Un articolo di Giorgio Campanini sul numero 3 di Famiglia Cristiana, il cui titolo Pacs? No, la politica aiuti le famiglie “normali” mi ha sedotto.
Si parte più o meno da qui: il discorso del Papa dell’11 gennaio scorso sarebbe stato strumentalizzato, incompreso, forzato e chissà cos’altro ancora. Al punto da essere stato trasformato in una “sorta di “ennesimo” attacco a quei Patti civili di solidarietà (Pacs) che taluno vorrebbe introdurre nel nostro ordinamento giuridico”. Addirittura? È inaccettabile questa forzatura nell’interpretare le parole del Benedetto Papa. Inaccettabile.
E poi
nessuno più della Chiesa, erede di una lunga tradizione, sa che la salvezza non viene dalla legge (nemmeno la salvezza della famiglia) e che vi saranno sempre famiglie cristiane (come avvenne tanto nel mondo greco-romano del divorzio e del concubinato, quanto nell’Unione sovietica del “libero amore”) che hanno esemplarmente vissuto la loro vita familiare sino, alla lunga, a cambiare la società.
E, tuttavia, il ruolo della legge non è assolutamente marginale, né i credenti possono assistere senza reagire a tentativi di snaturamento del senso profondo del matrimonio.
Una sola parola: rivoluzione! Ecco cosa bisognerebbe fare di fronte al pericolo di snaturamento del senso profondo del matrimonio.
Si è invece voluto isolare, nelle prese di posizione del Pontefice, una parte – anzi, una piccola parte – dal tutto, trasformando in una “priorità” della Chiesa (la questione dei Pacs) quella che in realtà è una falsa priorità di certa cultura radicale che ha larga udienza nel mondo dei mass media. Vi è da domandarsi, oltre tutto, se è giusto che alcune centinaia di migliaia di conviventi debbano dettare l’ordine del giorno della politica, lasciando in ombra le esigenze e le attese di circa 20 milioni di famiglie fondate sul matrimonio.
Non è assolutamente chiaro in quale benedetto modo i Pacs implicherebbero il lasciare in ombra le esigenze delle famiglie (quelle vere, quelle con la F). L’estensore dovrebbe ricordare che garantire la possibilità di stringere un Pacs non costituisce una minaccia per chi vuole sposarsi. Chi vuole sposarsi si sposa, chi vuole un Pacs (se ci fosse) fa un Pacs. Ma è tanto tanto difficile da capire? È idiozia o malafede ripetere come un disco rotto insensate e pretestuose ragioni per condannare i Pacs?
Le priorità della famiglia italiana non sono certo la regolazione delle convivenze o i veri o presunti diritti degli omosessuali, ma i problemi, seri e talora drammatici, delle famiglie, e soprattutto delle giovani famiglie.
Oltre tutto, non le parole della Chiesa cattolica, ma le statistiche dell’Istat e degli analoghi istituti di ricerca di ogni parte del mondo attestano che le convivenze sono nello stesso tempo meno stabili e meno feconde delle unioni fondate sul matrimonio.
I veri o presunti diritti degli omosessuali? Ha memoria, Campanini, che gli omosessuali sono anch’essi uomini (in contrapposizione a bestie e altre categorie) e cittadini? La sua retorica, oltre che poco convincente, è intrisa di razzismo e di pregiudizi fanatici e assurdi.
Si ricorda, Campanini, che anche il matrimonio si può sciogliere con il satanico rito del divorzio? E anche fosse vero che le convivenze sono meno stabili (feconde nel senso letterale di prolifiche?) non sarebbe questo un buon motivo per blaterare.
Ci si deve, dunque, domandare se sarebbe realmente consapevole dei suoi doveri verso il futuro del Paese una società che in qualche modo incoraggiasse instabilità e infecondità, piuttosto che fedeltà e apertura alla vita.
È dunque venuto il tempo di rifiutare l’agenda delle priorità che la cultura radicale, con il sostegno di gran parte dei mass media, vorrebbe imporre al Paese. Al primo posto delle preoccupazioni di pubblici poteri coscienti delle loro responsabilità dovrebbero essere i problemi – i troppi irrisolti problemi, lucidamente richiamati da Benedetto XVI – delle famiglie “normali”.
È tempo che l’opinione pubblica se ne renda conto e che siano dissipate le cortine fumogene che ancora impediscono di dare ascolto alla voce della “famiglia reale”, che non è la falsa “famiglia massmediatica”.
Incoraggiare la fedeltà mi ricorda lo “Stai calma!” dai disastrosi effetti. Incoraggiare l’apertura alla vita? Alla riproduzione? Alla moltiplicazione? È tempo di tacere Campanini. È facile: basta tenere la bocca chiusa.
L’articolo di Chiara Lalli è stato pubblicato sul blog Bioetica
“Ma è tanto tanto difficile da capire? È idiozia o malafede ripetere come un disco rotto insensate e pretestuose ragioni per condannare i Pacs?”
Ma nessuno espone delle vere ragioni (ovviamente perché non è possibile). Tutti (i pazzi) si limitano a vomitare vuota retorica: “snatura il senso profondo del matrimonio”(?), “mettono in ombra le esigenze…” e così via. Queste sono frasi apparentemente in italiano ma in realtà sono un bell’insieme di suoni. Si potrebbero liberamente cambiare così e nessuna parte del loro significato andrebbe perso: “QUAK QUAKQUAKQUAK, QUAKQUAK QUAK QUAK QUAKQUAKQUAKQUAK QUAK. QUAK.”
Certo i problemi di (tutte) le famiglie sarebbero da affrontare e presto: se Rutelli e gli altri schiavi del papa smettessero di rompere le palle i Pacs sarebbero belle e cosa fatta, e ci potremmo finalmente occupare di altre cose.
