Famiglie ‘snaturate’ 2: Francia

Le francesi non fanno come le altre: fervidamente in carriera, lavoratrici ad ogni costo, ma anche e soprattutto madri. Eccome. La nazione per più di un secolo ossessionata da un tasso di natalità flebilissimo e dall’ombra scura dell’invecchiamento è ora tutta una culla e un vagito. E’ diventata la più feconda d’Europa, perché ha «probabilmente» scavalcato anche l’Irlanda, dove però l’aborto è vietato. All’inizio del 2000, era solo un timido baby-boom, si è trasformato in rampante tendenza. 830 mila nascite, ha contato l’Insee, Istituto centrale di statistica, il più alto dal 1981, che fatte le opportune divisioni per tasso di fecondità vuol dire qualcosa in più di due bambini per donna. Voilà, il ricambio generazionale è bell’assicurato. […] L’immigrazione non ha alcun rilievo o solo marginale, la prima generazione nata qui infatti, secondo l’Insee, ha almeno in questo adottato il modello francese. Il merito principale va alla politica demografica avviata da 15 anni e seguita sia dai governi di destra che di sinistra, in una sorta di unità nazionale demografica. Il suo architrave è far sì che la donna che decide di avere figli sia aiutata a mantenere il posto di lavoro: con l’asilo pubblico gratuito dai due anni, colonie per le vacanze sovvenzionate, mense scolastiche, nidi per l’infanzia. […] Politica demografica efficace dunque. E’ molto ma non tutto. Perché metà dei bambini oggi nascono in famiglie che hanno subito una trasformazione radicale rispetto al passato, ovvero fuori dal matrimonio. Nel 1970 costituivano solo il 6%. Fin dal 1972 il legislatore francese ha equiparato i figli che un tempo si definivano «naturali» a quelli «legittimi» e da due anni ha fatto sparire qualsiasi distinzione dal codice civile. Così il matrimonio continua a diminuire mentre le unioni di fatto, i Pacs, istituite nel 1999 tra feroci polemiche continuano a crescere (60 mila nel 2005, il doppio del 2004). Nuovi record sono in arrivo: nel primo trimestre del 2006 erano già 58 mila. Su una cosa i programmi di Nicolas Sarkozy e Ségolène Royal sono d’accordo: promettono nuovi posti nei nidi d’infanzia. La socialista 200 mila, Sarkozy ben 600 mila.

Il testo integrale dell’articolo di Domenico Quirico è stato pubblicato sul sito della Stampa

Ma come? Proprio il paese europeo con il maggior numero di atei, che solo pochi giorni fa è stato definito “non più cattolico”, che vanta la più nota legge sui pacs, è anche il paese dove le nascite crescono maggiormente? Notizia troppo ghiotta per non andare a leggere cosa ne scrive “Avvenire”:

[…] Ciò che sembra paradossale è che l’Europa più lenta a risalire dalla crisi sia quelle mediterranea, Spagna, Grecia, Italia, quella della antica tradizione religiosa e della famiglia “forte”, dove i figli nascono ancora in piccola percentuale fuori dal matrimonio – contro l’oltre 40% della Francia. In realtà, in questo conta anche la variabile “tempo”: l’Europa mediterranea ha conosciuto in ritardo il lavoro femminile di massa, e in ritardo organizza quei servizi che permettono alle donne di lavorare e essere madri. […] Di tutti gli assi dell’equilibrio sociale, quello demografico è il più urgente. Crisi da cui si esce solo con una politica che finora non abbiamo visto. Forte e incisiva, a simboleggiare il farsi, di questo problema, tutti portatori, come in un nuovo «I care»: ci importa, ci interessa, che nelle nostre strade nascano ancora bambini – ci importa, di continuare.

