, 20, 50, non è la maggiore età a cambiare qualcosa)
Magari facessero un ddl di questo tipo anche con battesimo comunione, circoincisione, etc!!!!!

lik

Skadivargr
“Non vedo francamente l’utilità di ciò e poi non tutte le musulmane portan il velo, e molte di quelle che lo portano son orgogliose di portarlo”

Non si stava parlando di donne ma di bambine a cui a volte è imposto già a 9 anni indipendetemente dal fatto che sia prescritto o no dal corano. Comunque ripeto il paragone con il battesimo non regge. Il velo è un simbolo sessista, il significato è la donna è impura e deve coprirsi. Se poi vogliamo fare un discorso sulla maturità religiosa allora sono d’accordo per dire che il battesimo è un atto contro la volontà.

Skadivargr

Un filosofo che non poteva camminare perchè si pestava la barba, si tagliò i piedi.
Alejandro Jodorowsky

jaro

lik
“Il velo è un simbolo sessista, il significato è la donna è impura e deve coprirsi.”

Trovo che sia un po’ arrogante da parte nostra giudicare i simboli delle altre culture come se li comprendessimo. Non abbiamo anche noi dei codici di vestiario differenti tra maschi e femmine? Per es. le nostre donne in spiaggia portano generalmente il seno coperto, ma non ho mai sentito dire che questo sia un simbolo sessista che significa che il petto femminile è impuro e va coperto.

E se ci fosse un paese dove la norma è andare in spiaggia in topless, allora? Magari direbbero di noi che sono i perfidi uomini italiani maschilisti che costringono le loro povere donne a coprirsi il seno, per tenerle sottomesse. Comincerebbero a dire che gli italiani, se vogliono stare lì devono adeguarsi agli usi locali, cioè che gli uomini devono consentire alle donne di andare in spiaggia in topless, e se qualcuna dicesse di essere lei a preferire il seno coperto le direbbero “Vedete come vi plagiano i vostri uomini?”, e alla fine, vista l’inutilità dei tentativi di persuasione, si arriverebbe al topless obbligatorio per legge.

Io non dico che nelle società islamiche ci sia la parità tra uomo e donna, ma gli eccessi non fanno bene a nessuno, e tutta questa ossessione riguardante il velo mi sembra eccessiva, e anche un tantino ideologica.

marco musy

@Alessandro: vero, sarebbe auspicabile che certe scelte (velo, battesimo) venissero fatte in eta’ adulta dai diretti interessati, e non dagli adulti sui bambini. In questo senso concordo con l’opinione di R.Dawinks che li chiama senza mezzi termini abusi su minore.
Il paragone velo-battesimo regge eccome. Sono entrambi marchi di appartenenza appioppati al bambino prima che il bambino stesso ne possa capire il significato.

mauro cassano

Non è certo proibendo un velo che si risolve il problema del miglioramento della condizione della donna. Forse è necessario battersi per l’educazione e lo sviluppo delle capacità intellettuali delle donne e delle bambine di tutto il mondo, forse non è più tollerabile che circa 500 milioni di donne al mondo siano analfabete e che 80 milioni di bambine non abbiano accesso all’istruzione primaria che stando alla Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo del 10 dicembre del 1948 deve essere obbligatoria e gratuita almeno per quanto riguarda le classi elementari e fondamentali (come leggibile nell’art.26)…e mi sorprende che l’onoreole Fini vi abbia fatto un richiamo generico evitando di citare almeno questo punto.

Forse sarebbe il caso di lottare per creare nuove istituzioni internazionali che favoriscano la cooperazione ai fini di fornire un’istruzione e informazione medico-sanitaria, che promuovano programmi sanitari e telemedicina al fine di strappare all’aids e alla prostituzione giovanile (questa sì una gravissima piaga!) il maggior numero possibile di bambine e donne.

Forse sarebbe il caso di favorire una educazione al dubbio e all’esercizio della ragione e non all’accettazione passiva dei dogmi e dell’irrazionale, una istruzione che stimoli le facoltà cognitive presenti tanto nell’uomo quanto nelle donne.

Forse sarebbe il caso di estendere la pratica del microcredito e della microfinanza anche dalle nostre parti coinvolgendo le donne nelle operazioni di prestito e di amministrazione dei danari, visto l’enorme successo che la pratica ha sortito – soprattutto fra le donne -, come documentato da Muhammad Yunus in “Il banchiere dei poveri”.

Forse potrebbe applicarsi una tassa sulle transazioni valutarie come la Tobin Tax, che certo non è una panacea, ma potrebbe consentire di ricavare danaro a sufficienza da redistribuire: il ricavato di questa tassa potrebbe servire a finanziare progetti volti a incrementare il coinvolgimetno della componente femminile del genere umano nelle decisioni politiche e socio-economiche. O potrebbe, come acutamente suggerito da Rita Levi Montalcini in “Tempo di azione” ed. Baldini & Castoldi Dalai, servire a finanziare l’attività esplicata dalla componente giovanile di ambo i sessi a livello planetario.