Anche perché, è bene dirlo, i Pacs sono solo un’elemosina. Il fatto che uno come Mastella si scandalizzi per una cosa del genere è l’ennesimo indizio del fatto che è antropologicamente diverso dalla razza umana (come dice il suo capo di qualche anno fa a proposito di chi lo vorrebbe mettere in galera).
Il razzismo è duro a morire. In America la Chiesa ha aiutato i negri a combattere il razzismo (e questo spiega come mai tra le persone di colore il senso religioso sia particolarmente alto). Invece verso i gay la Chiesa è sempre stata fortemente razzista e continua ad esserlo.
Mi vengono in mente la parole di Corrado Guzzanti nei panni del poeta Brunello Robertetti quando dice: «Nasco poeta e vado avanti così. Son’ un fans appassionat’ e potenziale pericolsi del signor’ Valeria Marino, lo sono in maniera disacerbante, non guardo in faccia a nessuno; ho rispetto pe’ gli omosessuali e i negri, purché i due fenomeni non si presenta contemporaneamente» 🙂
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/6/68/CorradoGuzzanti.jpg
Non ci illudiamo. Ci vorrà ancora molto tempo (forse generazioni) perchè il popolo italiano in particolare ed il mondo cd. cattolico in generale, riesca a svincolarsi dai condizionamenti secolari della Chiesa. Oramai la “fede” è nel nostro DNA per imposizione e per tradizione familiare. D’altra parte, far prevalere la RAGIONE significherebbe in qualche misura isolarsi dalla massa, e questo è scomodo per certi versi. Il bello è che proprio questo popolo cattolico che pretende di distinguersi per moralità e coerenza, mostra le più abnormi contraddizioni dogmatiche. Il concetto, a mio avviso, si trasferisce automaticamente anche alla sfera politico-culturale. Più è radicato il convincimento di essere portatori di verità assolute, più si raggiunge il grottesco ed il ridicolo nelle affermazioni che si leggono nei vari blog di pertinenza. Cito, solo come piccolo ma significativo esempio, il sito di PAOLO GUZZANTI, “senatore della Repubblica”, in merito alla commissione Mitrokin, dove emerge chiaramente il livello di raziocinio di quegli italiani. D’altra parte, non so se ci si rende conto del fatto che quegli italiani hanno una predilezione, elevandoli a miti, per coloro che subiscono condanne (o prescrizioni) proprio per aver loro sottratto parte della loro ricchezza.
“È tempo di tacere Campanini. È facile: basta tenere la bocca chiusa.”
Io mi sto innamorando di Chiara Lalli.
“una società che in qualche modo incoraggiasse instabilità e infecondità, piuttosto che fedeltà e apertura alla vita”
evvvai!
Perché in questo pianeta così povero di esseri umani, in questa penisola deantropizzata, dobbiamo per forza portare avanti una sana politica in funzione della vita!
Naturalmente tutto ciò secondo il progetto della chiesa: ma’ e pa’ si fanno una decina di volte (dopo il matrimonio, nei giorni comandati e da posizione canonica), ne escono 9 figli, di cui 6 saranno preti, suore, Formigoni/Bindi etc., 2 si riproducono e una (o uno, se accetta di fare il trans) va invece a fare la puttana per tutti i bravi, ipocriti, padri di famiglia.
Il commento sui diritti degli omosessuali è poi così immondo da essere incommentabile.
“Oltre tutto, non le parole della Chiesa cattolica, ma le statistiche dell’Istat e degli analoghi istituti di ricerca di ogni parte del mondo attestano che le convivenze sono nello stesso tempo meno stabili e meno feconde delle unioni fondate sul matrimonio.”
In Francia, paese che ha legalizzato tutte la forme possibili di convivenza, la natalità cresce con una media di 2 figli a nucleo famigliare.
In America, con tutto il parlare della difesa della famiglia (cristiana) che si fa il numero di donne single sta sorpassando quello delle sposate.
….non so citarvi il giornale ma è notizia di oggi
E’ su tutti i giornali ma l’articolo più esauriente lo si trova sul corriere della sera.
Fra l’altro la Francia pur essendo uno dei primi paesi industrializzati al mondo come natalità e pure ai primi posti per aborti e divorzi, il che ribalta alla grande le leggende raccontateci dai nostri con la tonaca. E la Royal convive col proprio compagno usufruendo della legge sui PACS ed ha 4 figli …
La mia famiglia e’, come me, parte italiana e parte francese.
I miei nipoti francesi, all’incirca coetanei di mio figlio, dopo un paio di convivenze saltuarie hanno deciso per una convivenza stabile, mettendo al mondo dei figli.
Mio figlio, italiano, “obbligato” a sposarsi da leggi e convenzioni sociali, si guarda bene dal farlo.
Per Ernesto:
Mia mamma buonanima allevava anatre:
– anatre canterine: “QUAK QUAKQUAKQUAK, QUAKQUAK QUAK QUAK QUAKQUAKQUAKQUAK QUAK. QUAK.”
– anatre mute: “SSSSSSSTTTT”
Beh, si capivano molto meglio degli sproloqui di Campanini.
Qualcuno ci salvi dal razzismo omofobo dei cattolici, per favore!!!
Don Zauker scrive:
C’ero prima io! 🙂
Mettetevi in coda, per favore. Ci sono prima io.
Vabbene, allora siccome siamo nell’Occidente liberato e liberale rispettiamo le tradizioni occidentali di autodeterminazione femminile: ci sfidiamo a duello (triello?) e chi vince si prende la ragazza.
🙂
Ho un’idea migliore: poliandria per Chiara Lalli e ce la sposiamo tutti e tre! 🙂
Tutti e quattro.