Milano, davvero gli stranieri affossano l’ora di religione?

Tra le scelte che le famiglie dovranno fare per iscrivere i figli al prossimo anno scolastico c’è anche quella dell’ora di religione. Avvalersi o no? La materia, come è noto, non è obbligatoria e nelle scuole statali di Milano cresce il numero di chi vuol farne a meno. Una linea di tendenza che in realtà è in atto già da alcuni anni, ma che si va sempre più consolidando. I dati diffusi dall’ufficio diocesano per l’insegnamento della religione cattolica sono eloquenti. Tra gli alunni più piccoli la rinuncia all’ora di regione ha ancora dimensioni accettabili: nelle materne non si avvolgono dell’insegnamento il 14,41 per cento, lo 0,57 per cento in più rispetto allo scorso anno e comunque ampiamente al di sopra della media dell’intera diocesi che è fissata al 7,5 per cento. Alla primaria (le ex elementari) le rinunce riguardano il 13,05 per cento, questa volta con un leggerissimo calo rispetto al 2005 (meno 0,08 per cento), ma pur sempre ben oltre il 6,7 per cento del resto della diocesi. Ferme le rinunce a Milano nella secondaria di primo grado (le ex medie inferiori): siamo al 20,21, contro la media diocesana del 10 per cento. «Sorprende – commenta monsignor Giovanni Giovini, responsabile diocesano per l’Irc (Insegnamento religione cattolica) – la buona tenuta nelle primarie e nelle secondarie di primo grado, tanto più se si ricorda la notevole presenza degli stranieri. Del resto parecchi di questi, anche se non cristiani o non cattolici, partecipano all’ora di religione senza i tanti problemoni agitati dai pubblicisti». Ma di ben altro tenore il commento alla situazione delle superiori: «Qui la situazione rimane grave – continua monsignor Giavini – anzi va peggiorando, specialmente a Milano». Ancora una volta i dati sono di per sé eloquenti: meno di uno studente su due rinuncia all’ora di religione. La situazione più pesante riguarda gli istituti professionali dove ben il 65,65 per cento degli iscritti decide di non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica: il 3,76 per cento in più rispetto all’anno precedente. Non è un caso che in questo indirizzo di studi risultino presenti gran parte di studenti non italiani in cerca di diploma: a differenza di quel che avviene tra gli allievi più piccoli, dunque, questa fascia di studenti non ha interesse per l’ora di religione. Una linea di tendenza ribadita sia pur in termini più limitati negli istituti tecnici: le rinunce rappresentano il 58,59 per cento degli iscritti, con un incremento dell’1,54 in più rispetto al 2005. Rinunciano oltre la metà degli iscritti anche nei licei: il 51,40 per cento, l’1,24 per cento in più rispetto allo scorso anno. Una emorragia di iscritti drammatica rispetto alla media generale del 35,7 per cento delle superiori nelle scuole statali della diocesi. Una tendenza inarrestabile? Un interrogativo che angoscia lo stesso responsabile dell’ufficio diocesano monsignor Giavini: «Battaglia dunque persa – dichiara – o almeno perdente? Nell’indifferenza pressoché generale sia della Chiesa che della scuola». […]

Il testo integrale dell’articolo di Augusto Pozzoli è stato pubblicato sul sito del Giornale

Che oltre la metà degli studenti liceali milanesi sia di origine straniera non mi era proprio mai capitato di pensarlo. E’ arcinoto (basta leggersi le tabelle del Ministero) che il numero di studenti stranieri descresce man mano che aumenta l’età. Al contrario, il numero degli avvalentesi diminuisce. Non metto in dubbio che gli studenti stranieri possano amplificare il fenomeno, ma la realtà è che la non-partecipazione all’ora di religione si avvantaggia soprattutto dall’effetto-domino: è difficile fare il primo passo, ma quando comincia uno studente, poi un altro, poi un altro ancora, è molto più facile che, in breve tempo, la maggioranza della classe preferisca non avvalersi del “catechismo light”. Aggiungiamo un ulteriore dato: alle superiori decidono gli studenti. Guarda il caso… 

15 commenti

Kris

quesyi immigrati, ci tolgono il lavoro, le donne e ora l’ora di religione cattolica!! Certo che se ne inventano al giornale pur di dare addosso agli stranieri, mi ricordano la puntata dei simpsons dell’altro ieri!

Marco G.

La scuola naturalmente non è “indifferente”, ma imparziale, come dovrebbe essere sempre. Se l’ora di religione è facoltativa non è compito dell’amministrazione entrare nel merito delle scelte espresse. Ma qui si lascia intendere il contrario: la scuola dovrebbe intervenire, e questo può significare una cosa sola: obbligare, anche perché non si vede cos’altro possa funzionare, le hanno già tentate tutte. E’ l’annuncio di una nuova offensiva teocon-teodem anche su questo fronte?

