Le spine del papa

Non sempre «vivere da Papa» è sinonimo di tranquillità e serenità, come è evocato nel linguaggio comune. Ne sa qualcosa in questo periodo Benedetto XVI, che da venti mesi è al timone della barca di Pietro, in tempi non facili sia per la fede cristiana che per le sorti dell’umanità. Come ogni vicario di Cristo in Terra, il suo cammino è costellato di segni di gloria e di contraddizione, da osanna e da tensioni. […] negli ultimi mesi il cammino del Pontefice e della Chiesa si è fatto più accidentato. E ciò non soltanto nei rapporti esterni, come per l’incidente con l’Islam prodotto dal discorso di Ratzinger a Ratisbona, poi ricomposto dalla visita papale in Turchia. Anche all’interno della stessa Chiesa cattolica emergono situazioni critiche che chiamano in causa la linea di politica ecclesiastica oggi prevalente in Vaticano. La nomina del cardinal Bertone a Segretario di Stato ha indubbiamente arricchito la Curia di una figura qualificata e umanamente simpatica, ma ha creato qualche scompenso nella diplomazia vaticana che tifa sempre per soluzioni interne. Sui recenti inciampi del Papa pesano forse anche questi cambi di direzione della Curia romana, alla ricerca di nuovi equilibri e rapporti dopo anni di indirizzi consolidati. L’ultimo incidente, in ordine di tempo, è stato l’«affare Wielgus», il vescovo nominato primate della Polonia e costretto a dimettersi prima dell’insediamento per la «scoperta» pubblica del suo passato controverso di spia del regime comunista. La vicenda ha molto turbato papa Ratzinger, che non era del tutto informato o che non è stato ben consigliato. Tuttavia, la scelta di mons. Wielgus rientrava nello stile di governo cui il Papa si ispira, che è quello di individuare alti collaboratori che egli conosce personalmente, con cui ha facilità di comunicazione, che godono della sua fiducia diretta. […] Rapporti non idilliaci emergono anche tra il centro della cattolicità e la Chiesa in Germania. Il cardinale Ratzinger ha sempre avuto buoni rapporti con le comunità protestanti, ma non le ha mai considerate come l’interlocutore privilegiato del dialogo ecumenico. Si tratta di una riserva che egli mantiene anche da Papa, per la convinzione che il modello di cristianesimo espresso dalle chiese evangeliche sia particolarmente incline all’individualismo del credere e all’autonomia delle coscienze. Questa posizione crea non pochi problemi alla Chiesa cattolica tedesca, che si vede condizionata nel dialogo ecumenico con l’altra grande tradizione religiosa della nazione e che su queste e altre questioni si trova divisa al proprio interno. Frizioni sono in atto anche tra il Vaticano e i Vescovi francesi, per la ferma volontà del Papa di ricucire i rapporti con i seguaci di mons. Léfèbvre e per il suo desiderio di reintrodurre per tutta la Chiesa la possibilità di celebrare la messa in latino. […] In sintesi, le ultime scelte del Papa sembrano indicare una qualche difficoltà di rapporto tra centro e periferia della Chiesa, tra il Vaticano e le chiese nazionali. Il tutto sembra perlopiù dovuto a due fattori: da un lato lo stile di governo di un pontificato che fa leva più su rapporti fiduciari e diretti che sul confronto allargato e sull’opinione pubblica della Chiesa; dall’altro, il forte pensiero di un Papa che deve fare i conti talvolta con situazioni ecclesiali frammentate e divise. Il Papa teologo sembra dunque prevalere sul Papa politico, dando così adito a qualche dissonanza o incidente di percorso. Il prossimo scenario è quello della scelta del nuovo presidente della Conferenza episcopale italiana, che tutti danno per imminente, dopo le consultazioni che vi sono state. Riuscirà il Pontefice a scegliere un uomo di fiducia che sia anche espressione dell’anima di fondo della Chiesa e del cattolicesimo italiano?

Il testo integrale dell’articolo di Franco Garelli è stato pubblicato sul sito della Stampa

7 commenti

Umberto

Poveretto, che vitaccia, coccolato dai politici, foraggiato dallo stato, ma perchè non se ne va a fare l’eremita sul monte Ararat e smette di romperci le palle?

Paolo

No, ma dico: arrivato alla fine dell’articolo (in sintesi: Povero Papa, sei un ottimo TEOLOGO, ma fai un po’ di scivolatine-ine politiche, coraggio ti vogliamo bene lo stesso), avrei giurato che l’articolo provenisse dall’Avvenire, Famiglia Cristiana o il Messaggero, e invece… LA STAMPA!?! Sempre più in basso!

Daniele Gallesio

Eh… la buona borghesia della Torino-bene è cattolicista…

Bobbi

Mica gliel’ha detto il dottore di “farsi candidare”, chi è causa del suo mal pianga se stesso…..

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