La giravolta di Veltroni fa infuriare il Vaticano

«Avevamo capito male: la principale stazione ferroviaria di Roma continuerà a chiamarsi Stazione Termini. Non Stazione Giovanni Paolo II né Stazione Termini-Giovanni Paolo II». È un duro atto d’accusa quello de L’Osservatore Romano contro il sindaco di Roma, colpevole di aver precisato, attraverso una lettera aperta a un cittadino, che la cerimonia avvenuta il 23 dicembre scorso aveva il «significato di una semplice dedica, materializzata attraverso la posa di due stele». Il titolo dell’articolo de L’Osservatore Romano è piuttosto chiaro: «Stazione Termini, nuovo atto: la detitolazione». «Per inciso – puntualizza il quotidiano d’Oltretevere – le stele recano la scritta, chiarissima, Stazione Termini-Giovanni Paolo II. Proprio così: Stazione Termini-Giovanni Paolo II. Eppure avevamo tutti capito male». Così, «fra dedica e intitolazione – conclude il quotidiano del Vaticano – abbiamo assistito a un inedito capolavoro di ibrido politico: la detitolazione». […] Polemiche innescate dalle iniziative spontanee di molti cittadini e associazioni di sinistra, organizzatesi su alcuni siti Internet allo scopo di inondare il Campidoglio di messaggi di indignazione. Le accuse rivolte a Veltroni? Quelle di opportunismo politico, di «ruffianeria populista», di «delirio idolatrico», di «connivenza con l’oscurantismo vaticano e con il cattolicesimo reazionario», di disinteresse verso il principio dell’uguaglianza di tutti di fronte allo Stato. Il tutto corredato da uno slogan: «La stazione Termini è anche mia e io sono laico». Una protesta culminata nella minaccia di alcune associazioni di uscire dalla Consulta laica del Comune di Roma. Una pressione cresciuta con il passaparola e determinante per la decisione finale: quella della «detitolazione» della stazione Termini.

Il testo integrale dell’articolo di Fabrizio De Feo è stato pubblicato oggi sul sito del Giornale

… dal che si deduce che l’UAAR, i navigatori del suo sito, le associazioni laiche e tutte le cittadine e i cittadini romani hanno saputo far capire al sindaco quanto sia necessario ascoltare le ragioni dei laici. E’ la dimostrazione che la laicità non è un diritto acquisito, ma va difeso giorno dopo giorno: ma è anche la dimostrazione che si può riuscire efficacemente a difenderla, e se possibile anche a espanderla, solo se ci si impegna concretamente. Segnamocelo tutti su un post-it da appendere bene in vista…

Sulla vicenda, il consigliere del Primo Municipio Mario Staderini (RNP) ha emesso un comunicato:

Dobbiamo dire grazie all’Osservatore Romano che ci ha offerto un ulteriore momento di chiarezza rispetto all’affaire Termini, pubblicando oggi la sua versione dei fatti. Dunque, si trattava di intitolazione e non di dedica. Ciò detto, le dichiarazioni di Tarcisio Bertone sono gravi e paradigmatiche: da una parte il disprezzo nei confronti di chi, come noi radicali, ha democraticamente manifestato dissenso rispetto alla scelta di fare di Giovanni Paolo II una icona statalista e clericale; dall’altra, l’ironia verso il Sindaco di Roma, reo di lesa maestà per aver tenuto conto del dibattito cresciuto nell’opinione pubblica. Secondo un sondaggio di Libero il 70% dei romani è contrario a qualsiasi mutamento del nome Termini. Lo Stato del Vaticano, lo sappiamo, non è abituato al dibattito democratico, e vorrebbe la politica italiana a sé genuflessa.. È significativo che a sferrare l’attacco sia stato il Segretario di Stato per il tramite dell’organo ufficiale Vaticano, e non il Cardinal Ruini, rappresentante della Chiesa cattolica in Italia. Tutto ciò, oltre a confermare che la dedica era voluta come relativa al Sovrano di uno Stato estero e non all’uomo Karol Wojtila, rende urgente un richiamo al rispetto dovuto, secondo i Trattati Lateranensi, all’opinione pubblica italiana e alle sue istituzioni Se l’Italia fosse un Paese normale, questo sarebbe un vero e proprio incidente diplomatico, di quelli per cui si dovrebbe convocare l’ ambasciatore. Per parte nostra, continuiamo a chiedere al Sindaco di fare chiarezza nonchè la rimozione dalle steli delle oramai inutili scritte.

