Offro un premio in denaro (un euro, simbolico) a qualunque leader politico, di qualunque partito, che prometta solennemente di non voler mai più commentare le parole del Papa. Non c’è niente di più stucchevole, ma anche di più umiliante, del coretto di dichiarazioni prefabbricate che fa corona (ormai quasi ogni giorno) all’interminabile rosario di interventi papali sui Pacs. Un decoroso silenzio sarebbe la sola replica possibile, anche perché non è mica possibile dover commentare ogni giorno la stessa frasetta con le stesse frasette.
Da questo punto di vista la nostra classe politica è totalmente assoggettata dal Vaticano: come il sequestrato affetto da sindrome di Stoccolma che pende dalle labbra del suo sequestratore. Ce ne fosse uno che dica: “Guardi, con tutto il rispetto, considero gli interventi del Papa un problema interno al mondo clericale. La mia attività politica non è minimamente scalfita da discussioni di ordine confessionale. Se proprio vuole un’opinione, si rivolga ai vescovi”. Ah, ce ne fosse uno così. Altro che un euro, gli darei… Avrebbe il mio voto garantito vita natural durante.
L’intervento di Michele Serra è stato pubblicato oggi su “Repubblica”
