I vescovi polacchi hanno convocato una giornata di preghiera e di penitenza di tutto il clero dopo lo scandalo scaturito dalle accuse di collaborazionismo con il passato regime comunista che hanno investito l’arcivescovo di Varsavia Stanislaw Wielgus. Il giorno del ”mea culpa” della Chiesa polacca e’ il prossimo 21 febbraio, mercoledi’ delle ceneri. I vescovi hanno indirizzato una lettera ai fedeli, a conclusione della riunione straordinaria dell’episcopato tenutasi nei giorni scorsi, che e’ stata letta ieri nelle chiese della Polonia nella quale si spiegava che il prossimo mercoledi’ delle ceneri sara’ ”una giornata di preghiera e di pentimento di tutto il clero polacco”. In quell’occasione ”in tutte le chiese delle nostre diocesi si dovra’ pregare il nostro Dio misericordioso per il perdono degli errori e le debolezze nell’annuncio del Vangelo”. ”La verita’ del peccato – affermano i vescovi – deve condurre il cristiano a riconoscere personalmente la colpa il pentimento, la confessione della colpa e la penitenza”.
Lancio AdnKronos, fonte: ilTempo.it
Invece di tirar fuori i niomi fanno il mea culpa. COme i mea culpa di Ratzinger sui preti pedofili, seguiti dalle solite protezioni, spostamenti di parrocvchia in parrocchia, diffamazioni delle vittime ecc.
Fatti e non preghiere!
a Steve
non dimenticare che è nella natura della Chiesa fare di tutto pur di salvare la faccia/culo (non so nel loro caso che differenza ci sia) e suscitare nella gente compassione e benevolenza verso di loro. Così forti dell’appoggio della maggioranza possono permettersi di fare tutto quello che vogliono
E’ un sistema comodo. Si chiede perdono a Dio, si fa atto di pentimento… e si è pronti per nuovi sfavillanti peccati!!!
Il pentimento nella cultura cattolica è un modo per non imparare dai propri errori, deresponsabilizzarsi, non sentire il peso della colpa. Molto comodo.
Se hai rubato, vai in chiesa, confessi il tuo peccato al prete, dici un paio di Ave Maria ed esci con una coscienza pulita, lavata, sbiancata, candeggiata, così bianca che più bianca non si può.
Viceversa il non credente, non avendo questo riciclaggio di coscienze, deve fare i conti ogni giorno con le proprie colpe, non esistono colpi di spugna.
Un altro ottimo motivo per preferire l’etica laica.
Gia’.
Ma Woytjla non aveva scomunicato in massa i comunisti?
Quindi ha scomunicato anche i suoi stessi vescovi collaborazionisti?
La chiesa e il potere di turno
La vicenda della rinuncia, all’ultimo momento, dell’arcivescovo di Varsavia Wielgus conferma un’impressione già largamente diffusa, che, cioè, la chiesa cattolica abbia una certa difficoltà a rapportarsi alla storia. La “sua” storia. Spesso le vicende di oggi stentano ad accordarsi con quelle di ieri. Una difficoltà che molte volte gli atteggiamenti del presente nascondono, ma che stavolta, invece, mettono in luce, anche con un certo imbarazzo. Come è accaduto in questi giorni in Polonia, proprio in uno dei paesi nei quali il cattolicesimo ha potuto mettere in luce più chiaramente che mai le proprie potenzialità. Ma anche i propri limiti. Così come altrove.
Le difficoltà non sono mancate da noi: la chiesa – meglio: la gerarchia – ha stentato a rendere conto con sincerità e chiarezza delle proprie connivenze con il regime fascista. Anche qui un passato pesante, non abbastanza riconosciuto nè sconfessato. Analoga riflessione si dovrebbe fare per i cristiani nella Germania nazista, anche se in questo caso la reazione protestante della “chiesa confessante”, con Bonhoeffer, rende più limpido e meno amaro il ricordo. Ma non mancano altri ricordi amari. Basti pensare al Cile di Pinochet di ieri e dell’appoggio cattolico alla dittatura del generale Franco in Spagna: un appoggio non totale, ma certamente e largamente maggioritario.
Più vicino a noi ma non meno preoccupante anche un certo appoggio all’Iraq di Saddam Hussein: non a caso il suo ministro Tarek Aziz era ben accolto in Vaticano e non sarà facile dimenticarlo.
Come mai questo passato spesso imbarazzante?
Bisogna comprenderlo – ma non giustificarlo – alla luce del rapporto che il cattolicesimo ha sempre cercato con il potere di turno. Senza fare grande attenzione al suo colore, alla ricerca di appoggi e favori. Il vecchio – e pericoloso – do ut des. Ma il potere domani può essere messo in crisi e anche la chiesa che lo ha appoggiato può risentirne, nonostante le sue abilità massmedianiche. Ne va della sua credibilità.
Così è accaduto più volte, e anche di recente in Polonia.
articolo di Filippo Gentiloni sul Manifesto 14 gennaio
E’ come è sempre stato in quasi tutte le religioni, dall’inizio dei tempi.
Ci sono verità insondabili accessibili solo al prete (sciamano, talapoino, guru, stregone, ecc.).
Una di queste verità è che tu, ad esempio, hai commesso/ stai commettendo gravi errori, fra l’altro ancor prima di nascere (per i cattolici, ad esempio, il peccato originale, che viene ‘lavato’ con il battesimo).
Quindi io prete ho il potere di intervenire nel nome del ‘Dio’ correggendo gli errori, purificandoti, istradandoti, vendendoti delle indulgenze, prescrivendoti l’adorazione di santi e reliquie varie.
In cambio esigo da parte tua ossequi, denaro, potere, soggezione, facoltà di condizionare la tua vita, fra l’altro prescrivendo come, quando con chi e dove esprimere la tua vita sessuale, come e a cosa devi pensare.
Insomma uno schifo, una vergogna, indegne non solo di un paese civile moderno ma soprattutto di esseri pensanti.