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21 commenti

Franco Siccardi

Certo che sono incazzati. Sono abituati a metterlo in quel posto ai ragazzini, mica a prenerselo in quel posto loro!!!

Un plauso a Veltroni per il coraggio dimostrato nel capire di essersi sbagliato, e nel ritornare sui suoi passi. Con simili interlocutori, non e’ per nulla facile.

Steve

Ah ecco, ora gli girano ai monsignori. Quiando si trattava di inchiodare Wojtyla a martellate in testa ai romani non c’0era da discutrere.

Veltroni è un vigliacco che non ha il coraggio delle proprie azioni.

Stefano

Per evitare ulteriori incidenti dovrebbero eliminare le intitolazioni a Giovanni Paolo 2° e vedere di fare cessare questa situazione. Il Vaticano da parte sua farebbe meglio a chiudere la bocca una volta per tutte sulle questioni che riguardano strettamente l’Italia. Devono rendersi conto di fare parte di una nazione straniera e non hanno voce in capitolo a livello politico negli affari di casa nostra.

Barbara Monea

“Devono rendersi conto di fare parte di una nazione straniera e non hanno voce in capitolo a livello politico negli affari di casa nostra.”

Dovremmo essere noi a farglielo capire in modo chiaro.

trotzky

Veltroni, D’Alema e Fassino stanno distruggendo la laicità dello Stato, oltre alle sue istituzioni, con uno stillicidio di decisioni stupide e controproducenti. Dovremmo cominciare a chiederci: “cui prodest?”.
E’ vero. La laicità va allargata difendendola giorno per giorno con un impegno concreto e non a parole. D’ora in avanti occhio a quei tre. A ogni passo falso dobbiamo lanciare l’allarme, organizzare proteste e far scendere in piazza non più trecento ma tremila cittadini incazzati come belve.
Nel nostro Paese questo è l’unico modo di ottenere dei vantaggi. Adeguiamoci.

Gildo

trotzky ore 15,01 ha scritto:

……..A ogni passo falso dobbiamo lanciare l’allarme, organizzare proteste e far scendere in piazza non più trecento ma tremila cittadini incazzati come belve……..

Secondo un sondaggio di Libero il 70% dei romani è contrario a qualsiasi mutamento del nome Termini. Il “polacco” sarà transitato qualche volta come passeggero Wojthila, MAI con il nome d’arte di Giovanni Paolo II, una ragione in più per abolirlo definitivamente!
Mobilitiamoci subito: LA STELE DELLA VERGOGNA va rimossa subito e non OLTRE l’ 11 febbraio.
Dispiacerebbe che cadendo….per il vento forte, ci siano feriti!

Gian Luigi Lancia

Giovanni Paolo II ma il tuo dio in fondo non era comunista? e com’è hai combattuto il comunismo?

gianni

questo episodio è l’ennesima prova della confusione che regna in certa sinistra italiana, è sempre più chiaro che il loro obiettivo non è il rispetto per i cittadini elettori ma acchiappare voti da chiunque pur di mantenere il potere, sarebbe ora di dire basta a certa gente.

Lorenzo A.

spero che la marcia indietro di veltroni sia l’inizio della ripresa laica del nostro paese da troppo tempo prostrato di fronte a questi venditori di menzogne.

ma la strada è ancora lunga….basti pensare a tutti i nomi di strade, piazze, ponti.

