Shek Sharif Shek Ahmed, il capo dell’esecutivo dell’Unione delle Corti Islamiche (ICU), che ha governato in Somalia dal giugno al dicembre dell’anno scorso, si è consegnato al governo keniota, con il quale ha trattato la richiesta (accolta) di asilo politico. Shek Sharif ha già raggiunto Nairobi dove è ospite delle autorità keniote.
Secondo fonti della diaspora somala un altro leader delle Corti, Shek Hassan Daher Aweis, il capo della shura, cioè del parlamento islamico, starebbe trattando la resa, ma la sua posizione è più difficile.
Mentre il primo viene considerato un moderato, che ha sempre cercato il dialogo con l’Occidente e che ha abbracciato la causa islamica più per chiudere l’epoca della violenza generata dello strapotere dei signori della guerra che per vera ispirazione fideistica, il secondo è ritenuto dagli americani un terrorista da arrestare e consegnare alla giustizia. Per questo compare nella lista dell’Onu dei ricercati.
Ma Shek Hassan, che pure è stato il leader di Al Ittiaht, fazione jihadista somala, negli ultimi tempi aveva criticato gli eccessi fondamentalisti delle Corti e aveva contribuito alla mia liberazione quando, all’inizio di dicembre ero stato arrestato dagli shebab, la fazione più oltranzista e pericolosa del regime. […]
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