Queste e altre sono le cose per cui credo valga ben la pena di battersi.
Non è serio né intellettualmente onesto preoccuparsi del velo islamico omettendo le altre importanti questioni.
E poi mi verrebbe da chiedere alla signora Santanché ed agli altri alfieri del “capo femminile scoperto” se per caso non hanno pensato di estendere questa battaglia anche al velo delle suore cattoliche…

Ema

@lik

non penso sia il caso di giudicare la simbologia di gesti od usanze religiose, il velo come il battesimo e come mille altre cose sono diritti e doveri di chi aderisce ad una certa religone. Sicuramente questi simboli non dovrebbero essere imposti, ma mentre il battesimo è sicuramente una costrizione, il velo non lo si può sapere…..vojo dire, anche mia nonna se mette un velo quado va in chiesa…quello è un indumento…..e non è semplice decidere se è imposto o meno. In conclusione, il battesimo è sicuramente un soppruso fatto ai bambini,…il velo….non si sa, magari spesso è così…ma come si fa ad averne la certezza?…

In ultimo vorrei precisare che ogni usanza e ogni dettame religioso non deve essere mai in contrasto con le leggi del paese in cui viene praticato….

lik

@ Ema

“non penso sia il caso di giudicare la simbologia di gesti od usanze religiose”

Invece è proprio il caso perché alcune femministe dei paesi musulmani hanno proprio definito il velo “apartheid sessuale”, al contrario spiegare il significato del velo di per se non significa nemmeno giudicarlo.

“In conclusione, il battesimo è sicuramente un soppruso fatto ai bambini,…il velo….non si sa, magari spesso è così…ma come si fa ad averne la certezza?…”

Quello che stai dicendo è completamente contradditorio. Se tu parti dal punto di vista che un soppruso diventa tale, quando è il soggetto, in questo caso la bambina a cui è stato imposto il velo, a riconoscerlo come soppruso, allora non puoi nemmeno dimostrare che il battesimo è sicuramente un soppruso. Perché moltissimi atei che sono stati batezzati non lo considerano come tale!!! E poi c’è una bella differenza tra il battesimo che, se non è seguito da un’educazione cattolica, non lascia nessuna traccia, al velo che comunque un bambina o una ragazzina è magari costretto a portare tutti i giorni e influenza a volte in maniera problematica il rapporto con il proprio corpo.

@ mauro cassano

L’esempio delle suore cattoliche non calza, perché la maggior parte delle volte quando lo portano sono adulte e non è stato loro imposto dai genitori. E poi non esistono esempi di suore che siano state picchiate da parenti o dalla polizia (come succede in Iran) per non aver portato il velo. Mauro, il tuo discorso altermondialista è un po’ patetico, perché nei movimenti altermondialisti, non ci si limita a non combattere il velo, ma lo si promuove con movimenti di donne pro-velo e militanti islamisti che partecipano attivamente e capitalizzano l’attenzione molto più delle persone che si impegnano per le cause che tu hai citato. E poi ci sono pure persone che fanno l’una e l’altra cosa. Le condizioni economiche peraltro non spiegano tutto. E’ assolutamente sbagliato considerare che la questione femminilie sia una questione secondaria e che discenda dai problemi economici, perché in Iran le donne sono mediamente più istruite rispetto al mondo islamico ma il velo è obbligatorio.

Francesca

Appoggio l’opinione della Santanchè, benchè non mi sia simpatica nè abbia mai votato per il suo partito.
Il velo va vietato alle minorenni perchè simbolo di un particolarismo religioso che un paese che dovrebbe dirsi pluralista non può incentivare.

RazionalMENTE.net

Io vieterei le mutande a tutte le belle diciottenni.

Adamo ed Eva erano nudi, poi disubbidirono a Dio mangiando il frutto della conoscenza del bene e del male. Così si resero conto:

1) di essere nudi e corsero a coprirsi le odorose pudenda.

2) che disobbedire a Dio era male (inizialmente pensavano fosse bene)

3) che Dio e non il serpente li aveva tentati

4) che il serpente esisteva, Dio forse

5) che Adamo lo aveva corto

6) ma anche lungo (non potevano fare un paragone)

7) che ad Adamo mancavano due cose: una costola e l’ombelico

8) che ad Eva mancava l’ombelico ma aveva tutte le costole

9) che il serpente era buono da mangiare e lo fecero al forno con patate novelle (create da Dio pochi minuti prima).

10) che alcuni avrebbero scritto un libro su di loro, un libro pieno di scemenze

11) che nei processi altre persone avrebbero fatto giurare su quel libro… o sull’elenco telefonico di Bari, a scelta.