Daniele Gallesio

Così, «fra dedica e intitolazione – conclude il quotidiano del Vaticano – abbiamo assistito a un inedito capolavoro di ibrido politico: la detitolazione»

AHAHAHAHAH 😆

Walter ha voluto tenere i piedi in due scarpe ed è riuscito a far incazzare sia noi che i preti!

Speriamo che sia l’inizio della fine del cerchiobottismo!

Sono d’accordo anch’io con Staderini. (Avercene a Genova di consiglieri come lui!)

Lorenzo

a me un po’ dispiace. Intitolare una stazione brutta, sporca e che presto cascherà a pezzi a GP II era secondo me una maniera perfetta per far capire quanto quell’uomo fosse degno di stima. Propongo di intitolare a GP II e al suo amico Pinochet anche i cessi della stazione Ostiense, luogo dove avvengono atti di “amicizia virile” assai ben noti tanto ai preti e quanto ai militari 🙂

Simone

Quando ho mandato la mia protesta a Veltroni tramite il sito internet del Comune di Roma (come immagino abbiano fatto un po’ tutti i navigatori abituali di questo sito), sinceramente ci credevo poco che saremmo riusciti a smuovere qualcosa.
Adesso non so come andrà a finire, spero che le due steli vengano rimosse, ma anche se questo non avverrà, credo che possiamo essere tutti orgogliosi di aver fatto pesare la nostra opinione e di aver mandato un segnale forte e chiaro a chi crede che tutti i cittadini italiani siano disposti a stare zitti di fronte alle pretese della Chiesa.

Carlo

Beh, devo dire che una qualche ragione ce l’hanno anche in Vaticano: o si tolgoone le steli o si cambia il nome, la soluzione attuale puzza di cerchiobottismo lontano 1 miglio. Speriamo che i politici prendano atto che siamo tutti parecchio stufi di questo servilismo verso la chiesa….

Gildo

….. o si tolgono le steli o si cambia il nome, la soluzione attuale puzza di cerchiobottismo lontano 1 miglio….

Bisogna mettere dei paletti precisi: data limite irrevocabile 11 febbraio 2007 anniversario della Colonizzazione Vaticana che ha reso l’Italia un protettorato vaticano.
Scaldiamoci i muscoli, se non provvedono con le buone……il vento le farà cadere!

Vassilissa

quoto Simone
e sono nauseata da questi camaleonti della politica.

Giuseppe C.

Anche grazie all’UAAR il sindaco Veltroni sembra aver fatto marcia indietro.
Staremo a vedere. Le ambiguita’ restano.

Si diano una regolata tutti i politici che gestiscono la cosa pubblica

L’incidente diplomatico con l’Italia, per il Vaticano costituisce la norma.

Ilaria

“….. o si tolgono le steli o si cambia il nome, la soluzione attuale puzza di cerchiobottismo lontano 1 miglio….”

Ma perché?
Cercare un punto di incontro non credo possa definirsi cerchiobottismo. E’convergere. Certo, tra gente agguerrita è probabilmente un’utopia. Di questo forse accuserei Veltroni in questo ambito. Il suo chiaramente era un intento umano, di rendere omaggio ad un personaggio, il papa, legato alla città di Roma al di là del suo ruolo. L’uomo, chiamato Giovanni Paolo II. Errore, tra gente agguerrita. Ottimo pretesto per accapigliarsi. Errore la non chiarezza tra dedica e intitolazione (anche se mi sembra che la stazione continui a chiamarsi termini!). Errore di superficialità forse. Ma non ha sottovalutato l’intelligenza dei cittadini, anzi. E’ semplicemente all’avanguardia. I tempi cambiano ma noi restiamo fermi nei nostri principi, da qualunque parte ci troviamo.
Veltroni non ha bisogno di raccattare voti e questo lo può far “peccare” di presunzione, casomai!

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