Il testo integrale dell’articolo di Marina Corradi è stato pubblicato sul sito di Avvenire

Dunque, come per incanto, la tradizionale “Europa cattolica” diventa, quando le cose vanno male, “Europa mediterranea”. Certo, c’è anche la Grecia, ma dato che i tassi di natalità dei paesi ortodossi sono simili, e il conservatorismo delle gerarchie ecclesiastiche anche, possiamo pur sempre coniare un’adeguata definizione di “Europa vetero-cristiana”. Un secondo aspetto importante è che il quotidiano dei vescovi riconosce che le famiglie non fanno figli perché seguono gli inviti provenienti dai pulpiti, ma li fanno perché vi sono politiche di governo coerenti: una bella ammissione, anche se implicita, dell’avvenuta secolarizzazione delle coscienze. Per ultimo, tutti avranno notato il dato eclatante: la metà delle nascite avviene fuori dal matrimonio. Tutti tranne Marina Corradi. La battaglia contro i pacs va combattuta con tutte le armi, anche con quella dell’omertà. Al contadino cattolico non far sapere…

16 commenti

andrea

Vorrei ricordare a tutti che questa notizia è tutt’altro che positiva………
La sovrappopolazione è il più grande problema della terra…. altro che politiche per la natalita!!

Carlo

” Di tutti gli assi dell’equilibrio sociale, quello demografico è il più urgente ”

Sara’. A me sembra che l’Europa sia gia’ abbastanza popolata cosi’, specialmente Italia, Spagna e Grecia. Tutte queste giaculatorie sul fatto che l’Europa faccia pochi figli mi sembrano molto strumentali. Non siamo mica come Noe’ appena uscito dall’arca 🙂

Emilio Gargiulo

Il pianeta è a rischio sovrappopolazione, e questi imbecilli dei cattolici vogliono farti fare figli ad ogni costo.

Ernesto

Dovrebbero essere gli extra-europei a fare meno figli, non gli europei (abili) a farne di più.

ALESSIO DI MICHELE

Qua di veramente snaturato c’ è solo il redattore di UAAR: vogliamo giocare a fare figli ? Così tanta sovrappopolazione = tante pecore per la chiesa di turno. Ahimè, per fare meno figli sono pronto (turandomi il naso col Sintolit) persino a dare spazio alle contraddittorie posizioni clericali !

Alessandro Masini

Io credo che il redattore che ha postato questa notizia (Raffaele?) non abbia voluto esaltare la notizia in se ma le contraddizioni che questa implica nei confronti delle tesi cattoliche come al solito SBAGLIATE, ipocrite e contraddittorie che in ultima analisi finiscono sempre per dare torto agli IDDIOTI CREDINI, rimane comunque la considerazione che non è un male assoluto fare figli, non vorrei una degenerazione cinese, sento un po’ troppi estremismi su questo tema, è vero che bisogna “tenere sotto controllo” la crescita della popolazione, ma non per forza ostacolarla e denigrarla, se per ipotesi la popolazione si mettesse diminuire ci sarebbe una crisi enorme dovuta all’invecchiamento della popolazione con problemi sociali economici e assistenziali nonchè produttivi enormi. Questo denigrare in maniera assoluta la crescita della popolazione mi sembra una idiozia pari a quelli che dicono fate più figli che potete!

Bobbi

C’è da fare una piccola considerazione: la Francia ha la stessa popolazione dell’Italia in una superfice territoriale che è il doppio (forse è per questo che si vive molto meglio)

andrea

…….purtroppo tutto il sistema economico è basato sulla crescita infinita, peccato che il mondo e le risorse sono FINITE (e comunque non abbiamo il diritto di sfruttarle tutte!)!!!
Perciò, anche se mi rendo conto che crea problemi enormi, l’unica soluzione è una forte riduzione della popolazione (soprattutto in europa)… non c’è alternativa, sempre se siamo ancora in tempo!

statolaico

Quoto andrea… il falso mito della famiglia numerosa e felice va sfatato! Occorre informazione vera, non la propaganda clericale!