12) che Francesca è una iena mestruata per opera e virtù dello Spirito Santo, Amen.

Vassilissa

hei Raz , beccati questo

Storia delle mutande. Dalle “briglie da culo” rinascimentali fino al culto contemporaneo
Autore Spadanuda Luciano
Coniglio editore

RazionalMENTE.net

Eh, lo leggerei volentierissimo se non avessi almeno un centinaio di libri che aspettano nello scaffale.

Però considera le mutande dei giapponesi, quelle tradizionali. Sono una larghissima fascia addominale (quasi ascellari) con una piccola striscia che passa da avanti a dietro coprendo le ORRIBILI PUDENDA 🙂 e passando tra le chiappe, un po’ come il costume dei lottatori sumo, costituite da un unica lunga striscia di stoffa. I giapponesi sono forti nell’arte di realizzare indumenti da un pezzo di stoffa senza tagli né cuciture, un po’ stile origami.

Johnny Golgotha

Non credo che sia giusto imporre a qualcuno di fare a meno dei simboli della propria cultura; sarebbe più opportuno garantire alle musulmane la possibilità di fare a meno del velo, piuttosto che imporgli di non metterlo

controcorrente

bene,allora in questo caso evitate anche di imporre all’Italia di fare a meno della sua cultura che vi piaccia o meno e’ quella Cristiana Cattolica

Johnny Golgotha

Le radici culturali italiane sono pagane, non certo cristiane cattoliche; E’ risaputo che la liturgia cattolica non è altri che quella pagana, alla quale sono stati sostituiti i nomi delle divinità originarie con quelli della religione e del folklore ebraico; perfino le date di festa sono le medesime che venivano celebrate in onore agli dei pagani, l’esempio più celebre è il Natale, che viene festeggiato il 25 dicembre, giorno che, prima del cristianesimo, era attribuito alla nascita del dio Bacco; e c’è da dire che anche in quel caso la questione è controversa, visto che leggende e ricorrenze simili sono presenti in culture e religioni pure più antiche

Il cristianesimo cattolico è solo la cultura dei cristiani cattolici, e basta. L’onta dell’Italia è quella di essere un paese laico solo sula carta, mentre possiede una cultura teocratica che, di fatto, è totalizzante e repressiva, come tutte le altre culture religiose; perchè la religione, nel complesso, non è altro che una visione parziale della vita, pertanto limitata e soprattutto limitante; io però non sono contrario ai culti e alle religioni, credo che ognuno abbia il diritto di avere uno spazio nella società, ma deve limitarsi ad occupare il proprio, senza invadere quello degli altri, e soprattutto mai quello riservato a tutti

RazionalMENTE.net

Addirittura la Mitria che il Papa porta in testa era in origine una sciarpa (per questo mantiene le due “code”) e prende il nome proprio dal dio Mitra.

raphael

controcorrente scrive:

12 Gennaio 2007 alle 10:48
bene,allora in questo caso evitate anche di imporre all’Italia di fare a meno della sua cultura che vi piaccia o meno e’ quella Cristiana Cattolica

Ma santa polenta, italiani siamo anche noi, i valdesi, gli ebrei ecc ecc.
Che il cattolicesimo ci sia stato imposto non vuol dire che sia stato da tutti accettato e condiviso
Noi esistiamo, cazzo; credere diversamente o non credere affatto non si espropria

mauro cassano

a lik

l’educazione è un problema economico? caro lik, credo che tu sia un fanatico sotto pelle molto di più di quanto immagini.
Tu senti odore di marxismo-alteromondismo-pacifismo-comunismo-democraticismo-e chi più-ne-ha-più-ne-metta-di-sinistra anche quanto questo intento non c’è da parte di chi scrive. A parte il fatto che qui si sta discutendo di velo e non di donne picchiate per non averlo indossato credo che l’Occidente civilizzato seguiti a picchiare donne velate o meno a prescindere, senza bisogno di scomodare l’iran (dove non penso che tu sia mai stato, a differenza di quel che mi riguarda) credo che il mio discorso fosse più ampio degli orizzonti limitati della tua piccola mente di maccartista datato che da troppo tempo sferra attacchi a chiunque affronti certe tematiche.

Io infatti partivo dalla Dichiarazione Uniersale dei Diritti dell’Uomo che comprende anche articoli a tematica economica (limitatamente a 23,24,25), ma anche civili, politici, sociali, individuali, culturali. Cosa c’entra l’alteromondismo? Ho solo interpretato letteralmente una dichiarazione universale mai applicata di fatto. Ti prego allora di essere più accorto
nei commenti:e poi ti sembra che qualche passo del Vangelo o espressione di Cristo imponga l’uso del velo tra le donne? Non è forse quella una tradizione al pari di quella islamica? come vedi l’esempio è più che calzante!

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