Rosalba Sgroia

@ MARCO G.

Purtroppo HAI RAGIONE! Le scuole, le amministrazioni FANNO PRESSIONE sulle scelte degli studenti e dei genitori…soprattutto nelle materne, elementari e…anche alla medie!
Poi alle superiori diventa molto più difficile!!!

E’ davvero un grande problema questo…

Lamb of God

Alle elementari ed alle medie si può “accettare” che l’ora di religione non abbia alternative, non che io sia daccordo (per carità), però si cresce con l’obbligo più o meno velato di far comunione e cresima e questo lasso di tempo che include i sacramenti coincide con la fine delle medie inferiori.
Poi alle superiori tutto cambia e questo lo sappiam tutti, con buona pace della chiesa cattolica e delle migliaia di ordinazioni fatte dal precedente governo.

Marco G.

Gli studenti delle superiori sono più orientati a quello che devono fare dopo la scuola e da questo punto di vista la scelta di non avvalersi è soltanto logica, basterebbe che chiedessero all’insegnante di farsi spiegare veramente come si diventa docenti di religione (superando un concorso dove il requisito principale è il benestare del vescovo). Quello che è grave invece nella scuola dell’obbligo è che l’ora alternativa diventi l’ora degli extracomunitari, questo aggiunge soltanto un ulteriore aspetto di ghettizzazione e discriminazione ad una attività che era stata introdotta con intenzioni e motivi totamente diversi

Don Zauker

In questi giorni sto girando le scuole materne della mia città (Pisa) per iscrivere mio figlio che l’anno prossimo compie tre anni.
Solo in una di queste esiste un programma per l’ora alternativa: si tratta di una materna in cui gli alunni sono divisi in due gruppi; mentre uno segue l’IRC l’altro, insieme ai non avvalentisi, frequenta un laboratorio di cucina.
In TUTTE le altre materne i bambini che non si avvalgono vengono semplicemente parcheggiati in un’aula. In un paio di queste scuole sono stato caldamente invitato a far frequentare l’ora di IRC a mio figlio “perchè sennò soffrirebbe per essere stato separato dai suoi compagni”, come se evitare di farlo sentire ghettizzato non fosse un preciso compito delle insegnanti.
Non riesco a trovare le parole per commentare.

Carlo

A leggere il tono allarmato del giornalista sembrerebbe questo il problema piu’ grave dell’Italia. Io piuttosto mi chiedo che senso abbia avere insegnanti in una materia che viene rifiutata da piu’ del 50% degli studenti.

Marco G.

Come al solito un problema che riguarda soltanto la chiesa cattolica deve diventare per forza un problema nazionale. In materia di religione la scuola dovrebbe insegnare prima di tutto questo: la maggior parte della popolazione mondiale non è ne’ cattolica ne’ musulmana. Perchè? Perché questo è un dato di fatto, e a scuola si insegnano le cose come stanno. Gli studenti hanno tutto il diritto, e secondo me anche tutte le ragioni, di rifiutare questo insegnamento soprattutto se, come dimostra questo articolo, si pensa di trasformarlo in una conta etnico-identitaria basata sulle balordaggini semplicistiche diffuse dai politici teocon e dalla televisione commerciale, che vedono cattolicesimo e islam come due ipostasi universali, incarnazione l’una del Bene e l’altra del Male, alle quali tutti aderiamo in modo + o – consapevole…

Franco Siccardi

Qualcuno mi spiega per quale ragione si debbano pagare con i soldi pubblici insegnanti per un’ora di insegnamento della superstizione cattolica nelle scuole pubbliche????

Perche’ invece non insegnare, ad esempio, la smorfia? E’ molto piu’ interessante e legata alle tradizioni culturali di certe regioni italiane.

Chi vuole studiare “il nulla basato sulle favole”, vada al catechismo, e se lo paghi lui l’insegnante.

Bobbi

Io al liceo (finito nel 2001) non avevo neanche uno straniero, eppure all’ultimo anno a fare l’ora di religione era poco più della metà della classe. E’ vero l’effetto domino, fui io a iniziare e anno dopo anno il numero degli esonerati aumentava.