Voltaire

Le famiglie con 2 figli NON partecipano all’aumento della popolazione mondiale…si tratta di ricambio generazionale e basta!
Le donne francesi fanno figli perché non devono rinunciare al lavoro per avere una famiglia. Possono essere economicamente indipendenti e felicemente madri. Beate loro!
Qui, nel paese dove tutti si riempiono la bocca con la parola famiglia, famiglia, FAMIGLIA, non esiste nessun aiuto per i genitori che lavorano, sono i nonni che si occupano dei nipoti!
Un bell’esempio del modello italiano: aiutati che il cielo ti aiuterà!
Non c’è da stupirsi se poi le famiglie sono ridottissime!

Vassilissa

“l’Europa mediterranea ha conosciuto in ritardo il lavoro femminile di massa, e in ritardo organizza quei servizi che permettono alle donne di lavorare e essere madri. ”
MA VA’……….E INDOVINA UN PO’ CHI SI E’ OPPOSTO ALLA LIBERTA’ E DIGNITA’ FEMMINILE ???
Invece di sfracassarcele con la “sacralità della famiglia” e fare i funerali agli embrioni si sturino le orecchie e ascoltino cosa davvero dicono le donne, non le ma-donne !!! grrrr

Marja

Se e quanti figli fare deve essere una libera scelta delle singole persone interessate. Nessuno sta invitando la gente a non procreare. Ciò che invece è assurdo è questa ossessione dei politici per la crescita della popolazione o meglio per l’aumento delle nascite, come se ne dovesse derivare chissà quale beneficio o vantaggio per l’economia e per il benessere della società. E’ ovvio che il tasso delle nascite deve restare ad un livello più o meno sufficiente ad assicurare il ricambio ossia la sostituzione dei morti, su questo nessuno discute e quindi per chi vuole procreare c’è spazio a sufficienza. Ciò che è discutibile è appunto l’OSSESSIONE di certe correnti politiche(destra e cattolici)per l’aumento della dimensione delle famiglie, ricordo che il cardinale Lopez Truijllo ha definito sterili le famiglie con solo(!) 1-2 figli(cioè famiglie normali, di giusta dimensione). Peraltro, io sono convinta che se nelle società industriali tecnologicamente avanzate, che mantengono un loro equilibrio proprio grazie al calo delle nascite, si verificasse lo sperato boom di nascite(ovviamente mi riferisco ad un aumento spropositato della popolazione in età infantile-adolescenziale) questo fatto potrebbe veramente causare degli effetti negativi sul sistema assistenziale, scolastico e sanitario che potrebbe non essere in grado di assorbire questo sovraccarico di domanda assistenziale, senza contare gli effetti negativi sul benessere delle famiglie, in una società tecnologicamente avanzata allevare un figlio, anche solo fino all’età di 18-20 anni, comporta un dispendio ingente di risorse finanziarie e di energie personali. E siamo poi sicuri che il nostro sistema produttivo(così automatizzato e meccanizzato)abbia bisogno di tanto esubero di forza lavoro? Già oggi il mercato del lavoro è saturo. Certo, si possono inventare nuove forme di occupazione, ma stranamente queste nuove forme di occupazione sono possibili solo in un settore: quello della servitù alle altre persone, come sta accadendo per es. in India, dove se si va in centro estetico puoi usufruire del servizio di 4 esperti di manicure, uno per mano e uno per piede, contemporaneamente… Bella forma di progresso, ci ridurremo tutti a fare lavori servili per sopravvivere e pochi eletti avranno invece il privilegio di accedere alle funzioni di comando e di dirigenza e altri pochi, meno eletti, forniranno quella poca forza lavoro ancora necessaria nel settore industriale e agricolo e nei servizi del terziario che non siano di assistenza diretta alle persone. Forse le mie sono elucubrazioni astratte, è difficile prevedere gli sviluppi futuri di un sistema economico.
Comunque, ritornando al tema dell’articolo, io credo che il redattore lo abbia inserito per dimostrare come il riconoscimento delle unioni di fatto, la libertà di interrompere le gravidanze non desiderate e la possibilità di usare tutti i mezzi contraccettivi disponibili(in Francia ad es. la pillola del giorno dopo si può acquistare liberamente in farmacia, senza obbligo di ricetta medica) e inoltre la minore presenza della religione nella vita pubblica, non incidono negativamente sul tasso di natalità, perché la Francia è un paese meno cattolico dell’Italia, è un paese dove il valore della famiglia tradizionale non è sbandierato in maniera così ossessiva come in Italia, eppure lì le donne fanno più figli, ovviamente le donne che lo desiderano, le donne che vivono il fare figli come una parte dei propri progetti di realizzazione esistenziale.
Peraltro, l’Italia è veramente un paese strano, perché in esso vengono ostacolati, con uguale pervicacia, sia gli individui che non voglio avere figli, sia quelli che li vogliono avere. Ai primi, infatti, si cerca di rendere difficile l’accesso alla contraccezione e all’aborto. Ai secondi, invece, si è reso difficile l’accesso alle tecniche di fecondazione assistita(con la legge 40). Inoltre, le donne che desiderano procreare non ricevono pressoché nessuna tutela dalla legge, il più delle volte non riescono a mantenere il posto di lavoro(io conosco di persona diverse ragazze madri che hanno perso il lavoro in seguito al parto), non dispongono di pressocché nessun aiuto da parte delle strutture pubbliche. Insomma, io penso che in Italia la famiglia e la procreazione sono soltanto dei feticci utilizzati allo scopo di opprimere la libertà delle persone e di chi ha fatto scelte di vita alternativa.

