Padova, manifesti in arabo: dite sì all’ora di religione (e no all’ateismo)

Italiano, inglese, francese, rumeno. E arabo. Le lingue che echeggiano in città, colonna sonora di comunità etnico-religiose vicine eppure lontane. Cattolici e protestanti, ortodossi e musulmani, agnostici e non credenti; a tutti, senza eccezione, la Chiesa di Padova rivolge ora un “manifesto” poliglotta dal titolo ecumenico ma niente affatto neutrale: «Religione a scuola… perché il dialogo unisce». L’ora di religione, sì: un’opzione che i genitori e gli studenti di elementari, medie e superiori, sono chiamati a sciogliere entro il 27 gennaio. Accogliendo o rifiutando l’opportunità di avvalersi di un insegnamento qua e là oggetto di polemiche e controversie. Di che si tratta, in concreto? Di una brochure redatta in cinque lingue e contenente materiale informativo che illustra gli obiettivi, i contenuti e l’utilità dell’ora di religione. Un articolato dossier, elaborato dall’ufficio scuola della Diocesi su espresso invito dell’arcivescovo Antonio Mattiazzo, che nei prossimi giorni sarà distribuito negli istituti scolastici e nelle parrocchie. La traduzione in arabo può sorprendere ma rientra appieno nella filosofia dell’iniziativa: l’ora settimanale dedicata alla religione – sostengono i promotori – non è un’occasione di indottrinamento e neppure una parentesi dialettica riservata ai cattolici. Al contrario, è una “finestra di dialogo” che mira a favorire la conoscenza senza steccati né pretese egemoniche. Di qui la mano tesa ai musulmani e ai fedeli delle altre confessioni, naturali interlocutori di un confronto sui temi dell’etica, della persona, dell’integrazione e dell’accoglienza reciproca. Non è la diversità religiosa a turbare la Chiesa, quanto l’indifferentismo morale, l’«ateismo pratico» che rimuove il sacro e lo surroga con i feticci del profitto, del consumo, della competitività egoista, del sesso usa-e-getta, del fastidio malcelato verso i soggetti deboli e i diversi. […]

Pubblicato sul Mattino di Padova e sul sito dell’Espresso

Giudicate voi se si tratta di un’ora di indottrinamento, oppure no:

Programmi per la scuola elementare (dal sito OLIR) 

Programmi per la scuola media (dal sito CEI)

Programmi per la scuola superiore (dal sito CEI)

 

12 commenti

Giuseppe

Eh sì. Ecco per esempio la finestra di dialogo delle scuole elementari:

RELIGIONE CATTOLICA. OBIETTIVI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO. SCUOLA DELL’INFANZIA

– Osservare il mondo che viene riconosciuto dai cristiani e da tanti uomini religiosi dono di Dio Creatore.
– Scoprire la persona di Gesù di Nazaret come viene presentata dai Vangeli e come viene celebrata nelle feste cristiane.
– Individuare i luoghi di incontro della comunità cristiana e le espressioni del comandamento evangelico dell’amore testimoniato dalla Chiesa.

Gio

Nelle scuole i ragazzi vanno educati allo spirito critico e al razionalismo. Altro che ora di religione. E’ ora di finirla con questo vecchiume.. i cattolici coi loro capricci finiranno col giustificare pure l’ora di islam gestita da Al Qaida.

mussitta

“fastidio malcelato verso i soggetti deboli e i diversi”

ah si? e questo è ciò che caratterizza l’ateismo?

(ateismo pratico poi… ma che significa?)

Flavio Pietrobelli

La lettera che ho spedito ai giornali locali (molto sintentica):

La curia di Padova promuove l’ora di religione come “occasione di dialogo”.
L’obiettivo è esplicitamente quello di rimuovere l’ateismo, come leggiamo sui giornali locali. L’ora di religione è “insegnamento della religione cattolica”, non (solo) pace e amore come sostiene la curia. Infatti gli insegnanti sono scelti dai vescovi e i programmi scritti dalla CEI d’intesa col Ministero dell’istruzione. Non rinunciano a catechizzare chi non va al catechismo: quale occasione migliore della scuola dell’obbligo?
Si dice che la secolarizzazione vanti potenti sostenitori, che peraltro l’Unione Atei di Padova non conosce. Siamo un’associazione di persone libere di ragionare, che aspirano a sostenere e rappresentare chi fa una scelta coraggiosa nell’Italia di oggi. Gli atei non sono “indifferenti” ma chiedono che le istituzioni, e la scuola pubblica a maggior ragione, siano laiche e libere da ogni interferenza religiosa.

Flavio Pietrobelli
Coordinatore del Circolo UAAR di Padova

davide

ha già detto tutto Flavio Petrobelli, tutto che per altro credo essere una realistica constatazione dei fatti

Marco G.

Secondo Mons. Mattiazzo i non cattolici dovrebbero avvalersi di un insegnamento che a loro è vietato impartire, dando lavoro agli insegnanti rigorosamente scelti da lui. Questi sono la reciprocità e il dialogo secondo la chiesa cattolica. Mattia’ ca’ nisciuno è fesso, la prossima volta, nel manifesto poliglotta, scrivi pure questo

Lilian

ricordo tesissime ore di religione in classe in cui tentavamo inutilmente di discutere con un prete chiuso nei suoi dogmi e per niente disposto al dialogo.
lo ricordo come uno dei motivi che mi ha allontanato dalla religione cattolica.
quest’indottrinamento forzato non produce sempre buon frutto, però certamente plagia le menti deboli.
se di confronto tra religioni si vuole parlare, allora perchè non dedicano ogni settimana ad una religione diversa? e no… confrontiamoci tutti con un unico parametro.

chissà perchè questo mi ricorda i libri delle elementari dell’era fascista.

Marco G.

Anche il fatto che i vescovi sembrano sempre escludere a priori la possibilità che chi non si avvale lo faccia semplicemente perchè non è soddisfatto dell’insegnamento che viene impartito non dimostra un grande rispetto per l’utenza

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