Papa: «Favorire i ricongiungimenti familiari»

Sostenere gli immigrati e le loro famiglie con appositi servizi e «presidi legislativi», e favorire in particolare i «ricongiungimenti familiari», con speciale attenzione «per le donne e i minori». È l’appello lanciato da papa Benedetto XVI all’Angelus in occasione della 93esima Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. «È importante – ha detto papa Ratzinger – tutelare i migranti e le loro famiglie mediante l’ausilio di presidi legislativi, giuridici e amministrativi specifici e anche attraverso una rete di servizi, punti di ascolto e strutture di assistenza sociale e pastorale». «Auspico – ha aggiunto – che si giunga presto a una gestione bilanciata dei flussi migratori e della mobilità umana in generale, così da portare benefici all’intera famiglia umana, cominciando con misure concrete che favoriscano l’emigrazione regolare». […]
Per il Pontefice, «anche nel vasto campo delle migrazioni internazionali, la persona umana dev’essere sempre posta al centro. Soltanto il rispetto della dignità umana di tutti i migranti, da un lato, e il riconoscimento da parte dei migranti stessi dei valori della società che li ospita, dall’altro, rendono possibile la giusta integrazione delle famiglie nei sistemi sociali, economici e politici dei Paesi d’accoglienza».

Fonte: Corriere.it 

Un commento

davide

“la persona umana dev’essere sempre posta al centro. Soltanto il rispetto della dignità umana di tutti i migranti, da un lato, e il riconoscimento da parte dei migranti stessi dei valori della società che li ospita, dall’altro, rendono possibile la giusta integrazione delle famiglie nei sistemi sociali, economici e politici dei Paesi d’accoglienza”. Cioè io non ho capito: prima si mettono a criticare la legge per la libertà religiosa, affermando che questa porta a una degenarazione dei costumi e della tradizione, poi dopo fanno tanto le anime sante affermando che l’uomo deve essere posto al centro. ah ecco sì forse il mistero è svelato: uomo per come lo intendono loro, non per come lo percepiscono culturalmente coloro che la pensano diversamente

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