eliana

Non vedo dove sia il problema, in Francia nessuno è obbligato a fare figli, semplicemente si permette a chi ne vuole avere di più di averne, e due figli per donna non aumenta la popolazione ma garantisce l’equilibrio demografico come ha fatto notare Voltaire. Ad aumentare la popolazione in europa sono gli immigrati quindi semmai è auspicabile che i paesi africani comincino a seguire l’esempio dell’america latina e ha fare meno figli, se proprio volete non aumentare la popolazione, in caso contrario cos’è questa storia delle politiche nataliste che diventano fasciste quando si tratta degli europei e invece accettabili attraverso la scarsa presenza di anticoncezionali quando si tratta degli africani?

eliana

Per andrea:

Perché soprattutto in Europa?
Per farlo a questo punto l’unico mezzo è bloccare l’immigrazione, oppure l’obiettivo nascosto è quello di sostituire la popolazione europea con quella africana? Perché in Europa senza l’immigrazione la popolazione è destinata a declinare visto il tasso bassissimo dei paesi dell’est e dei paesi mediterranei.

Raffaele Carcano

Per Alessio e Andrea.
Come ha scritto Alessandro, l’intento non era certo quello di sostenere politiche di incremento demografico. Essere o meno di questo parere esula dagli argomenti della lista e dagli scopi sociali dell’UAAR. A puro titolo personale, posso dirvi che non ho figli e che sono convinto che l’Italia sia sovrappopolata. Ma vi sono atei con famiglie numerose (Veronesi ha sette figli) e cattolici che non ne hanno per scelta (Ratzinger, Ruini…)
E’ invece importante ribadire il principio che le politiche demografiche vanno condotte prescindendo dalle dottrine religiose. E questa notizia è doppiamente significativa: perché non solo conferma la scarsa incidenza della morale religiosa sui comportamenti individuali, ma smonta anche la tesi cattolica che vede nei PACS una normativa denatalista.

Damiano

“E questa notizia è doppiamente significativa: perché non solo conferma la scarsa incidenza della morale religiosa sui comportamenti individuali, ma smonta anche la tesi cattolica che vede nei PACS una normativa denatalista.”

Anche io l’ho interpretata in questo modo. In italia i clericali vorrebbero far credere che la denatalità dipenda dalla diminuzione dei matrimoni la quale dipenderebbe (secondo loro) dalla secolarizzazione: questo è un controesempio che li smentisce una volta per tutte.

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