davide

Visto che mi sono svegliatosolo sul finire delle superiori, ho passato il Liceo sempre in scuole cattoliche: prima il seminario fino all’inizio della quarta superiore, poi il S. alessandro, dove però, l’ora di religione era caratterizzata da un clima piuttosto disteso e tendente al confronto sereno tra credenti e non. Questa serenità tra le due parti infatti mi ha portato nell’ultimo anno delle superiori (il periodo della liberazione dall’illusione cristiana è stato pressapoco durante le vacanze estive tra quarta e quinta superiore) a cercare comunque sempre di confrontarmi nel modo più sereno possibile con il Cristianesimo (da come il mio profe impostava la lezione la cosa era abbastanza facile) e di cercare in esso anche cose positive. Ma questo rapporto sereno era destinato a non durare a lungo e a trasformarsi in odio mortale: il fatto che i miei durante quell’anno mi obbligavano ad andare a messa a natale e pasqua, il graduale affiorare di tutti i ricordi delle umiliazioni subite in seminario dai compagni e dai prefetti, il fatto che quando mi scoprivano dei pornazzi volevano reinculcarmi la concezione cristiana della sessualità, non capendo che da lì passava la strada per l’inizio di una mia nuova alba e le due settimane vissute con quelli di CL prima degli esami a cui sono andato più mandato che non per mia voglia. Riguardo a queste alla riunione prima di andare si era detto che i momenti di preghiera erano facoltativi, ma quando una volta due mi avevano detto di venire a messa, dopo aver risposto loro tranquillamente che non andavo perchè non credevo, questi hanno cominciato ad aggredirmi verbalmente con toni piuttosto da agente SS (non sono poi andato a messa perchè mi sono nascosto per un pò sotto il letto. Ecco tutto questo mi ha portato al mio attuale odio viscerale verso ogni piccolo tentativo di imporre la fede cattolica a chi non la condivide

Christian

Io invece ero felicissimo di fare l’ora di religione alle superiori.

Alle elementari e medie mi ero annoiato a fare religione, ma alle superiori era divertentissimo.
Dopo aver preso consapevolezza della mia indole critica ho infatto cominciato a criticare e mettere in dubbio tutto quello che l’insegnante diceva, tanto che erano loro a volermi far rinunciare all’ora di religione (scherzo, in realtà si divertivano anche loro) il prete spiegava perchè Dio esisteva ed io spiegavo perchè secondo me non esisteva, diventava di fatto l’ora del dibattivo credente-ateo… stupendo e davvero stimolante.
Quindi dalla mia esperienza vi dico: mandate i vostri figli a fare l’ora di religione ed insegnategli le argomentazioni necessarie per contraddire e criticare i religiosi, ne guadagneranno loro in autostima ed i loro compagni di classe in crescita del senso critico.

Christian

Secondo i religiosi infatti l’ora di religione deve essere l’ora di plagio, cerchiamo di cambiare le cose e di farla diventare l’ora del dibattito.
Lasciare l’ora di religione significherebbe ghettizzarci e far guadagnare ai credenti ed agli indifferenti una platea a loro uso e consumo per organizzarsi in una “elite” cattolica. Non permettiamoglielo, siamo tutti italiani e tutti dobbiamo vivere nello stesso gruppo. Quindi mandiamo i figli a religione e facciamo in modo che diano fastidio a questi c.d. religiosi mettendoli di fronte ai loro stessi limiti. Facciamo in modo che l’ora di plagio cattolico diventi invece l’ora dei razionalisti che, uniti tra loro, resistono e criticano il benpensante di turno mettendolo alle strette.
Non è facile, ma è un ottimo modo per usare a nostro vantaggio un’arma inventata per essere usata contro di noi, ossia per plagiare i nostri figli affinchè diventino dei pupazzi asserviti alle logiche e agli interessi delle gerarchie cattoliche.

Per me almeno ha funzionato, però io sono di indole ipercritica e polemica tanto che da bambino al catechismo chiesi al prete: “perchè i preti non possono sposarsi” e lui “perchè siamo già sposati con Dio” ed io pensai: “ma allora siete gay”.

davide

a Christian
quello che dici sarebbe fattibile per le superiori ma come si può insegnare a controbattere a un adulto a uno delle elementari o delle medie?

raphael

L’ora di religione va tolta e basta.
A parte il fatto che non trovo giusto finanziare chi diffonde stupidate che non condivido, non riesco a convincermi dell’utilità di ghettizzare mia figlia in una aula con pochi altri (certo si spera pochi per adesso ma lei vive oggi la sua gioventù).
Nella sua scuola materna non esistono aule senza crocifissi, madonnine, santini…. gli stessi corridoi sono tappezzati con disegni molti dei quali hanno chiari riferimenti ai raccontini cattolici… Per andare a scuola si passa davanti a statue di padre pio, negozi, vetrine, auto ecc tutte dico tutte, con i loro santini. Razionalmente diceva giustamente è tutta pubblicità a cui è impossibile sottrarsi….
Devo dunque dare inevitabilmente a mia figlia degli input contrari e devo farlo con molto tatto perchè è vero che l’autorità paterna conta ma essa si contrappone al tutto di ogni giorno e rischia di scemare (se tutti fanno così non sarà il mio papà ad essere scemo?).
L’ora di religione cattolica va tolta perchè in una scuola pubblica si deve imparare a vivere con gli altri e non a contrapporsi ad essi.

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