Il Dio in cui credono Batman e Superman

Mano sulla spalla, il padre Jonathan Kent rassicura il figlio adottivo Superman: pregherà per lui. Sullo sfondo, un campanile ed una croce. Dettagli trascurabili per molti, ma non per tutti. Chi pratica la caccia all’appartenenza religiosa dei supereroi, vive di dettagli come questi. E non si tratta di pochi fanatici. Sociologi e teologi, teorici e storici dei comics intasano il primo sito americano specializzato (www.ComicBookReligion. com).Hulk cattolico, l’Uomo Ragno e Capitan America protestanti, Batman e la Donna Invisibile episcopaliani. Per fermarsi ai più noti al pubblico italiano, ma il sito recensisce centinaia di personaggi. Ce n’è per tutti i gusti: mormoni e battisti, pentecostali e shintoisti, sikh e buddisti, atei e taoisti. La regola per chi vuol cimentarsi: soltanto personaggi immaginari in relazione a religioni realmente esistenti. La metodologia vantata: accuratezza, dati oggettivi e pubblicati, niente congetture, nessun pregiudizio o offesa verso confessioni o visioni religiose.
A loro agio nella terra di nessuno tra verità e finzione, per i cacciatori di religione l’indizio può essere ovunque. Un rosario tra le dita dell’alias Bruce Banner rivela che Hulk è cattolico. Wonder Woman prega ancora gli dei dell’Olimpo tra cui è cresciuta. Una bottony cross anglicana sulla sua tomba attesta che Batman è episcopaliano. Nato nel Lower East Side, la Cosa dei Fantastici Quattro si esibisce in uno Shemà Israel. Per altri supereroi gli indizi conducono al classico retroterra bianco, anglosassone e protestante. Basta pensare al padre nostro con cui la zia Maydell’Uomo Ragno respinge Goblin. Lo stesso Superman, pur non di rado a contatto con simboli e personaggi cattolici, è «attribuito» alla chiesa metodista per le sue origini nel Midwest. Ma piano con le deduzioni. Batman ad esempio ha una madre cattolica. Superman potrà anche essere metodista nelle vesti di Clark Kent,ma è certamente kryptoniano in quelle dell’extraterrestre Kal-El. Per non dire della sua storia, firmata da autori entrambi ebrei, di piccolo Mosè lanciato su un missile alla deriva nello spazio.
E poi non pochi supereroi sono praticanti da bambini e distratti da grandi, come Hulk o il poco pio Batman. Nessun segno può essere tralasciato. Quando fiuta tracce di religione, il cacciatore è capace di infilarsi al matrimonio (cristiano) di Clark Kent e Lois Lane. E persino di spiare il povero Peter Parker alias l’Uomo Ragno in camera da letto mentre guarda la sua donna addormentata: «Che dirti Dio? Per una volta, grazie… ». Un biglietto di andata e ritorno tra serio e comico, senso e futilità. Tutti a bordo: intellettuali e dilettanti, scettici e fanatici. È il festival dell’esagerazione: troppa religione o troppo poca, religione dappertutto o religione da nessuna parte. Il supereroe catalizza gli opposti: di qua un credo onnivoro à la carte in cui tutto è permesso; di là un’identità confessionale monolitica ed esclusiva in cui molto è vietato. […]
Già nel 1993 alla Marvel si inventano il rapimento dei trentatré supereroi più religiosi da parte di una misteriosa dea che se ne vuol servire per una crociata galattica. Nel 1999 il giovane Superman vien fatto dialogare con un ottuso pastore protestante. Nel 2002 Peter Parker confida la sua angoscia a Dio mentre guarda la sua tuta di Spider-Man piegata su una sedia. Lo stesso anno la Cosa rivela di essere ebreo. Nel 2003 l’Uomo Ragno incontra l’immancabile eroina buddista Tara. Nel 2004 tocca a Superman confessare i propri peccati al cattolico DonLeone. Lo Houston Chronicle stuzzica i lettori: «Se decideste di vestirvi come un pipistrello e di combattere il crimine, quale chiesa scegliereste?».
Ma il panorama religioso europeo non è più così distante: anche qui coesistono ormai da un lato l’ansia da incasellamento (dimmi di che religione sei, a quale chiesa appartieni) e dall’altro la migrazione tra comunità e tradizioni, riti e spiritualità, abbandoni e conversioni, indifferenze e risvegli. Identità e shopping, cui non sfuggono, ahiloro, neppure i sempre più numerosi supereroi hindu o musulmani: come l’invulnerabile Jabbar, uno dei novantanove (come le virtù musulmane) supereroi islamici lanciati dalla kuwaitiana Teshkeel, o Angkor, monaco buddista cambogiano sconvolto dalle bombe americane e convertitosi al più combattivo pantheon hindu.
Le grandi questioni religiose sono risucchiate nelle nuvolette dei comics. Il disegno intelligente della creazione, il demonio e l’aldilà, il silenzio di Dio davanti al male. Il giovane Clark Kent cozza contro l’orizzonte luterano del pastore Linquist: «Ma se un uomo potesse fermare una catastrofe? ». Niente da fare, figliolo, nulla può opporsi all’Onnipotente.L’UomoRagno ha almeno il privilegio di porre la questione a Dio in persona: «Ma perché il male colpisce i buoni?». Un Dio non privo di humour risponde: «Non posso dirtelo. Sennò addio sorpresa. Sapresti tutto, ti scoccerebbe a morte e te la prenderesti con me». Assist perfetto. Alla faccia degli asfissianti cacciatori di religione, l’Uomo Ragno può concludere tra sé: «Divertente. Le mie conversazioni con Dio finiscono tutte così».

L’articolo completo è raggiungibile sul sito del Corriere della Sera 

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